Capitolo 16

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Tutto troppo pesante, così sentivo.
Era come se l'universo fosse arrabbiato con me, non mi andava bene niente.

Papà diceva che col tempo avrei capito tutto, che infondo Colin non era l'unico ragazzo al mondo;
Forse era vero ma io volevo lui...

Mi sentivo troppo giù quel giorno quindi decisi di andare sulla tomba da Sam, sperando di non vederci Colin.
Portai con me un block notes e una penna per scrivere una lettera, almeno mi sarei sfogata.

Arrivata li mi sedetti vicino alla tomba di Sammy; Restavo li a fissare quella foto.
Era una giornata grigia, proprio come il mio umore.
Di solito quando mi sentivo così prendevo le pillole ma mi mettevano  ancora più tristezza e per di più mi facevano dormire;
Nemmeno scrivere mi aiutava.

Non volevo più prendere quella roba ma quel giorno stavo troppo male e ne ho prese due.
So che non dovrei ma.. fa troppo male.

È come se tutto intorno a me diventasse grigio.
Come se non potessi più vivere a colori perché, infondo, era Colin a dare colore alla mia vita.

Più fissavo quel cielo e più  mi convincevo che anche dentro di me doveva essere così.
Senza colori.

Restai li per un bel po', poi andai a lavorare e infine a casa.
Feci una doccia e andai a dormire. Ero davvero stanca.. troppo stanca.




Il giorno dopo mi alzai e andai a seguire le lezioni.
Thomas non la finiva di chiedermi scusa per com'era andata la festa così infine lo perdonai.

Il pomeriggio restai un po' con lui dopo c'era il lavoro alle 17 ad aspettarmi; ho lavorato per tre ore e non vedevo l'ora di poter uscire e andare a dormire. Anche Dylan non la finiva di chiedermi scusa per tutto.

Alle 19 arrivò Thomas nel mio appartamento con la pizza, film e un mazzo di fiori;

<<Questi sono per farti perdonare?>>
Dissi prendendo i fiori in mano
<<Beh si!>>
Disse lui passandosi una mano tra i capelli
<<Dai entra>>

Abbiamo guardato un film e poi è rimasto li a dormire.
Però non era Colin.
Non aveva il suo odore, non erano le sue braccia.
Quasi odiavo le braccia di Thomas, non mi stringevano come quelle di Colin.

Mi girai e rigirai nel letto mentre lui dormiva, non riuscivo a prendere sonno; mi alzai piano, presi il telefono e andai in bagno.

Erano le quattro del mattino, cercai il numero di Colin e lo chiamai. Rispose dopo tre squilli

<<Pronto...>>
Aveva la voce stanca ma non sembrava appena sveglio
<<Sei un bastardo, lo sai vero?!>>
<<Kay...>>
Non risposi perché stavo con quel nodo in gola a cercare di trattene le lacrime
<<Kay dove sei?>>
<<Nel bagno del mio appartamento..>>
<<Okay, vengo da te?>>
<<No! C'è Thomas di la>>
<<Dorme da te?>>
<<Si>>
<<Bene! Allora vieni tu da me?>>
<<Non posso lasciarlo qua!>>
<<Perché dormite insieme?>>
<<Perché No?>>
<<Ma come fa a piacerti quel tipo Kay?>>

Non risposi.
Tirai le ginocchia al petto e appoggiai la fronte sopra.

<<Kay>>
Disse lui, c'era urgenza nella sua voce questa volta

<<Mi manchi Colin>>
Dissi con un filo di voce.

Quasi speravo che non mi avesse sentito.
<<Mi manchi anche tu piccola mia>>
Disse in un sospiro.

Chiusi gli occhi immaginando la sua fronte contro la mia; Misi giù.
Restai a fissare il cellulare per un po', mi lavai la faccia e poi tornai a dormire accanto a Thomas.

Mi sentivo come un fiore morto, che per quanta acqua tu gli possa dare esso rimarrà sempre tale.
Colin era la mia acqua che mi faceva vivere in quello stato di morte.
Era l'unico che riusciva a farmi provare qualcosa;
Come potevo vivere senza le sue braccia pronte a salvarmi?

Parte di me || Piece of meWhere stories live. Discover now