CAPITOLO 38

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SOPHIA

Presi il telefono sentendo suonare quella fastidiosissima suoneria della sveglia per spegnerla e lo riposai sul comodino portando sopra la testa il piumone.

Non ho nessuna voglia di alzarmi da questo letto, ne ora, ne mai.

Ma devo.

Mi alzai prendendo i vestiti piegati anch'essi sul comodino e quando alzai lo sguardo davanti a me vidi il letto vuoto di Jasmin.
Mi accigliai prendendo il telefono e vidi che non ero per nulla in ritardo, forse Jas si è svegliata prima.

Mi vestii subito e feci in due mosse il mio letto per poi andare di fretta in bagno visto che ne avevo estremamente bisogno.
Quando abbassai la maniglia, la porta si rivelò chiusa e io stavo per pisciarmi addosso.
Bussai un po' insistentemente.
"È occupato!"
gridò Jasmin.
Ma io bussai ancora e ancora perché sennò davvero finiva che me la facevo sotto e lei aprì un po' sgarbatamente ma non ci feci caso e la spinsi per entrare dentro e dirigermi subito al Water.
Lei chiuse la porta e mi guardò accogliata.
"Ma non potevi aspettare solo cinque minuti? Stavo per finire!"
disse con la piastra in mano.
"Scusa ma non ce la facevo davvero più!"
"Ok, Ok."

"Perché ti sei piastrata i capelli?"
chiesi mentre mi sistemavo la maglietta sotto i pantaloni a vita alta.
"Perché ne avevo voglia."
rispose alzando le spalle e togliendo la presa.
"Oh ok, per quello ti sei alzata prima?"
"Si."

"Oook, e anche il rossetto era perché ne avevi voglia?"
chiesi guardandola dallo specchio e lei girò gli occhi al cielo mentre io alzai un sopracciglio.
"No..ma questo te lo dirò dopo, cioè questo pomeriggio."
"Va bene!"
risposi sospirando mentre mi spazzolavo i capelli sciogliendo quei fastidiosissimi nodi che si creano ogni volta.

"Io vado di sotto, vuoi qualcosa da mangiare?"
"Veramente volevo passare dal bar a prendermi un caffè latte."
risposi tranquillamente mettendomi un po' di profumo e uscendo fuori dal bagno.
"Apposto allora perché anche io volevo andare al Bar."
disse sorridendomi.
Scendemmo giù e trovammo papà intento a leggere un giornale con una tazza di caffè fumante e io e Jas ci guardammo spontaneamente accigliate l'un l'altra.
Papà alzò lo sguardo verso di noi e sorrise ampiamente.
"Buongiorno bambine!"
Sorridemmo e andai a dargli un bacio sulla guancia dandogli il buongiorno seguita subito da Jasmin che fece la stessa mossa.
"Come mai così di buonumore? e perché non sei già a lavorare?"
chiesi prendendo la mia felpa.
"Già perché?"
chiese anche Jasmin.
"Sono normale - disse guardandoci di sottecchi- e oggi ho un giorno di riposo visto che ho lavorato abbastanza in questi giorni."
"Si certo."
dissi sorridendo sotto i baffi andando a prendere il mio zaino.

"Ci crediamo poco."
disse anche Jasmin sorridendo mentre mi guardava e mi fece l'occhiolino e io sgranai gli occhi assumendo un volto scandalizzato.
"No!"
dissi muovendo la mano nemmeno io so come per cercare di levarmi dalla testa l'immagine di Asiya e mio padre..

Jas iniziò a ridere e uscimmo di casa.

Il vento mi fece ribellare i capelli pentendomi di averli sistemati, visto che tanto si dovevano rovinare lo stesso.
Camminammo fino ad un piccolo bar vicino scuola e ci sistemammo al calduccio, ordinammo la colazione e mentre Jasmin andò a prendere i croissant, un ragazzo sbarcò dall'entrata facendo suonare il piccolo campanellino che ti avvisa che la porta è stata aperta. Alzai lo sguardo su di lui che non ci mise tanto a ricambiare e mi sorrise facendo un cenno. Io feci lo stesso e guardai Jasmin che ancora non si era accorta di nulla, ringrazio il cielo.

Suicide IIWhere stories live. Discover now