CAPITOLO 23

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SOPHIA

Entriamo dentro il collegio maschile cercando di non farci notare troppo,ma la cosa si fa davvero complicata..appena entriamo non c'è nessuno,ma quando svoltiamo nel corridoio di sinistra vediamo un mucchio di ragazzi sparpagliati qua e là,sembra che questo collegio sia stato costruito nella stessa identica maniera di quello delle ragazze.
Cerchiamo di passare il più discretamente possibile,ma come ho detto è complicato,sicuramente ci vedranno e si poseranno qualche domanda o forse anche di più.
Avanziamo lentamente cercando di immaginare di essere invisibili ma è una cosa impossibile.
"Cazzo ci stanno guardando tutti.."
dice con voce strozzata e bassa Jasmin,mi sento paragonata ad una pecora in mezzo ad un bosco circondata da lupi,come se non fossi nel mio habitat ed infatti è proprio così,non sono nel mio collegio.
Sembra non esserci nessun adulto di cui preoccuparsi al momento..
"Secondo te dobbiamo andare sempre dritto?Di la ci sono delle scale."
indico di fianco a me parlando sottovoce,mi indica di inseguirla e saliamo le scale più velocemente di quello che avrei pensato.
Saliamo fino a che un corridoio mi impedisce di continuare a salire ancora,fisso l'immenso corridoio,più lungo di quelli che sono nel nostro istituto e mi metto a camminare senza una meta precisa,come se il mio sesto senso mi stesse guidando verso la fine di quest'ultimo,senza che io ne capissi il perché.
Jasmin continua à chiamare il mio nome ma non ci faccio caso più di tanto,mi giro solo una volta per farle un segno con la mano di starmi dietro e seguirmi,lei sembra non esserne sicura ed infatti se ne sta lì impalata all'inizio del corridoio con le braccia incrociate.
Io continuo e mi blocco..mi blocco dopo aver sentito una risata,una risata che può appartenere solo ed unicamente a una puttana come lei:Joi.
Mi giro lentamente e guardo questa porta nera socchiusa.
"Sai che non è il momento,devi saper essere paziente.."
dice la stessa voce.
Poi una voce maschile,leggermente roca ride.
"Io non so che cosa vuol dire essere pazienti non è presente nel mio vocabolario questa parola."
Non posso crederci che Jasmin aveva ragione,ragione su queste puttane che si aggiravano nel collegio maschile,ogni volta che ne avevano l'occasione,ma non posso ancora dire niente per le altre,non le ho viste,ma per questa ragazza che si trova al di là di questa porta ne sono sicura al 100%.
Ora no cara Joi,la festa è finita.
Faccio una cosa che non mi sarei mai aspettata di fare,soprattutto da parte mia..Spingo la porta fino a farla sbattere contro il muro dietro essa.
Li fisso in modo truce,come per dirle con i pensieri che i suoi giochetti di merda sono finiti,che ora uscirà allo scoperto,che io stessa l'ho scoperta,ho notato i sesti sensi di una donna non sbagliano mai.
Davanti a me c'è un'immagine che mi disgusta,lui che le tocca il fondoschiena premendo quest'ultima contro di lui in modo tale da essere più che appiccicati,il loro sguardo girano su tutto il mio corpo e ad un certo punto non trovo più il coraggio che solamente due secondi fa avevo..
La mia spalla viene toccata da una mano famigliare e so che è Jasmin ma non riesco a girarmi,il mio orgoglio dice di tenere il mio sguardo su quella lurida sgualdrina.
in un istante mi sembra di vivere a rallentatore tutto ciò,con il suo volto assai spaventato,con uno sguardo del tipo che l'ho presa in un momento in cui nessuno doveva e che sicuramente non si aspettava che fossi stata io a spingere quella porta.
Jasmin mi da un pizzicotto nel fianco come per incitarmi di non fare la codarda e sputargli in faccia tutto.
Ma non mi viene tanto bene perché è lei ad incominciare questo round.
"Che cazzo ci fai qui puttanella da quattro soldi?!"
"Io..io..Che cosa ci fai tu qui!"
la mia domanda non è sembrata affatto una domanda ma la mia insicurezza ha fatto si che Joi diventi più sicura di sé.
"A quanto pare qui si fanno i cazzi delle persone altrui eh?"
la guarda in panico,ma dopo Jasmin prende la parola e ringrazio il cielo che sia intervenuta.
"Credi che non si noti quanto sei spaventata? Dal sapere che ti abbiamo colta con le mani nel sacco? Eh cara Joi?Credi davvero che saprai come scappare dalle grinfie della signora Watson? Non ci fermerà nessuno a dirle dove ti abbiamo vista oggi! E sopratutto con chi!"
Ora i ruoli si invertono e non ho mai visto ragazza più coraggiosa di Jasmin,Joi al contrario sembra sudare freddo.
"Non lo fareste mai!"
Ribatte.
"E cosa ti fa pensare questo?Sarai punita come è giusto che sia."
Sembro riacquistare un po' di coraggio nel dirle questo e lei si avvicina pericolosamente a me
puntandomi un dito contro.
"Perché non sono l'unica ad essere qui...ora."
E le sue labbra formano un ghigno a dir poco spaventoso,mentre io sembro diventar bianco cadavere per la paura,cazzo verrò punita anche io,siamo nel collegio dei ragazzi per l'amor del cielo! E io che non ci ho pensato,ero troppo impegnata ad essere contenta nell'aver scoperto dove andava ogni volta che spariva..
Ma poi Jasmin prende di nuovo la parola avanzando come una iena in cerca della sua preda verso Joi,e io mi chiedo per la millesima volta che cazzo avrei fatto se fossi stata sola davanti a questa poco di buono.
"Noi almeno non siamo venute qui di nascosto.Noi siamo venute perché ne avevamo il diritto,dovevamo cercarti,ed è stata proprio la signora Watson a caricarci questo compito
-le punta un dito sul petto- tu no sgualdrina dei miei stivali."
Le mie labbra formano un sorriso nel sentire quelle parola che da tempo volevo dirle anche io,ma il mio coraggio sarà che l'ha mangiato qualche uccellino,perché non sarei mai riuscita a tirarlo fuori come ha appena fatto la ragazza poco più avanti di me.
Il mio sguardo cade sul ragazzo che sembra trattenersi da non so quanto dal ridere notando il suo viso rosso fuoco con una mano appoggiata sulla bocca,ma dopo,subito all'istante cede,ridendo a squarciagola.

Suicide IIWhere stories live. Discover now