CAPITOLO 28

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                      JASMIN
Io e Sophia siamo in camera mia,sta sistemando la sua roba in uno degli armadi nuovi che papà a comprato apposta per lei. Sono seduta sul mio letto e la sto a dir poco fissando,ma non per farlo apposta,solo perché mi sono persa nei miei pensieri. Devo ancora parlare con mia madre per il fatto di prima...dio quanto mi dispiace. Mia madre non sa nulla di tutto ciò che le è successo apparte per la madre e i comportamenti poco virili che mio padre aveva degli anni fa.

Spero solo non se la sia presa,ho visto prima,dallo specchietto,in macchina,quella lacrima che scendeva correndo per la sua guancia pallida. Ma ho preferito non proferire parola.
"C'è qualcosa che non va?"
sbatto più volte le ciglia per risvegliarmi e non rimanere nei miei pensieri ingarbugliati tra se stessi.
Mi sta guardando a sua volta e allora riformulando nella mia mente la domanda che mi ha fatto,le do una risposta "No,scusa è solo che stavo pensando."
I suoi occhi così verdi e belli che mi scrutano attentamente li vorrei avere io.

"Ah,beh mente molto pensitiva noto." mi dice ricominciando a piegare una maglietta per poi posarla delicatamente nell'armadio.
"Non siamo poi così diverse..anche tu hai una mente piuttosto vasta e piena."
le ricordo gentilmente.Fa un sorriso debole e poi annuisce.
"Già."
"Stai bene?"
La domanda esce spontaneamente dalle mie labbra.
"Bene,penso."
Mi alzo da dove ero seduta e avvolgo le mie braccia alle sue e lei fa lo stesso appoggiando la sua testa sulla mia spalla.

"Scusa per prima...non era sua intenzione,credo non sappia nulla."
Capisce subito di cosa le sto parlando.
Mi stringe un po' più forte,senza volerlo,forse.
"Tranquilla,non è colpa di nessuno,solo mia che non riesco ancora a rispondere con delle parole sensate e vere a questa stupida domanda dopo svariati anni."
la tiro subito fuori da quell'abbraccio dolce e la guardo negli occhi accarezzandole la bella chioma di un castano scurissimo.
"Non è assolutamente una stupida domanda,non provare nemmeno a ridirlo,io penso che è totalmente normale che tu reagisca ancora così,sai,non è facile tenere tutto dentro di se e ti dico,se non te l'ho già detto una prima volta,che sei la persona più forte che io abbia mai incontrato nella mia vita,e non lo so come spiegartelo,ma sono davvero fiera di te,che una persona giovane come te sa piangere dietro le porte chiuse e combattono battaglie che nessuno conosce."

mi pizzicano un po' gli occhi perché lei mi riflette,non amo vederla così,infatti quando la vedo stare male non so per quale stupido motivo io mi senta nello stesso modo.
Mi guarda con occhi piangenti e mi sorride appena.
"Ti ringrazio per queste parole,per me contano tanto."
Le sorrido a mia volta e l'aiuto a finire di piegare i suoi vestiti prima di scendere giù e parlare con mia madre,non so ancora come iniziare a parlarle e il solo pensiero di doverle spiegare tutte le cose a lei successe mi rendono ansiosa e triste nello stesso momento. Ma so che mia madre è una persona buona e comprensiva quindi non c'è da preoccuparsi molto.

SOPHIA

Siamo tutti e quattro seduti a tavola per la cena. La madre di Jasmin si è rivelata una vera cuoca e in più ci sono alcuni piatti che fanno nel suo paese e sono a dir poco buonissimi,si,devo dire che ci sono davvero molte spezie,ma rendono il tutto inspiegalmente delizioso.
Alcune volte scambio degli sguardi sorridenti a Jasmin,ma si riesce a sentire la tensione che c'è,sopratutto perché siamo tutti in silenzio,e questa cosa la trovo un po' strana dalla parte della madre di Jasmin,appena l'ho vista mi era sembrata una persona che riesce sempre a tirare fuori qualche argomento pur di parlare un po',ma adesso,non fa altro che mangiare e guardare il suo piatto,ha parlato solo per chiedermi se il cibo era di mio gradimento e poi è stato come se qualcuno le abbia tagliato la lingua di soppiatto,ora che ci penso,non mi ha ancora detto come si chiama,farebbe davvero ridere se lo raccontassi a qualcuno.
'Beh cosa devo dire,questa donna che è la seconda moglie di mio padre mi ha accolto ma non so nemmeno come diavolo si chiami.'
Scuoto la testa per i pensieri stupidi che si aggirano attorno a me e continuo a mangiare.
"Allora cara? Cosa mi racconti?"
Alzo lo sguardo un po' scossa guardando mio padre.
"Nulla di che,tu invece?"
In verità ho molte cose dentro di me che vorrei dirgli ma ho preferito di no.
"Beh ormai sai già quasi tutto-indicò con la forchetta in mano Jasmin e sua madre sorridendo- Lavoro in una Fabbrica di aceto di cui la marca è altrettanto famosa e mi trovo abbastanza bene."
Sorrido timidamente e annuisco aggiungendo "Sono contenta per te."
Do un'occhiata alla madre di jasmin e noto che si sta pulendo la bocca con il tovagliolo continuando a fissare il suo piatto ormai vuoto.
Questo suo silenzio non mi piace tanto..quindi decido che per questa volta dovrò essere io a  prendere fuori un discorso ma Jasmin mi precede e sono contenta perché non sapevo davvero quale argomento potevo tirar fuori.
"Comunque Sophi,qui è casa tua se casomai ti fossero venuti dei dubbi,non essere timida o imbarazzata non c'è assolutamente nessun motivo per esserlo,puoi fare tutto quello che preferisci fare."
Finalmente lo sguardo della madre di Jasmin tocca il mio e le sorrido.
"Grazie Jas,davvero ringrazio tutti per quello che avete fatto e che state facendo per me. Soprattutto lei signora.." Rimango con le parole in aria non sapendo né il suo cognome né il suo nome.
"Oh per bacco! Che vergogna, scusami Sophia, sono Asiya Lanha."
Finalmente mi parlò e mi sentì subito meglio.
Si sentiva che il suo nome fosse straniero ma era davvero bello pronunciarlo ed infatti lo pronunciai poco dopo.
"Asiya..è un bellissimo nome,davvero."
mi guardò ricambiando il mio sorriso.
"Grazie tesoro,anche il tuo mi piace."
Scontrai il mio sguardo con quello di mio padre e stava sorridendo come non l'ho mai visto fare nei mei diciassette anni di vita.
"Allora amore,tu non mi dici nulla? Cosa vorresti fare più in là oppure non so in che scuola vuoi che io ti iscriva."
Era ancora strano sentirlo parlare così gentilmente con me,ma sono sicura che ne farò l'abitudine poiché ne sono contenta che lui sia cambiato in meglio.
Spero solo che la mamma e Shanley lo stiano osservando,devono vedere come è riuscito a cambiare,come si comporta in maniera dolce e virile.
"Io in realtà papà...non so ancora che cosa vorrei fare,ma per la scuola puoi semplicemente iscrivermi a quella in cui va Jasmin."
"si,si,si!"
Risi per la sua reazione.
"Ma certo amore,come preferisci."
Io e Jasmin ci scambiammo un sorriso a trentadue denti.

Suicide IIWhere stories live. Discover now