CAPITOLO 32

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                 SOPHIA

Per mia sfortuna la suoneria della campanella non tardò a suonare per ricordarci di andare in classe, quindi salutai Jas e Sam.
"Ciao Sophi, ci vediamo all'ora di pranzo, dobbiamo resistere solo altre due ore."
mi disse Jas continuando a fare una faccia schifata.

Io e Sam andammo insieme al corso di Scienze, visto che lo avevamo entrambe.
Mentre percorrevamo il lungo corridoio, la mia mente fece un salto a ieri sera, quando Asiya mi parlò. Lei sa tutto. Cioè mi ha detto che all'inizio non sapeva nulla, di Shanley e di come fosse veramente morta mia madre.
Mio padre le ha solo detto che era stato un incidente, perché non gli ha raccontato la verità ?
Mi ha anche detto che si è dispiaciuta per l'altra volta in macchina quando mi aveva chiesto quella domanda, per lei molto inutile, ma per me troppo pesante da digerire.
Mi ha anche detto che è stata Jasmin a dirle tutto quanto e che non dovevo prendermela con lei se le aveva spifferato tutto, ma tanto non lo avrei fatto comunque.
Mi ha abbracciato e mi ha continuato a baciare la testa e la guancia continuandomi a dire che le dispiaceva e che non doveva andare così perché non me lo meritavo.
Devo dire però, che quella donna mi ha toccato veramente il cuore. Mi sta dando l'affetto che nessuno ha saputo davvero darmi, apparte Jasmin. Non dimenticherò mai di come si è proposta di aiutarmi.

Ci sedemmo una accanto all'altra per non annoiarci troppo durante l'ora, magari avremmo potuto chiacchierare un po' se la prof. non ci avrebbe notato, ovviamente.
"Sam, cavolo ho dimenticato il mio quaderno di Scienze nell'armadietto."
dissi a bassa voce notando che il quaderno verde non era nel mio zaino, lei invece si mise a ridere.
"Non ti farà mai uscire dall'aula."
Rispose sghignazzando e io al contrario le scoccai una delle mie occhiatacce.
Senza aspettare che lei noti dell'assenza del mio quaderno rimproverandomi, alzai la mano per richiamare la sua attenzione.
"Dica Jones."
"Scusi Prof. ma ho scordato il mio quaderno nell'armadietto, non è che potrei andare a recuperarlo ?"
chiesi con occhi imploranti, anche per uscire da quell'aula e respirare un po' d'aria fresca.
"Faccia presto Jones, o manderò qualcuno che la venga a cercare."
"Si, si."
Sbuffai e mi alzai dalla sedia per dirigermi fuori dall'aula mentre Sam mi scocchiò un'occhiata sorpresa dal gesto della prof.

Il mio armadietto era vicino alle macchinette quindi ne approfittai per prendermi un thé alla pesca.
Bevvi un sorso e lo posai nel mio armadietto subito dopo. Poi lo avrei messo nel mio zaino, ma ora non potevo sennò la prof andava a pensare che sono uscita apposta.
Presi il mio quaderno di scienze e con tutta la calma di questo mondo, entrai in classe.
La prof non mi disse nulla ma mi lasciò uno sguardo lungo per ben tutto il tragitto che feci per arrivare al mio posto.

"Ci hai messo un po' "
Notò Sam.
"Vuoi che metta il turbo per entrare in classe? con lei in più."
dissi lanciando uno sguardo alla prof che stava scrivendo qualcosa alla lavagna.
Sam annuì semplicemente e iniziò a scrivere qualcosa sul quaderno. Immagino ciò che la prof stava cercando di spiegare senza che qualcuno la interrompa.
"Secondo te Jas potrebbe avere una chance con Andrew?"
Sam domandò questo dal nulla, e io non capivo perché non ha iniziato questo argomento un po' più delicatamente e non sputarlo così direttamente, ma cercai di non farci molto caso.
"Beh, se magari si conoscessero, potrebbe funzionare. Non credi?"
Fece una leggera smorfia che però riuscì a notare e fece solo un accenno di capo.
Sembra quasi che gli dia fastidio di cosa stiamo parlando.
"Perché me lo chiedi?"
aggrottai le sopracciglia e la cercai con lo sguardo che non ricevetti in cambio.
"No, nulla. Solo così, per curiosità."
sembrava strana. E la sua risposta non mi andava giù.
Guardai un attimo avanti e notai che la prof ci stava osservando quindi feci finta di stare attenta e di finire di scrivere le definizioni che erano sulla lavagna.
Continuando a fissare la prof che stava spiegando facendole credere che stessi ascoltando, decisi di farle un'altra domanda.
"Sicura che sia solo per semplice curiosità ?"
la guardai di sottecchi e infatti vidi che era abbastanza tesa.
"Certo. Se non fosse solo per quello te lo avrei già detto. Tranquilla Sophi, non credere che a me mi dia fastidio una cosa del genere, per bacco Jasmin è un'amica molto cara per me. E se avessi dei sentimenti per questo Andrew gli e lo avrei già detto."
Annuì e poi decisi di starmene zitta e ad ascoltare un po' la lezione per non rimanere troppo in dietro con la lezione visto che non ho scritto quasi niente.

               *  *  *  *

"Sono a casa!"
scesi le scale per andare in salotto e trovai Jasmin chiudere la porta da cui è appena entrata con delle buste in mano.
"Sei andata a fare la spesa?"
"Si. C'è qualcuno a casa? mi sembra molto silenziosa."
appoggiò le buste per terra e si buttò sul divano spiaccicando la sua faccia contro un cuscino che usiamo per decorare il divano.
"No, non c'è nessuno. La mamma è ancora a lavoro, in verità è uscita da appena un oretta perché aveva il turno di notte, e papà, non lo so. Non ha nemmeno chiamato."
Jasmin si alzò di scatto e mi puntò un dito contro avanzando lentamente da me "Tu" mi misi a ridere per la scenata che stava facendo anche se non ne capivo il motivo.
"Tu, hai chiamato mia madre 'mamma'!"
Cercai di risponderle ma nemmeno ebbi il tempo di prendere respiro che continuò a parlare.
"Cioè, no, assolutamente non dico che è una cosa brutta. Anzi! è una cosa fantastica! Wow. Cioè ti è venuto naturale oppure ci hai pensato per millenni ?"

Non ci avevo nemmeno pensato.
Cioè non me ne sono resa conto,davvero.
Mi scosse per le spalle con ancora i suoi occhi che uscivano dalle orbite.
"Ti devo dire una bugia?"

"No, la verità. Dai!"

"Sinceramente non ci ho nemmeno fatto caso."
sorrisi e lei ricambiò abbracciandomi.
"Sono contenta che stai iniziando a sentirti davvero a casa tua."

"Con voi come non ci si può sentire a casa sua ?"

si mise a ridere ed entrò in cucina aprendo il frigo tirandone fuori una barretta di cioccolato.
"Anche io la voglio!"
dissi andando verso di lei.
"Tieni mongola."
mi tirò la barretta e la presi al volo.
"Ti devo dire una cosa."
dissi guardandola trattenendomi dal ridere.
"Dimmi brutta."
"Ieri tua madre, quando mi ha parlato..Mi ha raccontato una cosa, ma non sono sicura di volertelo davvero dire, cioè, poi ci rimarresti male."
Cercai con tutte le forze di trattenermi dal scoppiare a ridere mentre la sua faccia si faceva sempre più interessante.
"No, non ti preoccupare, dimmi pure."
"In pratica..ecco. Non so come spiegarti ma, mi ha detto tua madre che tu sei nata in Mongolia - le sue sopracciglia si aggrottarono subito- e che quindi sei una mongola. Cioè è una cosa triste...-Fece una smorfia ma cercai comunque di continuare- Ma tranquilla, non lo racconterò a nessuno. Sono dispiaciuta, davvero."
Mi guardò per dirmi tipo 'sei seria?'
"Ma mi stai prendendo per il culo?!"
Scoppiò a ridere e io con lei.
"Scusa non potevo fermarmi nel dirti una una cosa del genere, non so perché ma mi è passata per la mente così e ho detto 'perché non scassarle un po' i coglioni ?' "
Continuai a ridere a crepapelle e jasmin tra poco non si manteneva nemmeno in piedi.
"Certo che sei proprio cretina."
Ammise mangiando la sua barretta di cioccolata.
"È una battuta squallida ma intelligente."
dissi leccandomi le dita dal cioccolato.
"Si,si, credici."
"Ha ha."

Visto che avremmo casa libera per tutta la serata, Jasmin ha voluto invitare Sam a casa anche se domani c'è lezione.
E ora siamo tutte e tre coricate sul divano con una pizza sul tavolino, che presto finirà.
"Ehi Jas, ho fatto da babysitter a mio nipote prima."
Jas roteò gli occhi prendendo un pezzo di pizza.
"E sentiamo, che ti ha chiesto questa volta?"
domandò quest'ultima con la bocca piena.
"Quale era il numero di Hulk."
"No, non ci posso credere!"
esclamò Jasmin sbattendo la sua mano sulla sua fronte.
"Ti prego, dimmi che gli hai risposto che il numero di hulk è il numero verde."
Tutti scoppiammo in una fragorosa risata e a Jas gli cadde anche del pomodoro sulla sua felpa bianca.

"Ma no, dai! Proprio questa felpa dovevo sporcarmi!"
Sam scoppiò a ridere.

"Sei veramente una sfigata. Proprio la felpa che ti ha regalato Elijah hai sporcato."

"Elijah?"
chiesi maliziosamente facendolo apposta ovviamente.
Alzò lo sguardo e mi fissò per tipo tre ore.
"Vaffanculo. Fanculo tutte due!"
disse togliendosi la felpa e rimanendo in canottiera.
La mise nei panni sporchi e tornò da noi a mangiare la pizza.

Suicide IIWhere stories live. Discover now