CAPITOLO 24

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                     JASMIN

Vorrei tanto che in questo istante,in questo preciso istante,mio padre mi chiami e mi dica che è fatta,che possiamo uscire da qui,che non c'è più bisogno che Sophia resista un minuto di più. Ma questo è solo frutto dei miei pensieri che continuano a galleggiare nella mia mente.

Quella ragazza sembra aver ritrovato se stessa,la vera se stessa,e nel pensare che sia stata proprio io a farla sorridere per la prima volta,sul serio,senza essere costretta a farlo, mi rallegra e non poco.

Ogni volta che sono qui in camera,non avendo nulla da fare mi metto a ricordare il prima giorno che ero venuta per conoscere questa bella ragazza dagli occhi verdi,da cui il suo viso non trasalisce nessun tipo d'imperfezione,forse anche troppo perfetto per essere vero,le voglio abbastanza bene già che farei qualsiasi cosa pur che non si senta male. Io la sento come una vera sorella,non sento la differenza delle madri diverse o altro,e spero davvero che sia la stessa cosa per lei.

Dopo il breve litigio che c'è stato tra la puttana,Sophi e me,siamo uscite subito per raccontare tutto alla signora Watson,mentre le raccontavamo ciò,nel suo ufficio,la signora Foster,credo così si chiami,ha fatto il suo ingresso nell'ufficio nel bel mezzo della discussione e sembrava essere davvero concentrata in quello che dicevamo,e se non mi sbaglio sembrava molto preoccupata..e non capisco da cosa o per chi..

SOPHIA

Sono seduta sulla poltrona situata accanto alla mia finestra,dove la pioggia mi fa da compagnia,i miei pensieri non cessano nella mia testa e sento di poter scoppiare da un momento all'altro.

In questi momenti,come ora,dove non si sente altro che la solitudine che ti divora,Shanley e mamma mi mancano più di ogni altra cosa o essere vivente in questo mondo..
Vorrei anche che solamente per un giorno potessi vederli,per dire a loro ciò che non ho potuto esprimere prima che se ne andassero,ma il destino ha voluto il contrario,e non c'è nulla che possa cambiare il passato,ma giuro,giuro con tutta me stessa,che cercherò di cambiare il mio futuro in uno migliore.

Sono ormai le 9:47,e infatti la signora Foster era entrata prima in camera alle 9:00 per vedere se stessi dormendo,ho fatto come faccio sempre,ho finto di dormire poi quando se ne è andata mi sono alzata e mi sono seduta qui.
Guardando oltre questo vetro,sapendo che c'è una vita migliore al di fuori di questo posto,e che io non potrò mai viverla finché non verrà la madre di Jasmin a prenderci mi fa solo rattristire ancora di più. Ma devo pazientare ancora un po' e sarò,anzi saremo,fuori di qui,ormai mancano solo tre giorni.

Ad un certo punto come se non avessi nulla migliore da fare per colmare il vuoto,lo ingrandisco ancora di più andando ad aprire il mio cassetto e prendendo fuori quel semplice foglio,quel semplice foglio che a così tanto d'importanza,che è stato scritto da colei che non smette mai di essere dentro me..
Inizio a leggere le parole scritte da questo inchiostro nero,il foglio ormai rovinato ma che sembra sempre che sia stato appena scritto.
"Ciao mamma, vado subito al punto,ora scrivo questa lettera per farti capire ciò che mi succede in tua insaputa..
mi guardo allo specchio e non mi riconosco, forse per i lividi sapientemente nascosti o per i tagli che continuo a farmi."

appena inizio a leggere,un groppo alla gola mi si forma,cerco di sopportarlo,volendo andare oltre..
"Ebbene sì, hai letto bene.
tagliarsi va oltre il semplice gesto di prendere una lametta e farla passare premendo sulla pelle, c'è molto altro dietro a questo, ci sono lacrime, tristezza, disperazione, desiderio di farla finita ma non voler provocare dispiaceri agli altri, voglia di distruggere il proprio corpo, odio verso se stessi..."

i miei occhi iniziano ad inumidirsi,il groppo alla gola si fa più grande,ma anche adesso,essendo la testarda che sono,continuo volendo andare sempre oltre..
"tagliarmi mi faceva calmare, mi faceva sentire meglio...
il mio riflesso mi dava il voltastomaco, ero e sono ancora oggi in continuo disagio dentro il mio corpo che mi ha sempre provocato insulti e sofferenze...
più tempo passava e più vuoto sentivo dentro di me, è come essere privati da tutte le emozioni fuorchè della tristezza, una tristezza assoluta che però era talmente tanta da non essere più espressa normalmente, le lacrime ormai erano diventate le gocce di sangue che uscivano dai tagli..."

i miei occhi non riescono più a reggere e le lacrime vengono liberate susseguite da singhiozzi impossibili da trattenere,sento una malinconia pesarmi sul petto come mattoni che ti privano del tuo stesso respiro.
Le parole diventano sfocate fino a confonderle tra esse,le lacrime cadono sul foglio..e non posso fare altre che consolarmi da sola.

Suicide IIWhere stories live. Discover now