Capitolo ventuno⚽️

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20 Aprile 2016

STEPHAN
Stasera si è giocata Roma-Torino all'Olimpico e abbiamo vinto per un soffio. Questa non è stata una delle mie migliori prestazioni, ma non è una novità. Non segno dal tre Aprile.
Con Amanda non ci parliamo dal compleanno di Miralem. Qualche volta capita che ci becchiamo a fissarci e ci scambiamo qualche sorriso ma niente di più. Ho chiuso con lei.

La vita mi ha dato due gambe per giocare a calcio, non per andare dietro ad una donna che non è interessata a me.

Arrivo a casa stanco morto, mi tolgo la giacca e la getto violentemente sul divano. L'unica cosa che voglio fare adesso è andare nel mio amato letto e dimenticare queste ultime settimane di merda.
Quando arrivo al piano di sopra mi accorgo che le luci del corridoio sono accese.
È impossibile che non le abbia spente. Prima di uscire controllo sempre che tutte le luci e gli apparecchi elettronici siano spenti.
Non vorrei mica dare fuoco alla casa.
Dopo qualche secondo sento dei passi.
E se fossero dei ladri?
Entro in camera mia e prendo la prima cosa che trovo per poi attraversare il corridoio. Improvvisamente una mano si poggia sulla mia spalla facendomi sobbalzare. La figura di un uomo occupa la mia vista e senza rendermi conto chi è, cerco di colpirlo con l'arnese, ma lui lo schiva prendendomelo dalle mani.

«È così che accogli tuo fratello?»
«Manu!» , urlo saltandogli addosso.
È Manuel, mio fratello maggiore. Lui ha cinque anni più di me ed è anche il mio manager. 
Dio, quanto mi è mancato.
Ho sempre avuto un buon rapporto con Manuel. È ovvio che come tutti i fratelli litigavamo, discutevamo e addirittura facevamo anche a botte, ma quando cresci impari ad apprezzare di più il fatto di avere qualcuno che ha condiviso con te gran parte della tua vita, che ti conosce come nessun altro e sui cui puoi sempre contare.
Senza mio fratello non sarei mai diventato quello che sono adesso. Lui mi ha sempre spronato a dare il massimo, ha creduto in me e mi ha aiutato a realizzare il mio sogno e anche se adesso viviamo in due città diverse, l'affetto che proviamo l'uno per l'altro non sparisce perché il nostro è un legame troppo forte per essere spezzato ed io sono grato ai miei genitori per avermi donato Manuel.

«Volevi colpirmi con una racchetta?» , domanda posando l'oggetto.
«Era quello l'intento.», ridacchio. «Hai messo su un po' di pancetta o sbaglio?» , domando toccandogli il grembo.
«Fottiti.»
«Dai, scherzavo. Vieni qua, fratellone.» , gli dico dandogli un forte abbraccio che ricambia.
«Ma tutte queste smancerie?Credevo che stando con i romani saresti diventato più cattivo, ma mi sbagliavo.»
«Tu rimani sempre il solito idiota a quanto vedo. Perché sei venuto?» , domando entrando nella mia camera.
Lui mi segue chiudendosi la porta alle spalle e poggiandosi sopra. Mentre mi svesto comincia a parlare.
«Ho dei lavoretti da sbrigare qua a Roma e ho portato con me Giulia per farmi compagnia.»
Giulia è la sua ragazza. È bionda, occhi marroni e rende felice mio fratello da un paio d'anni. È una tipa simpatica, socievole che considero come una sorella ormai.
Un giorno spero di trovare anch'io una ragazza come Giulia che piaccia sia ai miei che a Manuel.
«Non ti facevo così tirchio da preferire casa mia a un hotel.» , lo prendo in giro mettendomi sotto le coperte.
«Scusa se volevo passare del tempo con il mio fratellino e poi tu stesso mi hai dato le chiavi dicendomi che potevo venire quando volevo.» , cerca di difendersi sedendosi sul bordo del letto.
«Ti ha mandato la mamma a controllarmi, non è così?»
«Esattamente.» , confessa annuendo.
«Ho quasi ventiquattro anni, non sono più un bambino. È ora che lo capisca.»
«Sei il suo preferito tra i due, lo sai ed è già tanto che non sia venuta ancora a trovarti.» , fa una breve pausa per poi continuare: «Stai bene?»
«Si. Perché me lo chiedi?»
«Ho seguito tutte le tue ultime partite e non mi sembra che dici la verità. Sei sicuro?»
Forse dovrei essere più sincero con lui, ma non so come la prenderà quando scoprirà che la causa delle mie pessime prestazioni è una ragazza.
«Devo essere sincero con te, Manu. Mi sono innamorato di una ragazza.»
«Oddio, non di nuovo.» , spalanca gli occhi e si getta in modo teatrale sul letto.
«Non fare il coglione e alzati.»
«Dai, racconta.» , dice sdraiandosi a pancia in giù sul mio letto.
«Sono troppo stanco adesso. Ne riparliamo domattina.»
«Niente allenamenti domani?»
«Il mister ci ha dato il giorno libero. Potrai passare con me tutto il tempo che vorrai.» , gli annuncio sfoggiando un sorriso sfacciato.
«Che culo.»
«Sparisci.», dico buttandogli un cuscino addosso.

NOBODY LIKE YOU || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora