Capitolo diciannove⚽️

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OKAY, PREMETTO CHE È UN CAPITOLO MOOOLTO LUNGO E CHE LA COSA MI È LEGGERMENTE SFUGGITA DI MANO MA VABBÈ, BUONA LETTURA (:

❁❁❁

«Amanda, io e tuo padre andiamo. Federico sta dormendo ma tienilo d'occhio. Non vorrei che facesse uno dei suoi incubi.»
«Va bene.» , rispondo spingendo mia madre verso la porta.
Stasera lei e papà vanno a cena fuori per festeggiare il loro anniversario che guarda caso è lo stesso giorno di San Valentino.
Mio padre fa un ultimo giro della casa squadrandomi da capo a piedi e facendomi le solite raccomandazioni per poi uscire.
Non è la prima volta che rimango a casa a guardare Federico, eppure ogni volta è sempre la stessa storia. Detesto questa mancanza di fiducia da parte loro. Mi credono incapace di badare a mio fratello quando in realtà passo più tempo io con lui di loro e so perfettamente tutte le sue debolezze e i suoi punti di forza.
Anche se non lo dimostra, so che mi vuole bene e anche io gliene voglio. È la mia piccola peste a guai a chi me la tocca.

Quando vedo dalla finestra il cancello chiudersi, scappo immediatamente in camera mia per cambiarmi. Marco sarà qui a momenti e io devo ancora truccarmi, pettinarmi e scegliere il vestito. Ne prendo uno a caso (si fa per dire): è rosso, lungo e lascia spalle e petto scoperti. Il rosso è il mio colore preferito ed è perfetto per questa serata. Faccio i boccoli, qualche filo di trucco per risaltare i miei occhi verdi e sono pronta. Il mio ragazzo mi invia un messaggio avvisandomi che è per strada.
Sono agitatissima. Questo è il mio primo-vero San Valentino e voglio che tutto vada per il meglio. Sento di provare qualcosa per Marco e credo di aver trovato la persona con cui vorrò passare il resto della mia vita.
Mentre scendo le scale, però, mi accorgo che ho dimenticato un piccolo dettaglio. Federico! Mica posso lasciarlo a casa da solo, non sono così irresponsabile.
Prendo il cellulare e cerco in rubrica il numero della prima persona che mi viene in mente.

«Pronto?»
«Stephan, sono io.»
«Ciao.», la sua voce si addolcisce.
«Non è che mi faresti un favore?» , gli chiedo giocando con l'orlo del vestito.
Forse non avrei dovuto chiamarlo. Magari sta passando la serata con la sua ragazza. Ma che dico? Stephan non ha la ragazza.
«Tutto quello che vuoi.»
«Potresti venire a casa mia a fare da baby-sitter a mio fratello?Prometto che non ti darà fastidio, devi solo guardarlo mentre dorme.»
«Va bene.»
«Davvero?»
«Si. Sto arrivando.»
Tiro un sospiro di sollievo. Si vede che non aveva niente di meglio da fare per accettare una simile richiesta.
Nel frattempo sono passati quarantacinque minuti e ancora di Marco non so niente. L'ho chiamato come minimo trenta volte e inviatogli venti messaggi. Ma niente. Inizio a pensare che gli possa essere successo qualcosa.
A distogliermi da questi brutti pensieri è il campanello che suona facendomi sussultare. Mi alzo dal divano sistemandomi il vestito per poi aprire la porta.

«Ah, sei tu.», dico allontanandomi dall'entrata alla vista di Stephan.
Indossa una felpa grigia della Nike, pantaloni e scarpe nere sempre della stessa marca.
«Sono felice di vederti anche io comunque.» , mi dice sorridendo e chiudendo la porta.
Mi raggiunge in salotto.
«Sei bellissima.»
«Lo so.» , dico sbuffando sedendomi sul divano.
«Sai anche che qualche grazie ogni tanto non guasterebbe?»
Gli mostro orgogliosa il dito medio.
«Sempre gentile.» , dice sedendosi accanto a me.

C'è un silenzio imbarazzante e si è creata una strana tensione tra di noi. Abbasso lo sguardo e noto che Stephan sta giocando con i braccialetti che ha sul polso. È davvero nervoso.
«Ti porto da mio fratello.» , dico per stemperare la tensione.
Lo porto di sopra, ci dirigiamo verso la camera di mio fratello e restiamo sulla porta a guardarlo mentre dorme.
«Come si chiama?» , domanda.
«Federico.» , rispondo incrociando le braccia.
«Sembra un angelo.» , commenta il moro.
«Si, quando dorme. In realtà è una peste.»
«Ne prende dalla sorella.»
«Oggi sei proprio in vena di essere mandato a fanculo a quanto vedo.»
Lui mi prende per i fianchi e mi dà un bacio sulla guancia.
«Stephan! Il fondotinta, cazzo. Ora lo devo sistemare.» , dico correndo in camera mia.
Lui mi segue.
«Vuoi rovinarmi anche il rossetto?»
«A quello ci penserà qualcun'altro.» , dice sedendosi sul mio letto.

NOBODY LIKE YOU || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora