Capitolo sedici⚽️

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Alla fine sono rimasta. Non lo so nemmeno io perché, ma non c'era nessuna parte di me che voleva andarsene. Il mio cuore mi diceva che quello era il posto dove dovevo essere.
Volevo solo sapere cos'altro avesse in mente.
«È stata un'esperienza emozionante. Grazie.» , lo ringrazio non appena lo raggiungo all'uscita.
«Sono contento che ti sia piaciuto.»
«Mi piacerebbe visitarlo ogni giorno.»
«La vedo dura.», dice sorridendo e portandosi la mano sulla nuca.

A pranzo Stephan mi porta a mangiare al ristorante con vista sul Colosseo.
«Sono sicura che nessuno degli architetti di oggi potrebbe fare di meglio. Il Colosseo è un luogo così magico, un posto incantevole e unico al mondo. È perfetto nelle sue piccole imperfezioni, non importa in quanti hanno cercato di buttarlo giù, è sempre rimasto in piedi e forte. Siamo così piccoli difronte a questa meraviglia.»
Appena finisco di parlare, alzo lo sguardo e noto Stephan fissarmi.
«Che c'è?Perché mi guardi così?» , domando bevendo un sorso d'acqua.
«Non sapevo che ti piacesse così tanto l'architettura romana.»
«Quante cose che non sai di me, Stephan.»
«E non credi che questo sia il momento giusto per dirmele?»

Il cameriere ci interrompe portandoci il conto e vedo Stephan fulminarlo con lo sguardo. Trattengo una risata.
Tiro fuori il portafoglio per pagare, ma il moro mi precede.

«Grazie, non dovevi.» , dico una volta usciti dal ristorante.
«Che uomo sarei se non pagassi il pranzo alla mia ragazza?»
Mi fermo di colpo. Ho sentito bene?
«Alla mia ragazza?» , domando voltandomi nella sua direzione.
«Scherzavo.» , ammette nervoso.
E invece no, non scherzava affatto. Il suo tono era tutto tranne che ironico. Lo conosco da un paio di settimane ma già so che l'ironia non è il suo forte.

Il pomeriggio l'abbiamo passato a fare i turisti in giro per Roma e ci siamo diverti scattando foto ai monumenti, a noi e ai tizi strani che si aggiravano per la città. Roma è così particolare.
Da oggi mi piace di più.
Fortunatamente a parte quel ragazzino, nessuno ha riconosciuto Stephan, anche se molti lo fissavano con aria sospetta.

«Ti porto a guardare il tramonto.» , dice Stephan cogliendomi alla sprovvista.
«Dove?»
«Seguimi.»
Stephan inizia a correre, e a me non resta altro che fare lo stesso, però si becca tutti i miei tipi di insulti.
Quando finalmente lo raggiungo, mi dice di chiudere gli occhi.
«Non ci penso proprio.»
Lui sbuffa.
«Ti fidi di me?»
«No.»
«Ancora non ti fidi di me?»
«Certo che mi fido di te, idiota.» dico pizzicandogli la guancia. Ed è vero.
Io mi fido di lui.
Chiudo gli occhi e la sua mano prende la mia provocandomi dei brividi in tutto il corpo.
La sua mano è così fredda e io cerco di stringerla per riscaldarla.
Lui la stringe più forte come se avesse paura di lasciarmi andare.
Improvvisamente capisco che non c'è posto più bello di quello dove sono ora.

Solo con te mi sento al sicuro.

Apro gli occhi e davanti a me si presenta un vero e proprio spettacolo della natura.
Il cielo con i suoi colori caldi si mescola con le nuvole che si perdono all'orizzonte. La città grigia e rumorosa pare si lasci coinvolgere da questo spettacolo, creando un perfetto contrasto.
Gli ultimi raggi di sole illuminano i nostri visi mentre tutto intorno a noi sembra prendere un'altra forma.
Il tutto accompagnato dal cinguettio degli uccelli.
Non è il solito tramonto quello che vedo, ha qualcosa di diverso, di particolare forse perché lo sto guardando insieme a lui.

«Era il minimo che potessi fare dopo avermi fatto camminare tutto il giorno.» , dico incrociando le braccia.
Stephan ride.
«Ti piace?»
«Tantissimo. Non smetterò mai di ringraziarti per questa fantastica giornata.»
In questo momento vorrei fargli mille domande: come conosce questo posto, perché mi ha portato qua e soprattutto come fa a sorprendermi sempre. Ma decido di tenerle per me, perché voglio godermi questo momento fino in fondo. Con lui accanto.

NOBODY LIKE YOU || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora