Capitolo undici⚽️

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-Stephan, siamo qui da un po'. Chi cazzo si credere di essere questo?Maradona?- si lamenta Emma.
Stiamo aspettando in macchina un compagno di squadra di Stephan.
Ha detto che sarebbe arrivato in due minuti, ma ne sono passati venti.
Stephan ridacchia e da lontano vediamo un ragazzo venire verso di noi.
Il tizio entra in macchina salutandoci e si siede accanto al conducente.
-Scusate se ho fatto tardi, ma i giornalisti non mi mollavano.-
-Ragazze, lui è Leandro Paredes. Leandro, loro sono Amanda, la figlia del mister, ed Emma, la sua amica.-
Leandro si gira per darci la mano e non posso non notare i suoi magnifici occhi azzurri. Occhi che fanno colpo pure su Emma.

Stephan mette in moto e durante il tragitto, una voce interrompe il silenzio che si era creato.
-Chi di loro è la tua ragazza?- domanda
Leandro al suo amico come se noi non esistessimo.
Stephan, bada a quello che dici.

-Nessuna di loro.- ammette Stephan scuotendo la testa.
-Andiamo, hai la figlia del mister qua dietro. Possibile che non ci hai fatto nulla?
Gli dò un colpo sulla nuca.
-Ahia! Ma sei impazzita?- dice voltandosi verso di me.
-Ecco perché non ci ho fatto nulla.- ammette alla fine Stephan.

Dopo un tragitto pieno di risate, canzoni e battutacce, arriviamo in discoteca e Stephan lascia le chiavi della macchina al parcheggiatore.

-Sicuro che fanno entrare anche noi?- gli domando.
-Piccola, io sono Stephan El Shaarawy.- dice facendomi l'occhiolino.
Saltando il fatto che mi ha chiamato piccola, sono sorpresa da tutta questa sicurezza che dimostra all'improvviso.
Guardo verso la mia destra, vicino all'entrata, e noto che c'è una fila immensa di ragazzi che sperano di entrare, e appena vedono Stephan e Leandro, li chiamano e gli scattano delle foto.
Sulla porta c'è una guardia grande e grossa che ci squadra dalla testa ai piedi.
Mi fa un po' di timore, così stringo la mano a Stephan. Lui e l'uomo della sicurezza si scambiano uno sguardo d'intesa, e quest'ultimo annuisce facendoci entrare.
Tiro un sospiro di sollievo.

L'interno della discoteca è qualcosa di meraviglioso. È illuminato da luci viola, blu e fucsia. Tra una pista e l'altra ci sono dei tavoli con delle sedie di una forma abbastanza particolare, in più su alcuni di questi tavoli ci ballano delle spogliarelliste.
C'è una parte di questa discoteca, in fondo, caratterizzata da divanetti in velluto rosso a forma di U, il tutto circondato da paletti di delimitazione con la corda.
Su quei divanetti ci sono seduti i compagni di Stephan, così li raggiungiamo.

Arrivati, tutti ci guardano in modo strano. Inizialmente non capisco perché, poi mi accorgo di tenere ancora la mano a Stephan. Ci guardiamo imbarazzati e tolgo subito la mia mano dalla sua. Salutiamo i ragazzi e tiro via Emma da Paredes per andarci a sedere.
Ci guardiamo intorno e noto che mancano Alessandro, Radja e Francesco.

Squadro tutta la discoteca per vedere Marco, ma non lo trovo.
-Dove cazzo sei?- dico ad alta voce.
-Chi stai cercando?- mi domanda un tizio.
È quel Manolas del cartellino giallo.
-Non ti riguarda.-
-A Kostas, sta' attento che mozzica.- dice Daniele dall'altra parte del divano.
Tutti si mettono a ridere a quell'orrenda battuta, esclusa me.
Dopo un po' il divanetto inizia a svuotarsi e Paredes si avvicina ad Emma per chiederle di ballare. Prego Emma di non lasciarmi qua da sola con Stephan, ma lei mi ignora completamente e accetta l'invito di Leandro.

Mi volto per guardare il ragazzo a pochi centimetri da me e noto che sta bevendo il suo cocktail.
Prendo il cellulare e scrivo un messaggio a Marco.

Dove cazzo sei?

Il messaggio di risposta non arriva ed io inizio a spazientirmi.
Stephan nota il mio malessere e si avvicina.

NOBODY LIKE YOU || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora