Capitolo uno⚽️

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Un'altro trasferimento. Un'altra città. Un'altra casa. Altri amici. Un'altra vita.
Ricomincio tutto daccapo, d'altronde non è una novità. A causa del lavoro di mio padre io e la mia famiglia siamo costretti a seguirlo, e questa volta il suo lavoro ci ha portati a Roma, la città eterna.
Non è la prima volta che ci trasferiamo nella capitale, sono contenta che mio padre alleni un'altra volta la Roma e anche se tifo Fiorentina, la Roma è la mia seconda squadra. Sono nata a Firenze e per me è lei la città più bella d'Italia: Ponte Vecchio, gli Uffizi, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, palazzo Pitti. È la città d'origine del Rinascimento e la patria dell'arte. Chi non vorrebbe vivere lì?

*Toc Toc*
-Avanti.-
-Signorina Amanda, la cena è pronta.- mi avvisa Carmen.
Carmen è la cameriera di casa, viene dal Venezuela e si occupa della parte interna della casa come cucinare, pulire e fare il bucato, mentre per la parte esterna della casa se ne occupa il giardiniere, Augusto.

Nella sala da pranzo ci sono mamma, papà e Federico, il mio fratellino di dieci anni.
Mi siedo a tavola e inizio a mangiare. C'è un silenzio tombale, ma papà decide di interromperlo interpellandomi.

-Amanda, perché non ti scrivi all'università?- domanda.
Quasi mi strozzo. Non ho intenzione di iscrivermi all'università. Voglio diventare un modella, non uno scienziato. Trovo che lo studio sia una perdita di tempo. Sprecare altri cinque anni della mia vita a studiare. Ma per chi mi ha presa?
-Papà, sai benissimo come la penso.-
-E infatti non mi piace come la pensi.- alza la voce battendo un pugno sul tavolo.
-Luciano, calmati.- interviene mia madre.
-E invece no, non mi calmo. Dopo tutto quello che sto facendo per mantenere questa famiglia, per darti un buon futuro. Tu mi ripaghi così? Ma vuoi darmi un po' di soddisfazione?-
-Stai dicendo che sono un fallimento?Mi consideri una delusione, non è così?Beh, vaffanculo papà.-
Detto questo mi alzo di scatto e me ne vado in camera mia. Delle lacrime iniziano a rigarmi il volto. Detesto mio padre. Potrà essere bravo ad allenare i giocatori, ma con i figli non ci sa proprio fare. Quando lo capirà che decido io cosa farne della mia vita?

Sono già le nove del mattino e solo adesso mi accorgo di essermi addormentata vestita.
Mi alzo e corro subito a cambiarmi. Le parole di mio padre mi rimbombano nella testa, 'delusione' e 'fallimento' sono le mie preferite.
Molto probabilmente oggi andrò a cercare un appartamento in città, così non sarò costretta a stare sotto gli ordini dei miei genitori. È davvero imbarazzante avere diciannove anni e fare tutto quello che dicono papino e mammina. Ma a chi voglio prendere in giro?Ho sempre fatto di testa mia e di certo non cambierò idea adesso.

-Mamma, vado a fare un giro in città.-
-Non fai colazione?-
-La farò fuori. Ah, non aspettatemi per pranzo.-
-Mangerò da sola, che novità.- ironizza.
-Papà non torna?-domando.
-No, deve allenare la squadra a Trigoria. Dovresti andare pure tu.-
-Ma sei scema?Io non metto piede in quel posto schifoso.-
Ed è vero. È un posto davvero orrendo, pieno di pozzanghere e prostitute. Una squadra così ricca come la Roma in quel postaccio, ridicolo.
-Devi chiedere scusa a tuo padre. Dopo che te ne sei andata è scoppiato in lacrime.-
-Non mi importa.-
-Amanda! Non puoi dire così, è tuo padre e sai quanto lui ci tienga a te.-mi accarezza i capelli.
Momento emozionante, si, ma detesto queste 'dimostrazioni d'affetto' perciò vedo di divincolarmi da quello che ormai è diventato un abbraccio.
-Io vado, ma non ti prometto niente.- esco velocemente prima che possa ribattere.

È da tre ore che cammino avanti e indietro per Roma in cerca di un appartamento, ma nessuno sembra soddisfare i miei gusti raffinati. Guardo l'ora sul mio iPhone e scopro che è ora di pranzo. Entro nel primo ristorante di lusso che trovo e dopo aver ordinato dò un'occhiata alla tv. Parlano dei nuovi acquisti della Roma, che coincidenza. Papà dovrà allenare Perotti, Zukanovic e un certo El....Non faccio in tempo a sentire l'ultimo nome che subito arriva il cameriere con la mia ordinazione.
Finito il pranzo raggiungo papà a Trigoria. Non fatevi strane idee, voglio solo andarlo a trovare per vedere i nuovi giocatori, anche se lui cerca di tenermi lontana per paura che io possa mettermi con uno di loro. È già successo una volta e non è finita bene.
Prendo un taxi e arrivo a Trigoria, come al solito ci sono un sacco di tifosi che aspettano l'uscita dei giocatori. Non capisco l'utilità di aspettarli per così tanto tempo, quando alla fine escono quasi tutti dal retro. Idioti.

-Signorina, dove crede di andare?- mi domanda una guardia appena mi vede entrare dal cancello.
-Sono la figlia di Luciano Spalletti.-
-Si, certo, e io sono Francesco Totti. Mi faccia la cortesia di aspettare fuori.- e con la mano mi accompagna all'uscita.
Sono veramente disgustata da questo trattamento. Quando mio padre saprà quello che mi hanno fatto saranno in un mare di guai. Ma adesso devo inventarmi qualcosa per entrare. Ma cosa?
Mi allontano per capire se posso entrare dall'altro lato e sembra che la fortuna oggi sia dalla mia parte perché il cancello è semichiuso. Sgattaiolo velocemente dentro sperando che nessuno mi abbia vista. Cammino normalmente cercando di non sembrare un'intrusa. L'ultima volta che sono venuta a Trigoria avevo dieci anni e non è che io ricordi molto. Alla mia destra noto una porta con su scritto 'spogliatoi' e spero vivamente di trovare mio padre lì. Mal che vada incontrerò un bel fusto a petto nudo, sopravviverò. I miei piedi mi portano alle docce. Ad un tratto sento dei passi arrivare e io mi ficco dentro la prima doccia che capita, sperando di non essere scoperta. Vi ricordate quando prima ho detto che la fortuna stava dalla mia parte? Beh, pare che se ne sia andata perché sento delle gocce bagnarmi il corpo, deducendo che il tizio abbia scelto proprio la mia doccia. Ma che fortuna. Ormai so che sarò scoperta ma spero vivamente in qualche botta di culo, così chiudo gli occhi. La botta di culo non è arrivata perché il ragazzo ha appena urlato:'SICUREZZA'.

NOBODY LIKE YOU || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora