Capitolo sei⚽️

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-Amanda, inizia a prepararti che tra un po' arriva il calciatore.-urla mia madre dal piano di sotto.
Sono in piedi davanti alla mia cabina armadio a scegliere cosa mettere. Ovviamente non voglio essere bella per lui, ma per una questione di principio. Ho un mucchio di vestiti, ma non trovo niente che possa andare bene per questa serata. Sarei dovuta andare a fare shopping ieri, ma i miei mi tengono prigioniera in casa.
Dopo ore ed ore a fissare a vuoto l'armadio, prendo un vestito nero a tubino semplicissimo che copre tutte le spalle e infine dei tacchi non troppo alti. Faccio i capelli ad onde, un filo di trucco e qualche accessorio. Per completare il tutto, aggiungo un po' di profumo.
Scendo sotto e mia madre inizia farmi i suoi soliti apprezzamenti inopportuni.

-Ti sei fatta bella per lui?- domanda con un sorrisetto.
-Assolutamente no. Non lo toccherei nemmeno con un dito.- affermo.
-Ad Amanda piace Stephan El Shaarawy.- cantilena mio fratello.
-Finiscila o ti ficco la testa nel cesso.- gli dico abbassandomi alla sua altezza.
Federico corre subito da mamma a dirle tutto e io ricevo l'ennesima rimproverata della settimana. Grazie, Fede.
Suonano al campanello e subito mio padre si precipita sotto.
Sono le otto e mezza precise. Puntuale il ragazzo.

-Stephan, benvenuto.- dice mio padre.
Indossa uno smoking completamente nero e ha le scarpe lucide dello stesso colore. Per non parlare della sua odiosa cresta. Più alta che mai. Ammetto che non è male conciato così, anche se in divisa lo trovo più carino. Quando mi avvicino per salutarlo sento il suo profumo. E che profumo. È buonissimo.
-Grazie. Mi sono permesso di portare due mazzi di fiori a sua moglie e a sua figlia. E anche una bottiglia di vino per lei.-sorride.
-Grazie, Stephan. Non dovevi.- dice mia madre facendogli un sorriso.
-Anche perché io non bevo vino.- annuncia mio padre.
Tutti noi restiamo sorpresi. A papà piace molto il vino.
-Sto scherzando.- dice.
Immaginavo. Papà è sempre il solito burlone. Tutti noi ridiamo, compreso Stephan che sembra stia sudando freddo. Adoro vederlo in agitazione. Farò tutto il possibile per farlo sentire così durante tutta la serata.
Ci accomodiamo: papà a capotavola, mamma alla sua destra, io alla sua sinistra, Fede vicino a mamma, e poi, naturalmente, Stephan vicino a me.

-Sei bellissima vestita così.- mi sussurra quando mio padre è distratto.
-Sei pessimo.- affermo.

La cameriera esce con le prime portate.

-Allora, Stephan, ti trovi bene qua a Roma?- domanda mia madre.
Secondo lei, Stephan, le risponderà di no?Che domande.
-Certo che si. Ho trovato una bella casa fuori dal centro. Più o meno grande come la vostra. L'unico difetto è che ci vivo da solo.-
Oh, povero.
-I tuoi genitori non vivono con te?- domanda mia madre, impicciona com'è.
-No. Loro stanno a Savona.-
-Hai fratelli o sorelle?- continua la donna che mi partorito.
-Si, ho un fratello più grande che si chiama Manuel che vive a Milano.-
-Una famiglia sparsa in tutta Italia, insomma.-
Mamma è convinta di aver fatto una battuta e si mette a ridere. Tutti la seguono eccetto me.

-Stephan, tu come andavi a scuola?- domanda mio padre.
Ecco, ci risiamo. Pare che la scuola sia il suo argomento preferito.
-Diciamo che non era tra le mie priorità. Inoltre, passavo tutto il mio tempo in giardino a giocare a pallone. A sedici anni presi parte alla mia prima partita e ricordo che mia madre mi disse che se non avessi finito tutti i compiti non mi avrebbe fatto giocare.-
Tutti scoppiamo a ridere, me compresa.
-In quella partita segnai il mio primo goal e dà allora mi allenavo sempre di più. La scuola non mi interessava. Il mio scopo nella vita era diventare un calciatore e sono felice di aver realizzato il mio sogno. Mi sento molto fortunato.-
Sono colpita dalle sue parole. Lo credevo più superficiale. I suoi occhi si illuminano quando parla di calcio come i miei quando vedo un vestito carino. Uguali. Nella sua voce riesco a sentire tutta la sincerità e l'emozione che prova. È come se fosse un bambino.

-E quanto hai preso alla maturità?- domando.
Vedo Stephan farsi piccolo piccolo su quella sedia mentre le sue guance diventano sempre più rosse.
-Sessanta.- afferma con un filo di vergogna.
Rido tra me e me per questa cosa. Doveva essere proprio scarso per prendere così poco.
Abbozzo un sorriso e mamma mi guarda con una faccia del tipo 'non ridere'. Cerco di trattenermi ma Stephan se ne accorge e mi rivolge la stessa domanda.

-Novantadue.- rispondo con un certo tono di superiorità.
Sbarra gli occhi incredulo.
-Meno venti.- aggiunge mio padre.
Non riesco a crederci che non mi abbia tenuto il gioco. Che tristezza. Sarebbe stato divertente vederlo spiazzato per tutta la serata.
-Non ti è andata male.- dice Stephan.
-Meglio di te sicuro.- rispondo incrociando le braccia.
-Amanda poteva fare di più.- aggiunge papà.

Si è creata una strana tensione, ma cerco di stemperarla.

-Hai la ragazza?- domando.
Non che mi interessi. Ma più lo metto a disagio, più questa cena diventa interessante.
-Amanda! Sono domande personali.- mi rimprovera mia madre.
-Non si preoccupi.- dopo si rivolge a me -No, non ho la ragazza, Amanda.-
Intanto sulla sua faccia si è formato un sorriso e credo anche il perché.
Intanto papà si è alzato da tavola perché gli è arrivata un telefonata, mentre mamma è andata in bagno e Fede sta guardando la tv.
Siamo rimasti soli e ne approfitto per continuare con le mie domande impertinenti.

SPAZIO AUTRICE
Hey, volevo ringraziarvi per aver votato il capitolo precedente🤗inoltre vi invito a farlo un'altra volta perché a cinque 'stelline' pubblicherò il capitolo sette che sarà decisamente più bello ed interessante.

NOBODY LIKE YOU || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora