Capitolo diciassette⚽️

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«Amanda! Aspettami.» urla mio padre mentre chiude lo sportello della macchina.
Siamo appena arrivati a Trigoria e dieci minuti fa avevo un appuntamento con Marco al muretto del campo. Spero sia ancora lì.
Mentre cerco di raggiungerlo, però, sbatto contro qualcuno.
«Sei sempre in mezzo quando non ci devi essere.» , mi rivolgo a Stephan portando le braccia ai fianchi.
«Sono felice di vederti anche io.» dice ridendo. «Ci prendiamo un caffè al bar?»
«Mi dispiace ma devo vedermi con Marco e ho mio padre alle calcagne.» gli confesso sbuffando.
«Tu vai che lo distraggo io.»
«Sul serio?» domando.
«Muoviti prima che cambi idea.»
Gli dò un bacio sulla guancia come per ringraziarlo e scappo dal mio ragazzo.

«Alla buon ora!» , esclama Marco abbracciandomi.
«Amore, scusami, ma con mio padre è impossibile, fortunatamente c'era Stephan.» dico, e subito mi pento amaramente delle parole che ho appena detto.
«Stephan?Non ti avevo detto di stare lontana lui?»
«Ed è così. È stato solo un caso, davvero.» dico poggiando la testa nell'incavo del suo collo.
«Me la bevo.» dice spostandomi uno ciocca di capelli.
«Ti amo.» mi sussurra, poi, all'orecchio.
«Ti amo anche io.»
Marco fa intrecciare le nostre mani per poi avvicinarsi al mio viso e baciarmi. Un bacio diverso dagli altri, forse il migliore fra quelli che ci siamo dati fin ora. Un bacio pulito, sincero, senza fretta.
«Settimana prossima è San Valentino, dove hai deciso di portarmi?» , domando a Marco.
Lui mi dà un bacio per poi strizzare l'occhio e dirmi «Sorpresa.»
«Odio le sorprese.»

STEPHAN
«Buongiorno, mister!» , saluto il mio allenatore bloccandogli il passaggio.
Sono proprio un cretino. Sto coprendo la ragazza che mi piace davanti a suo padre mentre è a fare chissà cosa con il suo fidanzatino.
«Bungiorno, Stephan! Come va la gamba?»
«La gamba?» domando confuso.
«Si, Alessandro m'ha detto che avevi sentito dei dolori ieri.»
«Ah, si. Nulla di preoccupate, è tutto apposto.»
«Bene, perché ti voglio in forma per la partita contro il Carpi. Parti da titolare.» , mi annuncia poggiando una mano sulla mia spalla.
A quelle parole un sorriso spunta sulle mie labbra. Terza partita consecutiva in cui gioco da titolare. Non potrebbe andare meglio di così. Sento come se la Roma fosse la mia possibilità di rinascita, di una rivincita contro quella squadra che non mi aveva dato fiducia.
Per me Spalletti è come se fosse un secondo padre e gli sono grato per darmi tutte queste possibilità per mettermi in mostra.

AMANDA
Sono le 20.45, è appena iniziata Carpi-Roma e io sono seduta sul divano già in pigiama con la coperta che mi avvolge e mamma e Federico che mi fanno compagnia.
In realtà mia madre voleva guardare "C'è posta per te", ma io e Fede abbiamo insistito così tanto per vedere la partita che si è rassegnata. Solitamente è mio fratello a perdere, ma stasera no. Diciamo che sono io l'ago della bilancia quando papà non è a casa.

Le squadre entrano in campo con i bambini come da rito e allo stesso tempo mi arriva un messaggio da parte di Marco.

Stasera usciamo?

Non mi sento tanto bene, scusa

Okay, rimettiti presto
Buonanotte, amore❤️

Perché continuo a mentirgli?Stavolta non stavo facendo niente di male. Solo che non è normale che una ragazza preferisca stare a casa il Sabato sera per vedere una partita piuttosto che uscire con il proprio ragazzo.
Marco è così carino e gentile che non si merita tutto queste bugie.

«Amanda, guarda Stephan.» mi avvisa mia madre.
Alzo lo sguardo e davanti a me si presenta una scena bellissima. Una delle più belle che io abbia mai visto. Stephan ha dato la sua felpa a una ragazzina che stava morendo di freddo. Sorrido.

NOBODY LIKE YOU || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora