XXII 'Occhi a me'

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-Ringrazia il cielo che non lo sono! Se fossi un poliziotto vi farei chiudere questa baracca, le darei fuoco e non ricostruirei nulla!- quasi grido. -Avete al meno i permessi per vendere alcolici?!- sibilo.

-Sei seria?- 

-Sei fatta?!- sbotto vendendo le sue pupille dilatate e gli occhi lucidi.

-No, no.- risponde velocemente, sta trattenendo una risata e vorrei prenderla a schiaffi.

Non solo sono in una bettola scadente, dove l'unica cosa salvabile è il secchio della spazzatura, ma dovevo beccare anche la barista fatta. Di bene in meglio. Lucas me la paga cara, mi conosce, sa quello che odio e dove doveva mandarmi?! Altro che aritmia cardiaca, lo strozzo con le mie mani. Gli faccio vedere io cosa voglia dire non avere ossigeno. 

-Ho trovato casualmente questa locandina per questo evento.- mi schiarisco la voce passandole il foglio. -Vorrei sapere, chi sono gli artisti emergenti.- spiego scandendo le parole.

Corrucciata, la ragazza dai capelli ossigenati e di un biondo palesemente finto, legge ciò che è scritto. Ci sta mettendo troppo tempo e la cosa mi disturba. Sbatto il piede per terra, per farle cenno di muoversi. Sarò anche maleducata, ma in questo luogo è concesso comportarsi così. 

-Ah si, Tini si occupa di queste cose. Io servo i clienti, non sono un'organizzatrice di eventi.- farfuglia restituendomi la locandina.

Alzo gli occhi al cielo e cerco di contare almeno fino a tre.

-Dove posso trovare questa Tini?- chiedo velocemente.

-Viene la sera.- alza le spalle.

-La sera.- ripeto le sue parole. -Non hai un numero di telefono? Un indirizzo?! Ti sembro una che possa passare almeno dieci minuti qui dentro?! Di sera?!- 

-No, non ho nessun contatto. So solo che viene sta sera.- farfuglia alzando le spalle.

Sbuffo, cercando di mantenere una sana dose di pazienza.

-Bene, mi auguro che questa sera, questo posto..- indico il locale con una mano. -Sia pulito.- sputo andando verso la porta. 

-La consumazione è obbligatoria!- grida acutamente. 

Quando esco in strada inspiro profondamente, cercando di dimenticarmi l'odore acre di alcolici e vomito. Non ci tornerò mai 'sta sera. Cerco il telefono dentro lo zaino, è inutile che divago dicendo che non ci verrò mai, devo avere delle risposte e a quanto pare l'unica persona che sappia qualcosa è questa fantomatica Tini. Ma da sola di certo non ci ritorno.

Chiamo Nathan velocemente, sbattendo il piede a terra.

-Pronto?- farfuglia assonnato.

-Sono appena uscita dal The Social, è un luogo infernale, non credo nemmeno che abbia la licenza per ospitare più di cinque persone, spiegami tu come ci si possa organizzare un concerto.- sbotto camminando verso la fermata della metro.

Vi rendete conto? Prendo anche la metropolitana. 

-Sei il mio prototipo di buongiorno preferito.- borbotta ironico.

-Dobbiamo tornare qui questa sera Nathan.- sorvolo le sue parole.

-Lavoro.- sento il rumore delle coperte che vengono scalciate. -Ma sei fortunata, appena stacco ti vengo a prendere.-

-Mi porterò lo spray al peperoncino.- farfuglio timbrando il biglietto.

-Questo rumore che sento.. E' per caso la metropolitana?!- chiede il moro sbigottito.

-Ti sorprenderà sapere che ho scelto di venire con i mezzi pubblici.- annuncio mentre seguo il fiume di persone dirigersi verso la banchina.

-Quanti passi avanti, la mia giovane Alice.- 

If you don't know l.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora