IV 'Miller'

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Capitolo corretto il 18/04/2017

Allora, aldilà del fatto che Lucas sia uno psicopatico e che dopo un anno, nessuno può farmi cambiare idea, qualcosa non mi torna. Come sempre d'altronde. 

Se lui è fottutamente sparito, come diavolo fa a sapere che non ho letto le sue lettere? L'unica risposta che riesco a darmi è che, se forse  avessi letto le lettere, non sarei andata a prendere le sue vecchie cose al collegio. Ma io le sue cose le vado a prendere lo stesso, ormai sono più mie che sue. 

Cazzarola.

Però, io qua vado fuori di testa. E' tutto un forse, è tutto un'ipotesi, è tutto campato in aria. Tutto quello che mi ero imposta dopo aver chiuso il biondo nel dimenticatoio, è andato a farsi fottere. 

Forse è proprio questo il nesso della storia, il fatto che sono così debole sotto al suo potere, che ancora dopo tutto questo tempo, io sia ancora qui. Pronta in prima fila a farmi sconvolgere la vita da un ragazzo che non vedo da un anno. 

Il problema che persiste è che se leggo queste diavolo di lettere, di nuovo affogherò dentro alla sua follia. Sarò di nuovo impegnata a cercare di capirlo. E la mia mente sarà monopolizzata dalla sua presenza. Come sempre. In fin dei conti, ogni persona che ho conosciuto o anche solo osservato nell'arco di questo anno, l'ho paragonata a Lucas. E nessuno è mai stato all'altezza del mio tempo. 

Sono diventata tutto quello che odiavo. 

Sono la nuova Cassandra della situazione. 

Sospiro e apro lo zaino. La scatola del tempo, la lista e le sue lettere sono lì, ferme ed immobili. Per quanto io sia andata fuori di testa, posso sentire che mi stanno dicendo di aprirle.

C'è, rendiamoci conto. Sto veramente dicendo che sento delle voci? Questo non è un buon segno, per niente.

Tiro fuori tutto quello che mi serve dallo zaino e lo lancio sul letto, con un gesto veloce chiudo a chiave la porta della mia stanza. Per un attimo la fisso, rendendomi conto di quanto sia simile alla mia vecchia stanza del collegio. Il letto matrimoniale posto sotto la finestra, una scrivania e l'armadio enorme addossato al muro. Ovviamente, l'ironia del destino, ha voluto che tutto l'arredamento fosse bianco. 

Fottutamente bianco.

Cammino insicura verso il letto cercando di capire perchè, mi sento così limitata nel fare qualcosa. 

La parte irrazionale del mio cervello mi sta dicendo di fare un casino, di leggere quelle schifose lettere e di cercarlo fino in capo al mondo. Mentre l'altra, si limita a dirmi di contare fino a dieci e domandarmi se ne vale davvero la pena. Credo di essere cresciuta molto, non sono più così infantile. Ora riesco persino ad analizzare sinteticamente i pro ed i contro delle situazioni. 

-'Fanculo, io le apro.- sbotto sedendomi sul letto. Prendo la prima e fisso la busta chiusa. 

C'è il mio indirizzo, le sue fottute iniziali ed un numero. Molto ambiguo. Con mani tremanti e stranamente sudate, strappo via con una forza inaudita la busta. Il foglio che si presenta alla mia vista è uno, ingiallito e stranamente poco pieno. In genere, la sua calligrafia disordinata e confusionaria, riempie ogni angolo del foglio, mentre questo è quasi vuoto.

-Alice, come stai? Suppongo bene. Ho saputo che frequenti il college e che vivi con Cassandra, mi giungono voci delle tue litigate da ragazzina viziata per la camera più grande, sei sempre la stessa. Comunque, hai visto? Ce l'hai fatta. Un anno fa ti ho detto che non dovevi buttarti giù, che saresti riuscita nel tuo intento. Io come sto? Non lo so nemmeno io. Stanno succedendo cose molto strane, che non riesco nemmeno a descrivere tramite una lettera. Strano però, sono sempre riuscito a scrivere tutto, anche i miei segreti più profondi mentre ora, la mia mente è in panne. Ho deciso di fare una cosa, i ragazzi non hanno capito il mio intento, credo che mi odino, ma come dargli torto. Su ogni busta sarà presente un numero, sei intelligente, capirai a cosa sarà collegato. Solo alla fine saprai il perchè di tutto. Ti sto per chiedere una cosa importante Alice, devi trovarmi e devi aiutarmi. Un anno fa ti dissi che ti avrei trovato io, ora tocca a te. L.H.- leggo ad alta voce confusa.

If you don't know l.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora