XII 'Numero zero'

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Sono strettamente convinta che nella vita, si facciano degli errori. Magari si finisce con la persona sbagliata, pensando che alla fine, quel che ci accade sia giusto così. Che magari sia giusto rimanere fermi, in un limbo, ad aspettare che qualcosa di nuovo alzi la linea piatta che è diventata ormai la nostra vita. Avete presente quando scorre tutto lento? Quando ti fermi per un solo secondo a riflettere su quanto sia diventata apatica la tua vita? Ecco, in questo istante mentre fisso senza espressione Calum e Cassandra che, a loro volta mi fissano preoccupati, penso proprio a questo. Ho sempre creduto nel fatto che la vita andasse alimentata da risate e scherzi, da futili giochi. Respiro pesantemente e appoggio le mani sul tavolo, un vizio che ho ripreso da quella dispotica di mia madre. E' come se sentissi il bisogno di reggermi a qualcosa, prima di cadere inevitabilmente dentro le mie stesse trappole. L'idea era quella di vivere tranquillamente, di essere una persona nuova. Ma poi in stazione mi sono messa a gridare ed ho preso a calci la cabina telefonica e tutte le mie promesse sono andate a farsi fottere. Inutile dire che quando sono arrivati Cal e Cass mi hanno portata via di peso. Non ho rivolto parola a nessuno fino ad ora. Alle loro domande ho risposto con 'Fottetevi pure voi'. Non capisco come facciano a volermi bene lo stesso, credo di essere una ragazza altamente insopportabile. Ma ho anche dei difetti, no? 

-Siamo finiti dentro una cosa più grande di noi.- annuncio lentamente dopo minuti di silenzio che sembrano ore. Quasi secoli. Anche se, mi piace creare suspense attorno alle mie parole.

-Puoi spiegarci per favore?- sbuffa Calum. Alzo lo sguardo verso di lui, fulminandolo.

-Senti, noi ci vogliamo bene, siamo amici e tutto quello che vuoi. Ma se continui ad avere questo atteggiamento saccente nei miei confronti, userò la tua testa come ferma carte e sai anche tu che posso farlo.- sibilo tra i denti.

-Dannazione mettiti nei miei panni! Sono più o meno due settimane che voi due mi tenente nascosto qualcosa! E' anche il mio migliore amico, non solo il tuo ragazzo!- piagnucola.

-Il mio ragazzo? Addirittura? Direi conoscenti, c'è non ci allarghiamo con gli appellativi o con le definizioni.- alzo un sopracciglio muovendo teatralmente le mani.

-Bhè, almeno per un piccolo lasso di tempo lo è stato.- alza le spalle Cass. Sbuffo e conto fino a dieci. Okay, vogliono sapere quello che ho scoperto. Accontentiamoli, a modo mio però. 

-Potrei aver casualmente trovato un secondo diario appartenente a quella psicopatica di Jenna, potrei aver trovato delle pillole e delle finte analisi del sangue..- parlo tranquilla. 

-Fin qua c'eravamo arrivati.- annuisce più tranquillo Cal.

Che bello, il dono del bipolarismo passa da persona a persona.

Dio li fa psicopatici e poi me li fa conoscere. Li fa pazzi e li butta dentro la mia vita.

Che gioia.

-Inoltre potrei esser caduta accidentalmente su delle labbra maschili e potrei aver ricevuto una telefonata di addio. Ovviamente tutto questo in un periodo ipotetico.- sorrido in maniera inquietante.

-Okay.. Labbra maschili, una telefonata..- sussurra Cass. -Cioè cosa?! Quali labbra maschili?!- grida facendomi sussultare. Il bello della mia migliore amica è che si interessa alle mie interazioni sociali più che agli enigmi che ci fanno uscire pazze. 

-Cassandra tranquilla.- alzo le mani. -Ma oggi non fa più caldo del solito?- mi guardo intorno. -Non vi va di fare una bella passeggiata?- fisso la finestra.

-Con Tyler? E la telefonata?!- grida Cal. Okay, niente cambio di argomento. 

-Quanto siete dispotici ragazzi miei, ve l'ho detto è stata una giornata interessante.- mi fisso le unghie. 

If you don't know l.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora