XIII 'Sconosciuto'

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Cerco di controllare le mie risate sguaiate. Sto ridendo di cuore e non succedeva da mesi. Tyler è dannatamente simpatico, affabile e affascinante. Credo che sia proprio il termine giusto per descriverlo, affascinante. Lo è nel modo di porsi, nel modo semplice quanto sofisticato di prendermi in giro. Lo è persino adesso che imita un tricheco con le bacchette del cinese. O giapponese. Insomma qualsiasi cosa abbiamo appena mangiato. E' tardi, non mi aspettavo di passare una giornata così. Con tutto quello che è successo mi sembra di essere in vacanza. 

-Smettila ti prego!- continuo a ridere mentre lo vedo farfugliare parole a caso.

-Non mi trovi bello? Sarei un tricheco favoloso!- ride.

-No saresti semplicemente un idiota, persino da tricheco.- lo prendo in giro.

-Vogliamo tirare le somme di questo primo appuntamento?- sorride di sbieco posando finalmente le bacchette.

-E perchè mai dovremmo?- alzo un sopracciglio.

-Perchè se ti sei divertita e hai voglia di rivedermi, possiamo dire che quest'appuntamento è stato una vittoria.- spiega tranquillo.

-Chi ti dice che mi sono divertita?- rimango sulle mie.

-Chi mi dice che non ti sei divertita?- 

-Potrei aver mentito per tutta la sera facendoti credere di essermi divertita quando in realtà mi sono annoiata a morte.- alzo le spalle.

-Se ridessi per finta saresti più carina.- sorride appena.

-Stai dicendo che in generale sono brutta?- fingo sgomento. 

-Non dirmi che sei una di quelle che ha sempre bisogno di sentirsi dire che è bella.- trattiene un sorriso.

-Esattamente, ho sempre bisogno di sentirmi dire che sono bella. Devo alimentare il mio ego smisurato.- alzo le spalle.

-Non si può allora, non potrei mai vivere nella tua ombra.- sorride.

-E invece dovrai farlo.- gli faccio una linguaccia e ride di cuore.

Mi mordo il labbro. 

-Pensi ancora a lui?- si rabbuia.

-Credo che tu sia bipolare, che diavolo di bisogno c'era di nominarlo?!- sbotto.

Ovvio, scontato. Non ho pensato minimamente a Lucas e lui che fa? Deve nominarmelo. Ovvio. 

-Perchè ho bisogno di sapere che non pensi a lui altrimenti diventa imbarazzante.- spiega tranquillo.

-Addirittura imbarazzante?- alzo un sopracciglio.

-Certo, stai iniziando a piacermi e non vorrei che tu uscissi con me solo perchè ti annoi, solo perchè vuoi dimenticarlo.- 

-Non stiamo andando troppo velocemente?!- farfuglio quasi a disagio.

-No, il tempo va troppo veloce. Mettici pure il fatto che temporeggiamo ..- alza le spalle.

Ingoio rumorosamente. 

-Che facciamo ora?- cambio velocemente discorso.

-Quello che vuoi.- sorride non del tutto. Lui non sa quanto sia difficile per me parlare di amore, di relazioni, di un qualcosa di stabile e maturo. L'ultima volta che ho giocato a fare la fidanzatina mi sono ritrovata con una lettera d'addio e finte promesse. Direi che mi è lecito. 

Poi amore, ormai non so nemmeno cosa voglia dire.

Stai facendo troppo la tragica Alice, riprenditi.

-Mi accompagni a casa?- chiedo di getto. Sono una persona davvero incoerente.

-Ma certo.- sorride tranquillo, come se i suoi pensieri fossero stati scacciati velocemente dalla sua testa. 

If you don't know l.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora