II 'Rimpatriate'

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Capitolo corretto il 18/04/2017

E' meglio che nessuno oggi mi rivolga la parola. Altrimenti faccio una strage. E' decisamente meglio che resto chiusa in camera, nella mia solitudine e nelle mie ansie. Del tipo che ormai Cassandra è stata declassata, la mia nuova migliore amica è l'ansia. Ho dormito due ore, non sono uscita nemmeno per mangiare e Cassandra non ha fatto altro che mandarmi messaggi di scuse. Il bello è che dorme nella camera di fianco alla mia. Che bella che è la convivenza tra amiche. 

No, non aprirò quelle fottute lettere. Non sono psicologicamente pronta. E non lo sarò mai.

Ho giurato di chiudere quella parte di me dentro ad una scatola. Quella parte così curiosa, cinica, senza freni. Quella che ha rischiato troppe volte di perdere un polmone per via delle corse, quella che ha rischiato di farsi espellere e diseredare dalla propria famiglia. Quella che ha dato tutto per poi non avere nulla. 

Volevo essere una persona nuova, volevo essere una nuova Alice. Sempre egocentrica, sempre megalomane, ma meno curiosa. Meno impressionabile ai misteri. 

E invece no. E' tutto di nuovo qui. 

Perchè quando uno dice di aver chiuso con tutto, tutto torna a galla? E' mai possibile passare giornate tranquille? Insomma okay, ci sta che non ci sentiamo più. Ma perchè dopo un anno deve tornare, con tutti i suoi fantasmi, ad essere il centro del mio universo?! 

No, non ci sta che non ci sentiamo più. Non ci sta per niente. Perchè io adesso non me ne faccio niente di queste stupide lettere, perchè nulla potrà cambiare o alleviare tutte le mie nottate insonni a cercare una soluzione per tutti i misteri che girano attorno a Lucas. 

Tempo perso. E lui è l'unica ragione di tutto questo. 

Ma di tutto questo cosa poi? 

Qualcuno bussa alla porta della mia stanza ma non rispondo. Mi sembra di esser tornata in quello stupido collegio. Forse era più difficile di quanto credessi  riuscire ad archiviare tutto.  

E io sono stanca di rincorrere qualcuno che ormai non esiste più.

-Alice?! Alice apri!- piagnucola la riccia. 

Che poi mi è pure impossibile tenerle il muso. Da una parte la capisco, già sono pesante di mio, figuriamoci quanto posso esser stata pesante nel periodo post traumatico chiamato Lucas. Già è tanto che non mi ha soffocata nel sonno. Infondo le ho chiesto io di non parlarmi più di lui. 

Sbuffo, lascio un'ultima occhiata alle lettere sigillate e poggiate casualmente sulla scrivania prima di aprirle la porta.

-Cosa c'è?- chiedo secca.

-Innanzi tutto mi dispiace, veramente tanto.- sussurra e annuisco. -Poi.. Vorrei sapere se stai bene..- 

-Certo Cassandra, non dovrei stare bene?- chiedo sarcastica.

-Hai ragione. Le hai lette?- 

-No e non credo di farlo.- borbotto. -Perchè?- 

-Perchè ne è appena arrivata un'altra.- il mio cuore si blocca per un secondo. 

Credo di aver appena visto la luce, quella dei film. Volete sapere cosa mi ha detto, per quel secondo la luce? Che sono un'idiota. 

Sto delirando, questo è il mio nuovo motto.

Aggrotto le sopracciglia e la supero andando in soggiorno. Sul piccolo tavolo in legno è poggiata un'altra lettera. Incuriosita, o forse spaventata, la fisso. 

-Cassandra, arrivano tramite posta o le porta qualcuno?- do voce ai miei pensieri.

-Arrivano per posta.. Solo che questa l'ho trovata vicino alla porta di casa.- sussurra pensierosa. 

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