Epilogo

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Capitolo corretto il 04/04/2017

Grazie di essere rimaste con me fino ad ora.

Mi sveglio stiracchiandomi, fa caldo, troppo caldo. Perchè fa così caldo? Apro gli occhi di scatto realizzo di essere, ancora una volta, nel mio letto. E' passato un mese da quando sono uscita dal collegio, da quando ho chiuso ogni ricordo in una scatola e gettato tutto dentro l'armadio. Vedete? La fissa per gli armadi e per le scatole direi che non mi è passata velocemente. La mia camera è sempre uguale, se non fosse per una piccola polaroid attaccata al muro sopra la scrivania. E per un piccolo trofeo abbozzato. Si, spero tutti si ricordino quando l'ho lanciato con rabbia contro il muro. Indovinate per colpa di chi? Rido al solo pensiero.

Devo imparare a gestire la rabbia. Come quando, appena uscita dal collegio ho acceso il telefono e cercato immediatamente Lucas su ogni social network possibile ed immaginabile. E l'ho trovato, perchè le mie doti da stalker sono sempre pronte. E si, stavo dicendo che l'ho trovato, sorridente con il suo basso o chitarra, quello che sia. E no, non l'ho aggiunto, non ho voluto confondere, di nuovo, la mia vita con la sua. Devo essere sincera, non l'ho aggiunto perchè il nostro mondo è così reale che non può essere definito da un'amicizia su facebook. Perchè quello che ho provato stando con lui, non può essere rinchiuso da un mi piace o da una richiesta di amicizia. Ah si, fa caldo perchè mia madre tiene ancora bloccata la mia finestra per via dei miei vecchi comportamenti. Quando siamo tornate anziché gioire per essere tornata alla mia vita perfetta, ho pianto per due giorni consecutivi. Quando i miei fratelli mi hanno chiesto come fosse andata la mia esperienza, ho lanciato loro il piatto.

Volete sapere cosa mi ha cucinato mia madre appena sono tornata?!

Il petto di pollo.

Divertente vero?!

Il mio telefono squilla interrottamente. Ecco perchè non mi era mancato. Ora ricordo. Lo sblocco e leggo i messaggi, i miei pseudo amici mi mandano gli auguri, c'è chi mi chiede di vederci, chi si scusa ancora per essere sparito per tre mesi.

Fottetevi. E' il messaggio che mando a tutti.

Scendo a fare colazione, osservando il tavolo da pranzo imbandito da palloncini e pietanze prelibate. Indovinate chi compie diciotto anni proprio oggi?

-Eccola! La nostra festeggiata!- grida mia madre venendomi vicino.

-Non toccarmi madre. Non è il momento.- ringhio sedendomi a tavola. Prendo il mio caffè latte e sospiro. Lo sapete che ho bisogno dei miei cinque minuti. Lo sapeva bene Cassandra con le sue manie da crocerossina, era sempre pronta a curare ogni mio male.

-Alice?- mi richiama mio padre, rispondo con un cenno del capo. -Hai scritto a tua zia.. Fottiti?- trattiene una risata.

-Ho fatto copia e incolla e l'ho inoltrato a tutti.- sibilo poggiando la tazza vuota sul tavolo.

-E' arrivato un pacco per te.- sorride mia madre.

-Un pacco?- chiedo aggrottando le sopracciglia.

-Si, viene da York.- sorride ancora.

Mi alzo lentamente, insomma, sono più vecchia di un anno! Non ho più la forza per correre. Vicino alla porta vi è uno scatolone, con su scritto 'fragile'. Lo prendo, non è pesante come pensavo. Fragile come la mia pazienza, perchè sta vacillando. Ho voglia di prendere a calci questo stupido scatolone ma non lo faccio. Ho ancora un briciolo di pazienza. Forse.

-Dove vai?- chiede mia madre. Da quando mi ha vista piangere e da quando ha stretto la mano del famoso, quanto troppo biondo, troppo alto, troppo simpatico, Luke Hemmings, spera sempre che io e lui convoliamo a nozze.

ALICE l.hWhere stories live. Discover now