XXVII 'Dobbiamo parlare'

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Capitolo corretto il 01/04/2017

-Alice?!- tuona qualcuno.

Sto dormendo beatamente sul banco, ho passato la nottata a crogiolarmi tra le coperte, stringendo uno stupido diario e lamentandomi. Sembrerebbe una bella storia no? Invece no. Ho sonno e qualcuno parla. Anzi, qualcuno mi sta toccando la spalla. Perchè nessuno condivide la mia idea del 'no contatto fisico grazie?'

Però perchè con Lucas non la metti in pratica questa regola?!

Oddio.

-Signorina Lancaster!!- urla più forte. 

Apro gli occhi e mi guardo intorno. Sbadiglio e mi stiracchio.

-Si?- chiedo sonnecchiando.

-Alla lavagna, subito!- metto a fuoco chi sia il proprietario di questa voce orribile. E' il professore di matematica.. Cosa?! Già è l'ora di matematica?! Ma quanto ho dormito?!

-Devo ripetertelo?!- grida.

-No, stia calmo. Non c'è bisogno di gridare.- borbotto alzandomi. Sono tutti in silenzio, tranne Cass che sta ridendo. Quando vado alla lavagna mi rendo conto che questa è piena di numeri, simboli e lettere.

Ma insomma no?! La matematica sono numeri, chi diavolo ha deciso di doverli unire alle lettere?! Già è complicata di suo, ci mettete pure le lettere finiamo per creare una poltiglia confusa di numeri nella nostra testa!

-Risolva questa operazione, altrimenti le metto un impreparato.- sibila.

Prendo il gesso e fisso la lavagna. Perdo tempo fissando la superficie scura. Che faccio? All'ultima lezione ho dormito.. Che diavolo faccio?! Mentre sto per scrivere qualcosa, la campanella suona. 

Grazie, grazie davvero. Sorrido rimettendo il gessetto al suo posto.

-Lei è molto fortunata signorina. Vedremo al prossimo compito in classe.- ghigna.

-Mi sta minacciando?!- chiedo indignata.

-No, assolutamente no. Ma l'avverto...- si alza prendendo la sua ventiquattro ore e sparisce dall'aula. 

Sono da sola in classe e mi siedo sul banco. Ho bisogno di cancelleria per attuare il mio piano da battaglia. Mi alzo e chiudo la porta, apro lo zaino e prendo, sempre in prestito, scotch e puntine. Sorrido soddisfatta ed esco dall'aula. E' tutto un grande prestito, poi prometto solennemente di restituire tutto quello che nascondo in camera. Lo giuro. 

Cass mi sta aspettando sulla porta della mensa, ha una strana espressione. Quando mi avvicino sorride fintamente.

-Non sei brava a mentire, per quello ti servono anni di esperienza, che succede?- 

-Niente, che ti fa pensare che io stia mentendo?- parla velocemente.

-Questo! La tua espressione, il modo in cui farfugli.. So riconoscere chi mente.- sorrido soddisfatta.

-Ho sentito..- bisbiglia. -Dalle altre ragazze, che la direttrice vuole ispezionare le camere degli studenti. Credo che voglia farlo durante le ore di lezione.- si mordicchia l'unghia del pollice.

-Serio?- mi pizzico il ponte del naso. -Si tutto torna, la discussione di ieri notte..- ragiono ad alta voce.

-Devi nascondere..- non continua la frase. Mi volto e trovo Michael che ci fissa.

-Cosa deve nascondere?- chiede stizzito.

Ora, vorrei fermare il tempo e prenderlo a bastonate. Veramente eh. Non si può odiare così tanto una persona. E' altamente impossibile. Improbabile, impensabile.

ALICE l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora