PARTE TERZA - Capitolo 12 (IV, prosegue...)

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   L'uomo diede una rapida occhiata nel giardino, al di là della finestra, poi si impresse una spinta con le mani sulla scrivania e le ruote della poltrona presero a scivolare sul lucido pavimento dello studio, arrestandosi poco più in là. Si alzò strofinandosi gli occhi dalla stanchezza e sbadigliò più volte, meditando seriamente sulla possibilità di scendere a sdraiarsi per un po' in salotto. Solo una buona mezz'ora di pace, poi si riprende.

   Dieci minuti più tardi la sua mente era già offuscata da una pesante coltre di sonnolenza, ed il suo corpo giaceva immobile ed affaticato sull'immancabile divano nero.



   Nel confuso stato di dormiveglia che generalmente precede un lungo sonno irrequieto, Dave si ritrovò a meditare una volta in più sulla sua condizione attuale, sulle sue incertezze, sui suoi timori. Lo fece in modo del tutto distaccato, come gli fosse stato concesso il privilegio di valutare la propria vita in terza persona. Che fine avevano fatto le notti felici, spensierati attimi di tenerezza? Quanti secoli erano passati dall'ultimo sonno di tranquillo riposo? Era bastato poco per cancellare tutto.

   Poco dopo un drappo scuro calò sul suo stato di coscienza; ne avvertì l'inquietudine, una paura inconscia, un misterioso interrogativo su cosa avrebbe potuto incontrare al suo risveglio. Oramai, in quell'ultimo inquietante periodo, la realtà stava sfumando, cambiava pelle, tramutandosi in qualcosa di pericolosamente irrazionale. Era da mesi che...

   Solo mezz'ora, non di più...

   Il sonno lo avvolse definitivamente.

UN DOLORE OSCURO (prosecuzione)Onde as histórias ganham vida. Descobre agora