PARTE TERZA - Capitolo 10 (XI, prosegue...)

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   Tra le mani palpeggiò qualcosa di morbido, (...il maglione di Ellen ...) e subito ricordò come e dove si era addormentato. Assunse come punto di riferimento i numeri perfettamente squadrati della sveglia. Erano le 01:26AM. Poi, basandosi sulla sua conoscenza dell'ambiente e procedendo a tentativi (...appena qua vicino dovrebbe esserci l'armadio... un po' più a destra trovo lo specchio... ancora un po' più avanti, eccola...), riuscì ad afferrare una delle sbarre di ferro dell'intelaiatura del letto, e con essa si aiutò a sollevarsi.

   L'urgenza stava diventando... qualcosa di più di un'urgenza, una necessità.

   Con le braccia protese in avanti, nel tentativo di avvertire eventuali oggetti prima di finirci rovinosamente contro, Dave raggiunse la porta di ingresso della camera. Attraverso il corridoio del piano su cui si trovava, il buio risultava nettamente meno denso di come era apparso nella stanza, rischiarato, seppure in modo alquanto approssimativo, da una luce accesa al piano di sotto. L'uomo si ricordò che prima di salire, non aveva spento la luce del salotto: ovvio, non avevo certo progettato di dormire rannicchiato sul pavimento della mia ex camera da letto.

   Imboccò così la strada che gli avrebbe permesso di espletare la sua impellente necessità. Quando entrò in bagno ed accese la luce, gli occhi gli bruciarono fastidiosamente. Non chiuse la porta a chiave, perché avrebbe dovuto? Non l'aveva mai fatto neppure quando c'era Ellen. Urinò a volontà, gongolandosi in una sensazione di estatico piacere, nel sentire e nel vedere la pancia rotonda sgonfiarsi ed appiattirsi lentamente. Quando ebbe terminato si sentì decisamente meglio. Si sciacquò il viso e la situazione fu ancora migliore. Cominciava a riprendersi.

UN DOLORE OSCURO (prosecuzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora