~ Bleeding love ~

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In auto mi sento meno sicura. Non so se sto facendo la cosa giusta ma non voglio che qualcuno parli male di me. «Voglio comprare io i miei indumenti se è possibile. Mi fa sentire a disagio... poi questo completino intimo è uno spreco se nessuno può togliermelo di dosso...»
Parker annuisce e lo sento fischiettare per la prima volta. Sembra così diverso. Sotto gli occhiali da sole non riesco a vedere i suoi occhi ma il suo umore, man mano che ci avviciniamo all'ufficio, cambia radicalmente. Ci fermiamo a solo un isolato di distanza. Apro la portiera ma la sua mano blocca la mia coscia. Lo guardo confusa.
«Niente bacio?», si sporge in attesa.
Alzo gli occhi al cielo e sospiro. «Buona giornata tesoro e buon lavoro!», bacio la sua guancia con un sorrisetto vittorioso e mi incammino verso l'ufficio.
Tea mi saluta raggiante dietro la sua scrivania quando mi vede arrivare. «È di ottimo umore oggi!». Si riferisce ovviamente al capo.
Mi siedo davanti al computer e inizio la mia giornata tranquilla. Sistemo il mio piccolo ufficio, le cartelle e poi ad ora di pranzo scendo con Tea a mensa. Ci sediamo al nostro solito tavolo ognuna immersa nei propri pensieri. «Andato bene il weekend?», domanda mentre affetta dell'anguria. Con questo caldo un pò di frutta fresca ci vuole proprio.
«Si molto. Il tuo?»
Si stringe nelle spalle tenendo le posate per aria. «La solita noia. Devo trovare qualcosa di diverso da fare invece di andare al club dei libri...»
«Ti annoi?», mastico la mia fetta di anguria. «Pensavo ci si divertisse.»
«Parlare con persone che non leggono nemmeno i libri ma stanno lì solo per spettegolare, immagina un po' come io mi senta in mezzo a loro», gesticola.
«Beh qualche volta potremmo uscire, sempre se ti va...», mi alzo mentre lei cerca le parole per rispondere. Noto che sorride mentre mi metto in fila per prendere una bottiglia d'acqua.
«Ho sentito dire che lo sta usando per altre copertine. Si sono visti parecchio nel suo appartamento.»
Mi volto e noto il solito gruppetto di oche alle mie spalle. Distolgo lo sguardo e cerco di fare finta di niente, di non avere sentito le loro cattiverie gratuite. Lo fanno perchè sono gelose, ripeto più a me stessa.
«Io invece ho sentito che hanno uno strano accordo.»
Stringo i pugni e lancio uno sguardo a Tea che mima di prendere anche a lei una bottiglia di acqua. Annuisco e seguo la fila.
«Secondo voi è una questione di soldi?», domanda una di loro a voce un po' troppo alta.
Mordo le guance e prendo le bottigliette. La cameriera mi sorride come sempre in modo cordiale ed io ricambio forzatamente. Sto davvero trattenendo ogni istinto di avventarmi contro quella stronzetta viziata.
Arrivo al tavolo rigida, Tea se ne accorge e domanda se mi sento bene. «Si, è solo che non sono abituata alle cattiverie gratuite che alcune delle ragazze mi rivolgono senza la minima preoccupazione di essere sentite». Mando giù un sorso di acqua e cerco di placare il groppo che ho in gola.
Tea mi guarda comprensiva. «È successo anche a me tempo fa. Ho avuto una relazione con uno dei direttori. È stato difficile fare finta di niente.»
Le oche si siedono alle nostre spalle. Parlano abbastanza ad alta voce e i loro toni, mi rendono parecchio nervosa.
«Ho sentito che al bar hanno dato spettacolo», ridono.
Tea mi guarda allarmata e corrucciata. Bevo perché inizio ad avere la gola secca e cerco di non fare attenzione al chiacchiericcio che continua alle nostre spalle. Ho il sospetto che lo stiano facendo apposta, che stiano cercando di provocarmi.
«Sono sicura che lo stia usando per i soldi. Uno come lui non può stare con una come lei. Avete visto come arriva in ufficio? Per non parlare di quelle lecchine che le sorridono come se fosse il loro capo!»
Sbatto i palmi sul tavolo facendo tintinnare tutto. A mensa cala uno strano silenzio. Mi alzo di scatto e le guardo una ad una. Hanno gli occhi sbarrati e il sorriso che poco prima aleggiava sulle loro labbra si è trasformato in una smorfia.
«Non vi stancate mai? Non avete una vostra vita? Siete così meschine da parlare sempre dei fatti altrui? Siete vergognose e disgustose! Adesso capisco perché nessuno vi corteggia o vi ama, perché siete proprio delle stronze senza cuore e senza vita! Siete delle ragazzine frustrate e invidiose!»
Tea ha lo sguardo allarmato e non sa cosa fare. Una delle oche si alza e mi fronteggia. «Sappiamo tutte che ti sbatti il capo!»
«Qual è il tuo problema?», risponde Tea alzandosi e ritrovando il controllo.
«Oh sta zitta! Sappiamo tutti la ragione del tuo impiego in questo posto!»
«Come ti permetti? Ti fa sentire importante parlarci in questo modo? Cosa hai fatto tu per ottenere il lavoro? No, dimmelo perché in te non vedo nessuna intelligenza, quindi dimmi: come hai fatto? Fatevi una vita! Non avete di meglio da fare? Tipo lavorare?»
«Detto dalla Puttanella del capo non è il massimo!»
La guardo con disgusto e trattengo la mano che pulsa e tenta di arrivare su quel visetto impertinente. «Mi fai proprio pena!» Mi incammino verso l'uscita.
«Sappiamo tutti quello che sei! Ti sbatti il capo per ottenere un aumento o le attenzioni che nessuno ti dà!», urla alle mie spalle.
«Tu non sai un bel niente di me! Stanne fuori!»
I miei occhi si riempiono di lacrime e impallidisco quando vedo Parker a mensa. Il suo sguardo mi fa rabbrividire ma sono troppo scossa per dire altro e corro subito fuori. Sento Tea chiamarmi ma raggiungo il mio quadratino più in fretta che posso, raccolgo le mie cose ed esco dall'ufficio. Ho il cuore a mille e le lacrime scendono senza intenzione di arrestarsi. Chiamo un taxi facendomi lasciare al parco.
Seduta sulla panchina, aspetto che Lexa mi raggiunga. Quando arriva e nota il mio umore, cerca di non iniziare la sua raffica di domande. Capisco subito che è curiosa di sapere tutto; Le racconto cosa è successo e le parlo con cuore aperto di come mi sono sentita. «Non posso andare avanti così... io non sono opportunista, non sono come loro mi hanno descritta! Ho fatto dei sacrifici per ottenere quel lavoro!», scuoto la testa e trattengo le lacrime.
«Mi dici cosa ti fa stare davvero male? Per cosa stai piangendo?», Lexa mi guarda come fa sempre quando sa che non sto piangendo per cose futili come una scaramuccia in ufficio con una collega.
«Piango perché mi sto rendendo conto di tenere troppo a lui. Sono fottuta! Non posso permettermi un altro rapporto fallito, altre delusioni o problemi. Non posso continuare così...», tiro su con il naso.
Lexa mi abbraccia. «Lo so. Pensi di iniziare ad amarlo? Hai paura per questo?»
«Si ne ho paura, ho paura di non essere abbastanza per lui, di non essere quella che merita perché non potrò mai amarlo al cento per cento per come si dovrebbe amare una persona. Ho paura di perderlo e di deluderlo. Ho paura di non riuscire a reggere tutta questa situazione in ufficio perché finirà con il distruggere questo... questi noi...», le lacrime scendono continue e inarrestabili.
«Calmati tesoro... respira, così...»
Mi sta venendo un attacco di panico. Lexa mi conosce davvero e mi aiuta a calmarmi prima di proseguire. «Credi possa essere lui il tuo "lui"?»
«Non lo so... lui è lui, diverso e fantastico ma non voglio creargli dei problemi in ufficio, nel suo posto di lavoro e non voglio neanche perderlo...», prendo il viso tra le mani.
Inizio a sentirmi davvero confusa e sfinita. È come se tutte le certezze che finora ho avuto, siano andate in frantumi. Sto annegando di nuovo nel mare delle mie incertezze.
«E lui cosa ne pensa? Cosa vuole? Emma non puoi gestire sempre tutto da sola. Non puoi gestire i sentimenti perché non è possibile. Le voci su di voi, continueranno e dovrai solo lasciare correre visto che sei effettivamente la sua ragazza. Magari oggi eri particolarmente a disagio e hai reagito ma domani o tra un anno, le cose saranno diverse, ti abituerai e vedrai tutto da una prospettiva differente. So che è difficile ma andrà tutto bene.»
Ci rialziamo e ci fermiamo in un piccolo locale. Sono ancora parecchio scossa e confusa, non so davvero cosa fare. Da una parte vorrei ascoltare il consiglio di Lexa dall'altra invece vorrei lasciare Parker libero e lontano dai riflettori che potrebbero rovinare la sua carriera. Da un lato vorrei lasciarlo andare mentre c'è la parte egoista di me che vuole continuare a godere della presenza costante di questo ragazzo meraviglioso che ha reso la mia vita nettamente migliore.
Lexa ordina dei Magarita. Non so come faccia a pensare a bere in questo momento nonostante tutto ma apprezzo il suo aiuto. Ha superato la faccenda del fratello e sembra sempre allegra e spensierata. Vorrei essere come lei, forte e aperta alla vita.
Parliamo ancora ma cambiamo argomento. Mi racconta della sua nuova storia con Red. Quei due stanno davvero bene insieme e ne sono felice. Red è un bravo ragazzo e lei è una ragazza meravigliosa. Sono fortunata ad avere entrambi nella mia vita. Sono fortunata ad avere ancora qualcuno nonostante tutto nella mia vita, precisa la vocina dentro la mia testa.
Lexa mi lascia davanti casa dopo avere cenato in un ristorante italiano e chiacchierato degli altri possibili servizi fotografici in zona.

Unstoppable 2Where stories live. Discover now