CAPITOLO XXXVI

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Negli ultimi due giorni ho ricevuto almeno una decina di messaggi da parte di quell'uomo, e più che infastidirmi, mi ricordano continuamente la droga e ciò che ho fatto.

Più di una volta ho avuto la tentazione di dirgli dove mi trovavo per farmi venire a prendere da lui e scappare da qui.

Da Normani le cose vanno bene, ma mi da le pillole sempre più di rado.

So perfettamente da ciò che mi scrive nei messaggi che se volessi potrei andare a vivere a lui in cambio di sesso, ma non è quello che voglio.

Oggi sono uscita con Normani e Ally, siamo andate in macchina a mangiare qualcosa in centro.

Camila è con sua sorella e Dinah con il suo ragazzo, quindi purtroppo non sono potute venire.

Quando siamo entrate nel bar sentivo gia qualcosa che non andava, come una strana sensazione di inquietudine, e non mi sbagliavo.

Dopo aver ordinato, devo andare in bagno, avevo mal di testa e avevo bisogno di rinfrescarmi.

Una volta entrata in bagno, non faccio in tempo ad aprire il rubinetto per far scorrere l'acqua che mi sento circondare i miei fianchi da delle braccia forti.

Come alzo lo sguardo verso lo specchio, alle mie spalle vedo l'uomo che negli ultimi giorni mi ha tornentata.

Sono come paralizzata e vorrei gridare per cercare aiuto, ma so che non posso e non sarebbe intelligente farlo.

- Che vuoi? - dico con la voce più risoluta e decisa possibile.

- Voglio te, lo sai che posso pagarti quanto vuoi.- dice con voce profonda al mio orecchio.

Sento la sua strinta suoi miei fianchi farsi sempre più forte e serrata, e sono sicura che questo mi lascerà dei segni.

- Non puoi avermi, sto smettendo con la droga, non ho bisogno di te.- dico, guardando verso lo specchio e lo vedo alzare lo sguardo dal mio collo per guardarmi negli occhi attraverso il riflesso.

- Tu non sei una puttana, non hai il carattere abbastanza forte per esserlo, ed è per questo che quello che hai fatto ti riporterà di nuovo infondo, e sarà allora che avrai bisogno di me.

- Ho smesso, non tornerò a prendere quella merda, non avrò più bisogno di un mezz'uomo come te che ha bisogno di pagare per farsi una scopata.

Forse avevo esagerato, ma me ne ero resa conto troppo tardi. Sento la strinta dai miei fianchi sparire, e allo stesso tempo sento la mia schiena sbattere sulle piastrelle gelide del bagno.

Il suo viso era a pochi centimetri dal mio e le vene dalla rabbia erano ben visibili sul suo collo.

Mi colpisce due volte in pieno viso per poi schiacciarmi la faccia contro la parete.

Inizio a sentire il sapore del sangue in bocca e mi maledico per il mio non sapermi controllare quando apro bocca.

- Se voglio posso scoparti anche ora, senza pagare un soldo.

- Farebbe di te solo una prsona più miserabile di quello che sei.

Mentre pronuncio queste parole sento la porta aprirsi e riconosco la voce di Normani.

- Che cazzo sta succedendo qui?

L'uomo si sposta dal mio corpo e senza dire una parola esce, nonostante Normani gli stia urlando in faccia in cerca di spiegazioni.

Una volta rimaste sole, mi avvicino al lavandino e cercando di ritrovare la calma, mi pulisco la bocca con un po' d'acqua, lasciando del sangue nel lavandino.

- Lauren chi cazzo era quello?

- Uno di quelli che mi ha scopata.- dico duramente. Non ero del tutto calma, il mio cuore diceva di urlare mentre la testa mi imponeva di stare calma, perché non avrei potuto raccogliere i pezzi di me se fossi esplosa adesso.

Normani mi guarda interdetta, indecisa su cosa dire o fare. Mi dispiaceva più per lei che per me, la sua indecisione mi faceva quasi pena, mi sentivo come un caso perso.

- Cosa voleva da te? - dice, che domanda stupida. Voleva fare quello che gli aveva lasciato fare in precedenza. Avevo paura di lui? No, avevo paura di me. Inconsciamente mi aveva sottoposto a una scelta che avevo già preso: smettere di drogarmi o continuare.

Adesso che i miei sentimenti per Camila si erano chiariti i motivi non c'erano più, anzi, sapevo che continuando con la droga avrei perso la persona che ricambiava i miei sentimenti.

Però l'ultimo periodo era stato davvero difficile: gli sbalzi di umore, la tristezza, gli scatti d'ira. Era tutto così difficile.

- Voleva scoparmi di nuovo, ma a quanto pare per lui non sono una brava puttana.

Con questa mia risposta l'avevo messa ancora di più in difficoltà, era chiaramente indecisa tra rimanere con me o andare a chiamare Ally e lasciarmi lì da sola, e aveva lo sguardo di una che teme di vedere qualcuno rompersi davanti ai suoi occhi.

Non avrei dato quella soddisfazione a nessuno.
- Forse è meglio tornare a casa, che ne dici?- annuisco.
- Va bene, vai a chiamare Ally, io finisco di darmi una pulita, non smette di sanguinare.
La vedo uscire dal bagno, e mi affretto a pulirmi la bocca.

Dopo qualche minuto esco e vedo Normani e Ally vicino alla porta che parlano sotto voce.
Quando mi vedono arrivare si girano velocemente nella mia direzione e smettono di parlare.
Chiaramente gli stava raccontando quello che era successo.

Torniamo a casa e l'unica cosa che voglio fare è dormire, il più possibile.
Sono esausta, e sono felice all'idea che domani potrò prendere di nuovo una pillola, e dimenticare tutto quello che è successo oggi.

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