18.

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Il giorno dopo quando mi svegliai ritrovai sulla scrivania dei panni piegati. C'era un cappellino verde e un grembiulino

No.. non voglio indossarli...

Li guardai ed incominciai ad essere nervosa. Li lasciai sbuffando sulla scrivania e mi avvicinai ai vestiti. Presi un jeans nero con un maglione grigio che non mi andava molto stretto. Riguardai quella " divisa" e sbuffando la presi indossandola senza guardarmi. Quando andai in cucina mia zia stava seduta leggendo il giornale.

"Giorno " dice bevendo del caffè
"Giorno" dico prendendo un biscotto dal piatto al centro del tavolo. La fisso per un pò fino a quando alza i suoi occhi azzurri verso di me e dice
" i capelli.. devi attaccarli"
Rimasi interdetta.
"Perché? .. cioè. ."
"So che la divisa è abbastanza particolare ma non puoi servire cibo con capelli al vento che svolazzano nei piatti."
Guardò di nuovo il giornale e a quanto pare non era per niente interessata alla mia risposta. Era completamente diversa da come si comportava con i clienti. D'improvviso si alza e dice
" ti aspetto giù "
Annuisco senza dire altro.
Torno di nuovo in camera e mi guardo allo specchio. Tolsi quel cappellino che odiavo con tutto il cuore e decisi di seguire Violet che il giorno prima li aveva attaccati come una ciambella.

Non è per niente una ciambella..
Pensavo mentre guardavo quella palla che avevo creato sulla mia testa che non era nemmeno perfettamente rotonda ma mezza ammaccata da un lato.

Per coprirlo indossai il cappellino sopra o almeno tentai.

Guardabile. .. forse..

Scesi giù.
Il cuore mi batteva a mille.

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"Insomma.. non sapevo che fare.. non avevo mai lavorato fino a quel momento. Dietro al bancone sarei stata negata e con tutti i clienti avrei perso tantissimo tempo.. ero in panico giuro."
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Quando arrivai alla porta feci un respiro profondo e l'oltrepassai. Rispetto al giorno precedente la situazione non era preoccupante, il caos era di meno. La sera del giorno precedente tornai sopra prima della partita ma dalle urla capì che la gente era molta. Ma come primo giorno quelle poche persone andavano più che bene. 

Mona mi raggiunse subito. Appoggiò una mano sulla mia spalla facendomi sussultare ma non se ne rese conto.
"Bene. Vai vicino Violet , ti dirà in quale tavolo servire i piatti o le bibite.. al bancone ci penseremo più tardi ok?"
Annuì.
Quando vidi il sorriso di Violet mi sentì meglio. Sembrava una ragazza molto dolce
"Buongiono" mi dice
"Giorno" dico ricambiando il sorriso.
"Bene.. i tavoli sono divisi in numeri, metterò su ogni ordinazione il numero e non ti resta che portarlo lì ok? Mi raccomando, ricorda dove si trovano tutti i tavoli a memoria così sarà più semplice raggiungerli"
Annuì. Si voltò verso la cucina e prese un bicchiere di cartone.
"Questo caffè portalo al tavolo 8"
Mi voltai e mi guardai intorno.

Vediamo.. di fronte ho il 4.. poi il 5..
Arrivai a guardare completamente a destra e vidi finalmente il numero otto. A passo svelto mi avvicinai e dissi
"Ecco a lei" la donna seduta al tavolo mi guardò dicendo
"Grazie"

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"Volevo dire un "prego" ma contemporaneamente pensavo anche  " di nulla " e quindi mi ritrovai a dire " prego di nulla ", ma fu più un " preg.. di nulla"  e, giustamente,  anche la donna non mi capì.
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Che figura di merda.
Mi dissi tornando da Violet. Senza guardami mi passò una tazza con della cioccolata calda.
"Tavolo 1" disse voltandosi di nuovo senza rivolgermi lo sguardo.
Intuisco che il tavolo si sarebbe trovato a sinistra e mi precipito. Guardo a terra cercando di evitare persone che si trovano sulla stessa strada quando sento una voce femminile urlare
" Ahia!"

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"Mi volto di scatto... e quello che vidi non mi piacque per nulla..."
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Mi voltai così velocemente che della cioccolata uscì dalla tazza cadendo sulla camicia dell'uomo che avevo di fronte. Smisi di respirare.

Merda.. merda..merda..
Pensavo solo a questo..
Pensa stupida!
Continuai stanca del "merda"

Quando alzai gli occhi incrociai degli occhi chiari e che non erano del tutto estranei.
"Alfred!"dico sconvolta.
"Ehi.. buongiorno.." dice guardando la camicia. Noto la macchia di cioccolata sul suo petto.
"Scusami davvero.. non volevo.. io.." prendo un fazzoletto dal primo tavolo che avevo vicino sentendo un "ehi" di sottofondo da parte del cliente e incomincio a passare il fazzoletto sulla macchia, mentre con l'altra mano tengo stretta la tazza.. sapevo che era inutile ma era l'unica cosa che mi passò per la testa.

"Ehi.. non preoccuparti. . " mi disse Alfred alzando le mani
"No io..." Alfred mi afferra le mano.
Sento una voce maschile dire

"Ehi.. che succede qui?"

Tolsi la mano da quella di Alfred e presi la tazza di nuovo con due mani.

"Aah.. non preoccuparti Kit... cioccolata calda servita nel modo sbagliato" risponde Alfred ridendo.
"Davvero.. ve la ripago.." dico continuando a guardare la tazza cercando di non farla cadere visto che le mani incominciavano a sudare dal nervoso.

Certo.. con quali soldi?

"Macche.. suvvia capita. Ti giustifico perché è il tuo primo giorno. .. ti va?"
Dice in tono scherzoso.
Sorrido guardando la tazza e annuisco.
"Bene. Io vado ad ordinare.. Kit andiamo"
Riesco ad alzare lo sguardo solo quando mi affianca per andarsene. Riesco a scorgere dietro di lui un ragazzo dai capelli ricci.

Che figura di merda
Ripeto, ormai era diventato il motto della giornata.

Sbuffando tornai da Violet, mi sostenne con un sorriso.
Presi altre ordinazioni e questa volta fui molto più attenta evitando di fare altre figuracce.
Quando ascoltai in lontananza la voce di Alfred, alzai lo sguardo per guardarlo. Quell'uomo era l'unico a darmi un senso di familiarità.
Parlava con un ragazzo. Era di carnagione chiara.. aveva anche la barba. Lo osservai per un pò... o per lo meno cercai di vederlo meglio ma riuscì a guardarlo solo di lato.

Carino..
Ma non ci badai più di tanto.

Lavora bene,lavora bene.
Pensavo solo a quello.

Quando Alfred se ne andò ricambiai con un gesto della mano. Il ragazzo dietro di lui mi sorrise e poi se ne andò.

Urlai " Scusa ancora"
"Di nulla!" Disse alzando il braccio uscendo dalla porta.

Venni interrotta da Violet che mi disse di pulire il bancone e non pensai ad altro.

i knew you were trouble II d. o'b.Where stories live. Discover now