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Quando arrivai in aereoporto ed accesi il telefono vidi un messaggio

Messaggio da sconosciuto:

Ciao Alexandra! Sono tua zia Mona. Fuori vedrai un taxi con l'autista che ha scritto il tuo nome su un cartellone. Ho già pagato.
Ti aspetto.

Lentamente uscì dall'aereoporto. Mi guardai intorno e finalmente vidi il taxi. Un uomo scuro di pelle mi stava aspettando. Lo salutai e lui ricambiò prendendo le valigie in macchina e poi partimmo. Ci mettemmo un bel pò ad arrivare. Quando finalmente arrivo davanti al bar.
Tenevo strette le valigie tra le mani e la borsa alle spalle. Fuori, il bar, aveva due finestre, una a destra e una a sinistra e al centro di esse una porta in legno. Era molto carino. Mi affacciai dalla finestra destra e vidi un bancone in legno e tanti tavoli con poltrone rosse. I due clienti mi guardarono storto e io subito mi spostai.

Semplice. .. ma sembra un bel posto
Pensai.

Decisi di entrare. Lottai contro la porta a causa delle valigie, al suono dei miei lamenti una donna mi raggiunse. Vidi prima le sue unghie. Erano ben curate e nere mentre portava la valigia dentro. Quando alzai lo sguardo una donna dai capelli biondi e occhi azzurri mi sorrideva dicendo
"Ciao"
Sorrisi e dissi " salve.. ehm.. sto cercando mia zia... si chiama Mona .. è la proprietaria"
La donna mi osservò a lungo..

Cosa ?
Mi dicevo. Pensavo di avere Dio solo sa cosa in faccia. Dal nervosismo calai lo sguardo e mi grattai il naso. Finalmente la donna disse
"Non sei per niente identica a tuo padre "
Alzai di scatto lo sguardo
"Zia Mona?" Dissi
Appoggiò le mani sui fianchi e ridendo disse
"Proprio io"
"Ma anche tu non sei per niente identica a papà "
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"Papà mi aveva mostrato foto di quando erano piccoli. . Le ultime sue foto che aveva erano del bar ma della zia Mona nessuna.. tranne una mentre lavorava. .. e di spalle"
"Genio"
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Rise alla mia risposta.
"Bhe.. benvenuta al Bar"

Che fantasia. .

Mi guardavo in giro e vedevo i clienti osservarmi. Ero nervosa.
"Non badare a loro. Sono clienti abituali. Quando vedono una nuova faccia sono capaci di guardare per ore pur di capire chi sia" disse come se stesse leggendomi nella mente. Si voltò. In suoi capelli corti si spostarono facendo notare che tra i capelli un pò crespi c'era qualche riccio. Prese una delle valigie e incominciò a passare dietro al bancone evitando le persone che lavoravano e io con l'altra valigia cercai di fare lo stesso. Salimmo delle scale e andammo al secondo piano. Il corridoio era in legno. Quando arriviamo alla porta, prende le chiavi e apre. Entra e io la seguo. Mi guardai intorno. La casa era bellissima. Aveva un divano al centro vicino al camino con la tv al plasma. La cucina si trova a destra ed era piccola con un bancone con due sedie. C'erano vari mobili in legno.

"Bhe .. benvenuta a casa"
"Zia.. è fantastica! " dissi guardandomi intorno.
"Mi fa piacere. . La tua camera è l'ultima a destra in quel corridoio - indicò il corridoio a sinistra - io devo scendere mi dispiace i clienti aspettano. Quando hai fatto tutto quello che devi scendi e ti offro qualcosa da bere"
Mi fece l'occhiolino e mi lasciò sola.

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"Mi sembra una donna abbastanza.. impegnata ?" Mi dice
Annuisco.
"ammiro molto quella donna"
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Prima di espezionare la casa mi siedo su quel divano rosso. Era morbidissimo. Feci un respiro profondo. Più guardavo quel posto più mi sentivo piano piano sicura di me. Lasciai le valigie nell'atrio e andai nel corridoio, vedevo sulle pareti varie foto , non di zia ma del bar.. e di tutta la sua storia e in alcune foto lei con i suoi clienti.. credo. L'unica stanza aperta era la mia. Quando entrai vidi un letto matriminiale con le lenzuale verdi. Aveva accanto una scrivania in legno e di fronte un mobile nero. La finestra un pò aperta mi fece rabbrividire, gli andai in contro e la chiusi. La vista era sulla strada.. non c'era niente di tanto bello che m'interessasse. Ero fiera della stanza.

Babbo.. hai avuto un'idea geniale.

Tornai nell'atrio e portai le valigie in camera. Svuotai quasi tutto ma dopo un pò mi stancai e decisi di scendere. Mi allungai la maglia sul pantalone e finalmente aprì la porta.
Quell'aria di caos mi aveva preso di nuovo. Gente che parlava ad alta voce, altri che lavoravano al pc, altri che sorseggiavano una tazza di caffè e altri in silenzio che bevevano. Vedevo tutto da dietro al bancone. Una donna con un cappellino verde si volta e dice
"Ciao Alexandra"
Rimango interdetta e come risposta la sorrido nervosa.
"Siediti avanti al bancone, ti abbiamo lasciato un posto libero.
Guardai il bancone era pieno di gente che beveva birra e altro.
Feci il giro del bancone salutando altri dipendenti che gentilmente ricambiavano fino a quando arrivo al mio posto. Saluto il signore anziano alla mia destra e appoggio le braccia sul bancone. La donna di prima si avvicina sorridendomi.
"Piacere sono Violet" notai i suoi occhi verdi e una ciocca di capelli lisci scendere dal cappellino.
"Piacere Alexandra " sorrido
"Cosa desideri?"
"Io.. " non ci avevo pensato
"Vuoi una bella cioccolata calda?" Continua
Annuisco.
Se ne va e io ne approfittai per osservare il posto. Riuscì a vedere mia zia seduta in un tavolo a parlare con clienti ad un tavolo.
"Ciao" sentì
Mi voltai verso la mia sinistra, l'uomo anziano mi sorrideva. Aveva delle rughe pesanti e aveva gli occhi azzurri ed era molto magro. Portava un cappello con sopra un trifoglio.
"Ciao" dissi
"Tu sei la nipote di Mona?"
Annuisco
"Oh.. l'aveva detto che saresti venuta"
Sorrido.
"Avevi mai visto questo posto?"
"No.. è la prima volta.. e penso che sia fantastico qui"
" e lo è cara" dice bevendo un'altro sorso di birra.
"Io vado.. ci vediamo. Ah perdonami, sono Alfred" porse la sua mano tremante. L'afferrai e sorridendo dissi
"Piacere io sono Alexandra "
"Lo so" sorrise. Era un sorriso davvero molto dolce. Mi lasciò la mano e lo vidi alzarsi con la schiena piegata e andarsene lentamente. Dopo poco arrivò la cioccolata che gustai fino all'ultimo.

Passò mia zia dopo poco e disse
"Prepatati. Stasera ci sarà la partita e tutto questo caos sarà moltiplicato. . Se non ti va di stare qui puoi salire. Inizi domani ad aiutarmi"
"Capito.. aspetto un'altro pò e poi salgo"
Annuì e prendendo altre ordinazioni se ne andò salutando calorosamente altri clienti.
La osservai , era una donna che amava tanto il suo lavoro. Si percepiva benissimo..

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"Probabilmente era attaccata molto a quel bar" mi dice
"Si.. quei quadretti nel corridoio ne erano la prova"
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i knew you were trouble II d. o'b.Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz