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Tornai in fretta a casa, conoscevo una scorciatoia che mi avrebbe fatto arrivare prima, correvo senza sosta. Le mie gambe incominciarono a cedere però riuscì ad arrivare a casa, altro che riscaldamento.

Respirai in modo affannato piegata su me stessa cercando di calmarmi e bussai ripetutamente la porta fino a quando mamma si decise ad aprire,incominciò a dire qualcosa ma non ci badai minimamente e corsi al piano di sopra. Spalancai le ante dell'armadio in cerca di una tuta comoda da usare per la lezione ma notai che tutte le tute che avevo  erano tute larghe, odiavo gli jeans stretti oppure tute troppo strette.. amavo la comodità, ecco!

Mai come in quel momento, avrei voluto una tuta attillata. Così corsi in camera di mamma cercando la tuta più comoda che aveva ma mi sembravano tutte fin troppo scomode. D'improvviso sentì qualcuno schiarirsi la gola dietro di me.

Mi voltai e vidi mamma che mi guardava nervosa con le mani appoggiate sui fianchi.

"Ciao mamma!" Dissi per poi farle un sorriso nervoso, mi resi conto che non l'avevo neanche salutata.

"Ciao! Ora... mi dici cosa cavolo stai facendo? "

Sforzando di sorridere nel modo più naturale possibile le dissi:

"Mamma, ho bisogno di una tuta decente! "
"Finalmente! Quelle tute sono troppo larghe,tesoro" L'aspetto di mamma mutò in un secondo, mi diceva sempre che le tute che utilizzavo erano troppo larghe ma io, ogni volta, la mandavo più che volentieri a quel paese. Ma questa volta era diverso, non potevo fare altro che sorriderle e sperare in un miracolo, cioè: trovare la tuta perfetta. 

Si avvicinò facendosi spazio tra me e le ante,  dopo aver scavato per un pò si alzò con in mano una tuta nera che ai lati portava una fascia bianca.

Scomoda.. scomoda.. scomoda..

Fu la prima cosa che pensai ad una prima occhiata. 

"So che non sei abituata ma è quella più comoda che ho"

Sbuffai. L'afferrai pronunciando un grazie veloce e corsi in camera. Optai per una maglia blu scura non troppo larga ma abbastanza lunga e scarpe da ginnastica. Mi studiai più che guardarmi allo specchio e rimasi allibita nel pensare che la tuta ... non era fatto scomoda. 

Guardai nervosa l'orario. Erano le 16:56 .

Ansia... ansia...

Per calmarmi, incominciai a fare respiri profondi. Mi guardai ancora una volta allo specchio, la coda di cavallo che avevo fatto faceva un pò pena ma i miei capelli non volevano starmi a sentire quel giorno. Dopo varie lotte con l'elastico, avevo ceduto... raccontai in fretta e furia a mamma  cosa fosse successo e cosa stava per succedere.

Alle 17:00 in punto sentì il campanello e il mio cuore si fermò per un secondo. Sapevo benissimo chi si trovava dietro a quella porta. Vidi mamma affacciarsi al corridoio guardandomi soddisfatta e a modo suo, cercava di darmi sicurezza ma si vedeva chiaro e tondo che era in ansia quanto me.

Sentivo come se i miei piedi fossero bloccati in una pozzanghera di fango, andai lentamente verso la porta muovendo in contemporanea le mani che non facevano altro che sudare ed era la cosa che odiavo di più al mondo, fino a quando aprì quella benedetta porta. 

Mi ritrovai di fronte, Mark con le mani in tasca. Portava una maglia rossa larga ma non osai abbassare lo sguardo per scrutarlo fino alla fine.

"C-ciao!" Riuscì a dire

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"Balbettare ormai è una cosa fissa eh?"

Sorrido, " a quanto pare prima si... ora non più "

i knew you were trouble II d. o'b.On viuen les histories. Descobreix ara