Chapter 1.

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"I don't love you baby
I don't need you baby
I don't want you no
Anymore"

Mi sveglio.

Sono le sei del mattino.

Una monotona routine sta per cominciare di nuovo.

Prendo dei vestiti dal pavimento e li indosso velocemente, per non sentire troppo freddo.

Aggiusto i capelli e mi trucco leggermente, cercando di raggiungere un risultato decente.

Guardo l'ora.

"È ancora presto." dico a me stessa prima di prendere lo zaino e portarmelo in spalla.

Prendo le cuffie e le metto nelle orecchie facendo partire la riproduzione casuale prima di aprire la porta di casa per uscire.

Sleep On The Floor dei The Lumineers parte e mi lascio trasportare dalla musica, guardandomi intorno, come se tutto fosse improvvisamente a rallentatore: le foglie che cadono dagli alberi, i fili d'erba che si muovono, spinti dal vento.

Arrivo alla fermata del pullman con dieci minuti di anticipo e mi siedo su un muretto, prendendo una sigaretta.

La avvicino alla bocca e la accendo, chiudendo gli occhi.

Quando la butto a terra finalmente lo vedo.

Genn Butch.

Era entrato a far parte della mia vita da circa un anno, quando lo avevo visto per la prima volta arrivare alla fermata del pullman.

Ricordo ancora quel giorno e il modo in cui avevo provato ad accennargli un sorriso, per essere amichevole.

Non gli ho mai rivolto parola, ma sento di conoscerlo meglio di molti altri.

Non ha molti amici, per non dire che non ne ha affatto, è sempre silenzioso e se ne sta sulle sue.

Un po' come me.

Dal primo momento che l'ho visto ho capito che è diverso da tutti gli altri, ma non troppo da me.

E da quel giorno la mia routine è sempre la stessa.

Vengo qui e aspetto.

Ha sempre le cuffie nelle orecchie, con il volume alto. Lo so bene perché spesso e volentieri mi è capitato di avere le cuffiette senza star sentendo nulla e riuscivo a sentire quello che stava ascoltando.

I capelli scompigliati e gli occhi ghiaccio che si guardano intorno, come disorientati.

A scuola non parla mai, l'ho visto ridere solo poche volte, ma ha un sorriso davvero bello.

L'ho beccato qualche volta nell'aula di musica, mentre suonava la chitarra.

E ho sentito la sua voce.

Cantava 'The Man' di Ed Sheeran.

Non so perché ma c'è qualcosa di lui che mi attira.

I miei pensieri vengono interrotti dal rumore del pullman che si avvicina.

Salgo e cerco un posto per sedermi, ma l'unico libero è affianco a un deficiente dell'ultimo anno, quindi abbandono l'idea di sedermi e il pullman parte, rischiando di farmi cadere.

Cerco Genn con lo sguardo e lo vedo infondo, sempre con le cuffiette nelle orecchie e un cappello di lana in testa.

Ha lo sguardo fisso fuori, le labbra leggermente socchiuse e la testa posata contro il finestrino.

Mi sono chiesta spesso come potesse essere così.

Uno come lui te lo immagini circondato da amici, uno figo insomma.

Ma lui è l'eccezione.

È semplice: alcuni di noi nascono così.

Come dannati.

E io sono come lui.

Senza accorgermene sono già a scuola e sto raggiungendo il mio armadietto.

Prendo quello che mi serve e mi dirigo in classe lentamente, per poi prendere posto all'ultimo banco, per non essere disturbata.

Finita l'ultima ora e prese tutte le mie cose vado verso l'uscita, i corridoi sono deserti, sono già usciti tutti.

Passo davanti l'aula di musica e sbircio dentro: Genn.

Più volte avevo avuto la tentazione di entrare dentro quella stanza, ma andava a finire sempre che restavo fuori a guardare: avevo imparato a memoria il modo in cui teneva la chitarra e come metteva le dita per fare i vari accordi.

E poi la sua voce.

Resto un po' lì e poi mi decido ad uscire.

Mi sembra sbagliato rimanere più di qualche minuto, soprattutto dato che lui è all'oscuro di tutto.

Vado alla fermata del pullman e so di averlo perso, come sempre ormai.

Dopo un po' vedo Genn arrivare, non sembra sorpreso di vedermi.

Non lascia trapelare nessuna emozione.

Per lui è normale vedermi qui ad aspettare, da un anno a questa parte prendo sempre questo pullman.

È sempre vuoto.

E silenzioso.

Come noi due.

Urban Strangers.||Genn Butch (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora