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-Ho scelto questo gruppo, Jacqueline perché amo parlare di culture e riti...
-Oh caro, lei mi onora... ma fosse per me io starei qui a rappresentare un gruppo a tema piante-, dicesti a Robin, uno dei tre assidui presenti al tuo gruppo. Poi, come eri solita fare sia quando ascoltavi che quando discorrevi, rivolgesti tutta l'attenzione del tuo sguardo e l'accenno del tuo ghigno al vuoto, tra le nuche dei presenti. Era quella un'espressione che riultava al limite tra il lucido e lo stordito, tra il malevolo e l'infelice.
-È un'appassionata?
-Bien sûr.
-Io invece sono appassionato di miti e leggende... dietro agli dei ci sono storie così incredibilmente belle.
-E cosa ha capito da queste storie, giovane amico?
-Che gli dèi nel bene e nel male vinceranno sempre gli uomini, a meno che questi non decidano di entrare nel loro libro paga...-.
Risate.
-Nella cultura monoteista invece funziona diversamente... c'è un dio di nome Dio che vince sempre il dio minore di nome Lucifero; ma non vale altrettanto per l'uomo. E quando questi sceglie di stare dalla parte del perdente anziché del vincitore, Dio non è meno potente, ma è ucciso sulla croce ogni volta.
-Interessante... lei studia teologia?- si inserì Goran.
-No, no... io viaggio, leggo, ascolto e non credo in nessun dio invisibile. Neppure nell'attuale.
-Be', si direbbe che Dio è talmente umile da essere invisibile...-, considerò Goran.
Risate.
-Ma sa, io credo che l'uomo non abbia inventato dèi o rituali per ripiego o disperazione, ma per intelligenza: credere in qualcosa di buono, giusto e bello è l'unico modo che l'uomo abbia per fare qualcosa che sia tale.
-Sa Goran, mi incuriosisce molto sapere come lei la pensi su alcune questioni...-, gli replicasti guardandolo stringendo un poco gli occhi e con la voce esile, acuta e cauta di sempre:
-Ha mai mostrato interesse per le piante o i rituali ad esse legati?
-Oh a dire il vero non ancora, madame...
-Oh ma dovrebbe: i processi che coinvolgono le piante sono i più interessanti al mondo. Il solo processo di fotosintesi clorofilliana, con la sua fase luminosa e sua fase oscura, è qualcosa di sensazionale... immaginate voi: la linfa grezza che risale il gambo sino alla foglia, lì si incontra con l'anidride carbonica e l'energia del sole esterne, e quest'ultima le trasforma in linfa elaborata, nutrimento per la pianta... mentre allo stesso tempo l'anidride diviene ossigeno che la foglia libera nella terra! Quale perfetta macchinazione, n'est-ce-pas?!
-E la fase oscura cos'è? Non ne ho mai sentito!-, chiese la terza assidua presente, una francese.
-Avviene di notte, nel momento in cui senza l'energia del sole la pianta non può rilasciare ossigeno, bensì solo anidride carbonica... e vediamo un po', chi di voi conosce qualche pianta che è associata a dei rituali magici?-.
Nessuno rispose e Goran sorrise lievemente.
-Vi darò io il primo esempio: l'alloro protegge dalla negatività. Era simbolo di forza bellica per i romani!
-Io so che l'aglio tiene lontano dal malocchio-, disse la donna.
-Sì, quello lo sappiamo tutti...-, replicasti con un gesto noncurante della mano.
-L'altra volta ci ha detto che l'arancio aiuta negli incantesimi d'amore... e che anche la cannella, se bruciata, serve nei rituali d'amore e in quelli di purificazione e protezione-, disse Goran.
-Oh molto bene, molto bene...!-, le rispondesti ammirata. -Il cardo invece... serve per esorcizzare le paure e combattere i rivali.
-Davvero?-, alzò un sopracciglio Robin.
-Certamente. Il cedro invece era anticamente usato per far avere successo in un'impresa. E vediamo se qualcuno sa a cosa era utile la felce...
-Questo mi pare l'abbia detto l'ultima volta...-, tornò a rispondere Goran: -Per i sogni premonitori...
-Congratulazioni, monsieur, lei hai studiato per bene!-, gli dicesti voltandoti a guardarlo per un attimo in volto e sorridendogli soddisfatta. Poi rabbuiandoti d'un tratto tornasti a fissare nel vuoto, dicendo: –Sa mi ricorda una carissima assidua che avevo anni fa al mio gruppo... parliamo di almeno trenta anni fa... era la mia preferita; era cinese. E non un'emozione tradiva il suo volto. Lei era interessata come nessuno mai alle mie conoscenze sulle piante... a volte veniva solo lei al mio gruppo. Lo ricorderanno in parecchi qui, di quando al mio gruppo eravamo solo io e lei e gli altri erano al completo...-, dicesti con una smorfia sdegnata.
-Questa donna non vive più a Parigi?-, chiese l'assidua presente.
-Oh andò a vivere in Italia, a Roma. La sua era una triste storia... era nata fuori dal matrimonio, in Cina: così un giorno gli uomini della polizia l'avevano presa per i capelli e trascinata per la casa, fin nella caserma... poi ebbe la fortuna di essere rimandata a casa, ma la facevano sentire una sorvegliata. Alla fine il padre l'aveva costretta a partire dalla Cina che era poco più di una bambina e l'aveva sistemata insieme ad alcuni fratelli in un collegio in Europa. Una volta maggiorenne venne in Francia e si stabilì a Malakoff, una graziosa banlieu a sud di Parigi; ma dopo circa un paio d'anni decise di andare in Italia... mantenemmo per un po' un contatto epistolare: mi scrisse che aveva aperto un vivaio a Roma, che era stato grazie a me se aveva scoperto di avere la passione per le piante. Ciò mi inorgoglì molto! Ma dopo circa tre anni non la sentii più, non rispose più alle mie lettere... all'inizio pensai che gli italiani, disorganizzati come sono, stessero avendo problemi a consegnarle la posta-, qui ci fu qualche risata dei presenti, –Ma poi ho avuto la sensazione che qualcosa di male le fosse accaduto. Spero stia bene, che sia felice, dovunque lei si trovi; perché era una donna meritevole. Davvero notevole-, poi aggiungesti con tono appassionato: -Era stata ferita e in fuga... e come una vera cinese, era morta fuori e vivissima dentro-.

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VantablackWhere stories live. Discover now