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Tutte quelle piante ben curate e rigogliose ti facevano sentire all'interno di un luogo incantato, pieno di una certa grazia, quasi quelle volessero farsi perdonare l'atteggiamento di Claudio. Lui era così a suo agio lì dentro al Salvia. Tu invece lì dentro eri un fascio di nervi suonati da ogni movimento ti passasse accanto.
Nella buca delle lettere stava la tua unica boccata d'ossigeno, ma neppure attraverso quella riuscivi a dirgli che la tua anima stava morendo lì dentro quella buca. Entrambi avevate quasi sempre fatto in modo che gli unici messaggi che vi scambiavate fossero il più studiati possibile, mai la genuina verità.
Gli scrivesti una volta:

Ho sempre pensato tu scrivessi come nessuno faceva, finché ho capito di essere io a leggere come in pochissimi sanno.

Il dispiacere ti aveva causato una nausea cronica a cui non facevi più caso. Aveva dell'incredibile per te il modo in cui le emozioni che provavi potessero suggerirti la visione quasi fisica di un colore buio... di una tenda dal tessuto scuro e pesante; il gusto fisico del fiele; il suono fisico di uno sferragliare assordante e l'odore fisico della cacca, cacca del peggiore scarto. Quindi quell'oppressione rendeva le tue membra sempre più pesanti e incapaci di risollevarsi.
Davvero non capivi da dove potessero arrivare tutti quei profondi stati d'animo.
Il solo sguardo di una donna, in un luogo qualunque, ti trafiggeva l'anima, poiché avevi la particolare convinzione che qualunque di loro potesse riuscire ad essere al tuo posto, accanto a Claudio, in quel momento; che fossi tu l'unico essere al mondo a non riuscirci, tu l'unica a non esserne all'altezza. Ed ognuna di quelle che vedevi ti sembrava essere il prototipo delle donne che lo circondavano, che lo avevano circondato in passato – anche senza conoscerle-, di quelle con le quali ora stava sicuramente sussurrando dietro le piante. Per te era chiaro come quelle donne possedessero quel che tu non avevi: intraprendenza, furbizia, velocità, capacità di ottenere quel di cui avevano primario bisogno. E cosa ne era di quel di cui avevi primario bisogno tu? A nessuno importava... cadevi, ti rialzavi, ricadevi, ti addormentavi. Ed ognuna di loro ti sembrava possedesse qualcosa che poteva far del male alla sua anima; ognuna di loro ti sembrava possedere quel che Claudio era sollevato tu non avessi, ma che di loro era comunque disposto a prendere...
E allora come mai non volevi, nonostante tutto, smettere di cercarlo?
Dopo l'ultima, lontana conversazione deludente i vostri piccoli dialoghi dal vivo si erano ridotti al saluto e a volte neanche a quello. La cassetta della posta era il vostro unico luogo, non avevate altro... né la realtà, né il sogno: avevate solo il Salvia, che rispetto a quelle due dimensioni era come un'altra.

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VantablackWhere stories live. Discover now