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Non ti pareva vero di essere finalmente giunta nella città dello charme e dell'eleganza dei dettagli. Avevi lavorato una vita in una città ed azienda che non amavi ed avevi deciso di non fare figli, anche in ragione di poter arrivare alla tua attuale condizione: con un bel po' di risparmi ed in pensione anticipata e un po' decurtata, solo per venire a vivere a Parigi.
Ti aggiravi tra gli scaffali del Monoprix e tutti i francesi che continuavano ad entrare nel supermercato ti sembravano così tanto francesi. I frigoriferi ti trasmettevano altrettanto un certo francesismo ed erano molto più forniti di quelli scozzesi. Ad Edimburgo una sensazione di solitudine ti aveva spesso assalita quando ti eri recata a fare la spesa, invece a Parigi non avvertivi quella solitudine, ma solo un piacevolissimo senso di libertà e concitazione verso le novità. Eri così imbevuta del tuo felice immaginario parigino che nessuna tua aspettativa rischiava di essere delusa: qualunque cosa i tuoi occhi avessero visto l'avrebbero trasformata in una componente desiderabile e migliore di quella lasciata alle spalle.
Quando uscisti dal Monoprix il clima era grigio e piovoso come lo avevi lasciato, così abbottonasti il colletto di pelliccia sotto al mento e attendesti il tuo taxi su Avenue de France. Saresti rincasata e poi uscita nuovamente per andare al cinema Odeon con una giovane donna francese conosciuta al Pas Mal.
Giunta a casa, nella banlieu Ivry-sur-Seine, a sud di Parigi, sistemasti la spesa e nel frattempo ti lasciavi distrarre da quanto accadeva nella cucina dell'appartamento nella scala di fronte alla tua: una donna prendeva alcune cose da dei pensili in alto, poi si spostava verso il piano di cottura, poi verso il lavandino, poi ancora verso il piano di cottura; andava rapidamente in un'altra stanza grattandosi la testa e poi tornava in cucina, si allungava a prendere qualcosa da un pensile e poi si concentrava sul lavandino. Ti dicesti che non era nulla di diverso da ciò che qualunque donna o uomo facevano in Scozia, eppure lì vedevi una donna che rappresentava il modo di vivere la casa francese; vedevi anche in lei la forma della tua nuova vita e avventura, perché era anche per lei, per la Torre Eiffel e per il modo in cui i francesi erano, che ora ti trovavi in quel Paese. E in quel Paese volevi restare sino alla morte. A cena tu e tuo marito mangiaste del pollo precotto sottovuoto, comprato poco prima al Monoprix.
-Molto buono, vero?
-Delizioso-.
Come contorno un tritato pronto alla julienne di carote e verza conditi con della mostarda e dell'aceto.
Come secondo contorno delle patate lesse condite con mostarda Maille.
Per dessert dei vasetti di crème brulée.
Trovavi che avesse tutto un gusto molto gradevole. Potevi ora andare a prepararti per uscire, nel frattanto che tuo marito avesse riordinato la cucina.
Camminate solo sui marciapiedi, parigini, non in un qualunque punto a piacimento della strada, ed avete l'aria di chi ha sopperito al cielo grigio con una certa importanza delle espressioni. Avete lineamenti fantastici, delicati o pronunciati, i vostri genitori erano belli ed hanno fatto un bel lavoro quel giorno. Venite verso di qui, la banca, e verso di là, il centro di analisi mediche, che tutto è così a portata di mano in città; ma i vostri bambini lo sono ancora di più, visibili da più angoli delle strade... nei parchi o nei centri sportivi. Le mani gelate che sentite, qualche immigrato le sa amare o odiare con più intensità di voi: il freddo più di ogni altra cosa gli ricorda che è lì e non nel suo Paese. L'imboccatura di una metro o di un garage sotterraneo a pochi passi, la scritta LIVRAISON sul marciapiede rispettata e i cortili delle scuole nido animati da neonati non particolarmente vivaci, ma particolarmente votati ad ottenere da grandi diritti mininimi garantiti, qualunque strada essi scelgano di prendere: questo è qualcosa con cui il cielo grigio non si vuole immischiare.
Vi addormentate nella notte attraversata dal fascio di luce girevole della Torre Eiffel.
L'odore di burro, all'alba, arriverà per tutti. 

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VantablackWhere stories live. Discover now