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Ogni festa comandata scandiva il tempo del tuo amore verso di lui e della tua pena verso te stessa, crescenti.
La sensazione di morte e di vita si confondevano ogni qualvolta pensavi a Claudio, lasciandoti l'anima stremata. Ci sono dolori che partono dalla mente e dallo stomaco e non c'è modo di descriverli o vederli: hanno la tua precisa faccia e la tua precisa storia e niente e tutto potrebbe darti un assaggio di quanto fanno male.

Ormai io, quando ti immagino, sto meglio di quando ti vedo.

Gli lasciasti scritto.
Capivi poco o nulla delle cause e gli effetti del tuo male, ma sentivi di essere incappata in quel tipo di dolore che se strappato di dosso troppo velocemente, fa anche più male che se attraversato sino in fondo.
Fu così che concludesti che la gioia non deriva dall'impossessarsi di quella, quanto dal liberarsi di un dolore.  

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