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Speravi i tuoi occhi ti avessero graziato ancora per il tempo di un quarto d'ora, quando le nubi si sarebbero diradate e avresti potuto vedere la città dall'alto nella sua interezza; toccasti il tuo bastone accanto alla coscia, per essere sicuro che non fosse scivolato sotto al sedile. Mano a mano che l'aereo si abbassava la vista divenne sempre più macroscopica. Quando l'unica cosa visibile divenne la pista dell'aeroporto di Orly notasti un paio di uomini coi gilet catarifrangenti camminare, erano entrambi di colore e questo ti fece effetto: in Albania non ce ne sono sui posti di lavoro ordinari, pensasti distrattamente.
Una volta in aeroporto la prima insegna di negozio a cui prestasti attenzione fu quella di PAUL, la boulangerie. Vi arrivasti di fronte e comprasti una baguette ai semi di papavero con pollo, insalata e pomodoro; quando iniziasti a liberarla dalla carta vedesti la vista appannarsi in modo sempre più denso. Decidesti di andare a sederti e di attendere che tornasse o che peggiorasse; ma quando finisti di mangiare la baguette i tuoi occhi non potevano distinguere nessuna figura, a parte quella uniforme del bianco. Ti alzasti e dirigesti col bastone fin fuori alle porte automatiche, avanzasti sino al limitare del marciapiede e alzasti il bastone perpendicolare alla strada, restando per qualche secondo in quella posizione, fino a che un tassista non ti si avvicinò e disse:
-Bonjour Monsieur... da questa parte prego.
-Merci. L'indirizzo è 8, Rue Royale, vicino a Place de la Concorde.
-Attenzione alla testa... et voilà-, l'autista richiuse lo sportello e si affrettò a quello del guidatore.
-Buongiorno Madame Bondeaux...-, le dicesti sulla soglia dell'appartamento che avevi affittato. La proprietaria si fece di lato per farti entrare:
-Bonjour Monsieur Palino... non avete bagagli con voi?-, ti chiese quella per cortesia, non per sorpresa.
-Oh ne ho ben quattro... un'agenzia li farà portare qui a breve-, poi aggiungesti sorridendo: -Purtroppo non posso vedere nulla in questo momento: i miei occhi hanno ceduto poco dopo arrivato in aeroporto.
-Oh capisco... quindi vi sono dei momenti in cui le è possibile vedere?
-Sì... durano sempre meno purtroppo; ma l'importante è che ci siano. Passo da momenti in cui vedo solo un velo bianco ad altri in cui si dirada. È dipeso da una aggressivissima trombosi.
-È terribile...-, replicò l'altra con tono sommesso e dispiaciuto. -La domestica e badante che le ho trovato, la signora Camille, mi è parsa una donna molto gentile e capace. Verrà qui tutti giorni alle 12,00 per portarle la spesa e cucinarle i pasti... e rimarrà a sua disposizione fino alle 16,00. L'appartamento è un trilocale e se ne ha voglia posso farle fare un giro delle stanze.
-Molto volentieri...-, rispondesti prendendole il braccio.
-Concorde è un'area predisposta in modo piuttosto semplice, non avrà molti problemi ad orientarsi: Rue Royal, sulla quale siamo, conduce in lunghezza a Place de la Concorde e proseguendo ancora lungo la piazza si arriva al ponte sulla Senna; mentre a destra e sinistra della piazza vi sono i giardini de Tuileries e degli ChampsElysée, con a seguire gli Champs-Elysée stessi: lì troverà supermercati, bancomat, farmacie e quant'altro di pratico le occorra. Quando e se ne avrà voglia la signora Camille sarà ben lieta di insegnarle i percorsi. Sarà qui tra un'ora-.
Dopo averti condotto nella cucina, in salotto e nella camera da letto con bagno annesso la signora Bondeaux sentì di dirti: -Mi dica se posso esserle utile in qualcosa...
-La ringrazio, ho solo la curiosità di sapere quanto disti a piedi da qui il Pas Mal... so che si tratta di solo 3 fermate di metro, ma nei momenti di cecità il cambio di linea potrebbe crearmi dei problemi...
-Sono circa quindici minuti a piedi da qui... credo lei abbia scelto davvero un'ottima zona per le sue esigenze.
-Ed un ottimo appartamento-, le sorridesti affabile di rimando. -Sa Madame Bondeaux, seppur non avendole ancora viste appieno sento come se ogni persona e ogni brasserie presenti in questa città mi stiano scaldando... sento come se gli abitanti di questa città siano in cerca di qualcosa... non l'ho sentito in nessun altra città. Sa quando al corpo manca un senso, se ne sviluppano altri che non si credeva neppure di avere; sensi che non saprei neppure descrivere- spiegasti sorridendole. -Grazie di essere venuta... non abbia premura di restare. Attenderò l'arrivo di madame Camille-.

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