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Non eri riuscita a stare lontana dal Salvia quanto avresti voluto. Claudio ti era mancato troppo. Leggesti il tuo messaggio pronto per essere infilato nella cassetta della posta quella sera, ma poi lo stracciasti zuppo di lacrime com'era e non ne scrivesti un altro. Strappasti un ciuffo d'erba da un'aiuola di fronte all'ingresso del negozio e ci infilasti quello. Poi tornasti dentro alla serra, dove Claudio stava tenendo in pieno venerdì sera un tour sulle piante per un gruppo di cinque studentesse di Scienze Biologiche, dell'Università Roma Tre.
-C'è il caspita di Orto Botanico e il caspita di Giardino Sperimentale de La Sapienza! E queste vengono al Salvia, nel buco del cesso della periferia di Roma a studiare le fottute pian...-, ti interrompesti e prorompesti in un suono informe. Non ci potevi credere.
-Dai, lo sai che tra La Sapienza e Roma Tre c'è sempre stata rivalità...-, ridimensionò una tua amica.
Davanti casa ti sbrigasti a salutare il tuo gruppo per correre ad infilarti nel letto e dormire. Le ore della notte passarono in modo difficile: alieni arrivavano e non c'era più nulla da fare, più amore o bellezza, erano alieni necessariamente oppressori, avevano occupato anche il cielo e ogni speranza che quello contenesse una sorpresa; infatti lassù c'era solo un'imponente altalena senza un dio amorevole a governarla e tu avresti vissuto per sempre da essere vivo nella scatola morta dell'esistenza. E poi sognasti ancora di vedere dalla finestra di una casa lussuosa un giardino delimitato, con al centro un albero così secco e tetro da suscitare una paura strana, data dalla sensazione di presenze fredde, spaventose e invisibili attorno all'albero e dentro quella stanza... Al tuo risveglio ricordavi ancora bene cosa di quel sogno ti avesse impaurita fino alle viscere e non avresti mai più dimenticato quell'albero. Lo avevi percepito più spaventoso del più orrido crimine, emanava infatti una sensazione di morte molto sottile e complessa... sentivi che addentrarsi in quella per scandagliarla e capirla, sarebbe stato forse saggio evitarlo. Essere coscienti della pericolosità di una cosa la rende meno pericolosa.

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