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Era la seconda volta che ti recavi al Pas Mal e al termine degli incontri si tenne un piccolo discorso del presidente. Prendesti posto all'ultima fila delle sedie che erano state disposte nella sala al piano terra, rimanendo leggermente coperto dal buio proveniente da uno dei cinque archi nel muro alle tue spalle, oltre i quali i faretti al soffitto erano stati spenti. Viste le donazioni spontanee degli assidui e volontari del Pas Mal sulle quali questo si reggeva, occorreva risparmiare laddove possibile: era quanto vi aveva spiegato Jean ad inizio discorso.
Ci vedevi in quel momento e il peso del bastone pieghevole nella tasca interna della giacca ti dava un po' fastidio.
-...e di 500 iscritti che abbiamo, questi vanno e vengono... chi solo per un giorno, chi per un anno, chi anche per quelli a venire. E gli assidui stranieri sono sempre più numerosi di quelli francesi, qui al Pas Mal: il rapporto è diventato, pensate, di 3 a 10, questo per un motivo su tutti: ebbene perché gli stranieri trovano più difficoltà ad instaurare relazioni in città e questo li spinge alla nostra porta più dei francesi. Ma quel che fa davvero la differenza, al fine di essere parte di questo meraviglioso centro di aggregazione che è il Pas Mal, è la motivazione fornita... E a proposito di questo colgo l'occasione per annunciarvi che ai fini della domanda d'iscrizione al Pas Mal dell'anno venturo, la lettera motivazionale non sarà più opzionale, ma obbligatoria!-.
-Obbligatoria-, ripeté Paul Michel all'orecchio di Aiko, imitando il tono profondo e caldo della voce di Jean. Aiko rise di gusto, tanto che alcuni si voltarono a guardarla.
-Si tratta di una direttiva che ci arriva dalla Mairie di Parigi del II municipio, di cui facciamo parte... per chi non l'avesse mai allegata all'iscrizione ricordo che la lettera motivazionale dovrà essere esattamente sulla scia di quella che si affianca ai curriculum vitae di lavoro e sarà richiesta a tutti, nessun escluso: volontari, assidui ed assidui con incarichi speciali.
Anche se si è stati iscritti gli anni precedenti, sarà comunque obbligatorio presentare in ufficio una piccola lettera di motivazione... Non vogliamo entrare nel vostro privato: ci basterà che ci diciate perché è così importante per voi frequentare il Pas Mal. Si entrerà in ufficio, si consegnerà a me o a Claudine la domanda d'iscrizione e la lettera ed in caso venisse accettata vi riconvocheremo per procedere al ritiro della donazione, d'importo come sempre a piacere.
Come sapete, nove volte su dieci accogliamo le richieste di iscrizione. Quell'1% di possibilità di scarto altro non deriva che da un presupposto: quello secondo cui il Pas Mal nasce con lo scopo di non far sentire sola nessuna persona in cerca di condivisione... e sono sicuro non ci biasimerete se sulla base di questo assunto e della lettera motivazionale ricevuta dovessimo talvolta operare una cernita.
-Di questo assunto-, ripeté Paul Michel all'orecchio di Aiko, sempre con voce somigliante a quella di Jean. Aiko stavolta dovette soffocare il riso con entrambe le mani.
-Dopotutto, per chi non dovesse avere la fortuna di vedersi accettata la domanda d'iscrizione, rimane a disposizione la possibilità di presentarla l'anno seguente e di partecipare alle uscite di gruppo organizzate una volta a settimana dal Pas Mal.
Come sempre ringrazio ancora sinceramente tutti voi donatori, nulla sarebbe possibile senza il vostro contributo... spero anche oggi abbiate goduto appieno dei vostri selezionati incontri al piano di sopra e a quelli più casuali qui a rez-de-chaussée... godete appieno di questo posto, di questa città e di questi tempi.
Buona serata-.
Durante il discorso la vista aveva iniziato ad annebbiarsi di nuovo e si era fatta completamente bianca a discorso finito, nel momento in cui tutti si erano alzati dalle sedie.
Prendesti il tuo bastone pieghevole dalla tasca interna del giubbotto e ti muovesti tra i presenti.
-Posso aiutarla?-, ti disse una voce femminile. Era della volontaria del tavolo d'incontro di Rituale: Jacqueline.
-Oh grazie molte. Mi porterebbe a conoscere qualcuno degli assidui?
-Ma certo, la porto dalle più simpatiche...- ti rispose lei con una vocina esile ed un sorriso immobile sul volto. Era minuta e portava i capelli sempre raccolti con forcine e pettinini.
-Come si chiama, buon uomo?-, ti chiese.
-Mi chiamo Goran Palino, vengo dall'Albania...
-Un albanese con un cognome italiano: molto interessante...
-Non molto, temo: l'Albania è stata una colonia italiana durante la seconda guerra mondiale; alcuni soldati italiani rimasero in Albania... conobbero alcune belle donne e nacquero bambini-, le rispondesti con fare giocoso ed un cordiale sorriso.
-Oh quindi suo padre fu un soldato, un eroe di guerra...-, concluse l'altra stringendo energica il pugno.
Lo fu mio zio. Mio padre si convinse a raggiungerlo a Tirana.
-Oh la la, una bellissima storia, direi... eccoci qua dalle mie due amiche...-. Si trattava di due signore francesi sulla settantina, sedute vicine ad osservarsi intorno; Salem e Ismaael intanto, notata Jacqueline che ti accompagnava tenendoti per un braccio, si avvicinarono a voi.
-Signore buonasera, vi presento il signor Goran che viene dall'Albania...
-Buonasera buon uomo. Di cosa si occupa in Albania?
-Ecco... sono il presidente di una multinazionale che si occupa di supporto alle telecomunicazioni...
-Sì, in Albania ci sono così tanti call center...-, convenne Jacqueline con la mano poggiata sotto al mento e guardandoti col viso all'insù, vista la sua piccola e la tua alta statura.
-Sì, ci occupiamo principalmente di quelli-, sorridesti divertito dall'acume della donna.
-E come fa ad avere il tempo di venire qui? Quanto si fermerà a Parigi?-, ti chiese una delle due signore.
-Mi fermo a tempo indeterminato. Ho richiesto la pensione anticipata per via della mia invalidità... non ho più motivo o modo di lavorare. E ora che non posso più vedere bene la vita, voglio almeno sentirla...
-Ma lei è così giovane... cosa avrà, una cinquantina d'anni al massimo. Crede le daranno la pensione?-, ti chiese in tono perplesso, ma sempre esile e squillante, Jacqueline.
-Sì, credo proprio di sì.
-Noi invece siamo dentisti: studiamo tutti e due da dentisti...-, intervenne Ismaael riferendosi a lui e Salem, entrambi rimasti in ascolto.
-Ogni siriano che conosca fa il dentista. Parigi sta diventando piena di dentisti...-, asserì Jacqueline ammiccando con sguardo di chi la sa lunga verso i due e prendendo ad indicarli con l'indice ricurvo; poi se ne andò.
-Domani ci sarai, Goran?-, ti chiese Salem.
-Ma certo... sceglierò un appuntamento al piano di sopra...
-Ma no... vieni al gruppo di Filosofia Spaziale, è divertente!
-Oh... d'accordo... ma queste materie esistono davvero?-, chiedesti divertito.
-Certo che no, sono solo nomi di fantasia dati ai gruppi d'aggregazione... servono per dare spunti di conversazione-.
Dopo poco ti congedasti da loro per andare a prendere qualcosa da bere e vedesti la sagoma di almeno un paio persone sulla tua strada, erano Aiko, Ana e vi era anche Paul Michel.
Aiko ti aiutò a versarti da bere.
-Ti ringrazio... purtroppo mezzora ci vedo e mezzora no...-, spiegasti ironico.
-Oh davvero? Non sei del tutto cieco?-, ti chiese Aiko.
-Lo sono del tutto, ma non lo sono sempre-.
La cosa incuriosì molto i tre.
-Riesci a tornare a casa da solo?-, ti chiese Ana.
-Certamente, sono venuto e ritornerò a piedi... la mia badante mi ha insegnato la strada...
-Dove abiti?
-A Concorde...
-Oh c'est un très jolie quartier-, replicò Paul Michel.
Tu per caso sei uno degli assidui coordinatori? Quello col quale bisogna parlare attraverso il ricetrasmittente? Mi sembra di riconoscerti dalla voce.
-Sì, sono io...
-Oh tu hai un'ottima pronuncia francese... Hai soltanto un lievissimo accento sovietico. Direi russo.
-Oh Michel... russo, dice!-, fece Aiko ridendo divertita.
-Tutti ci siamo sempre complimentati con lui per il fatto che non ci fosse traccia di accento alcuno nella sua pronuncia!- seguì spalancando sorpresa la bocca Ana.
-Non ci ho preso, Michel?
-No, per niente.
-Allora mi scuso. Qui invece abbiamo una signorina giapponese e una spagnola, dico bene?
-Sì, e un inglese: Paul Michel è inglese..!
-Molto bene: un po' d'inglese è utile tanto quanto il francese, se non molto di più-, aggiungesti con voce marcatamente bassa.
Risate.
-Noi pensavamo di avviarci alla metro, vieni con noi?-, ti propose Ana.
-Volentieri-.
Quando usciste tu, Ana e Aiko faceste per andare dritti, diretti alla metro 4 Septembre, mentre Paul Michel per girare a destra. Vi disse:
-Bonne nuit, à bientôt!
-Non vai a casa, Michel?-, gli chiese Ana.
-Bien sûre, ciao!- e così si avviò lungo Rue Saint Augustin.
-E' così strano: prende sempre la metro per andare a casa, perché oggi gira per là?
-Lo sai, Ana... con lui niente è sicuro-, le rispose Aiko.
-Solo ora inizio a vedervi meglio... meno male. Mi avrebbe fatto piacere vedere anche il viso di Paul Michel, per riconoscerlo quando lo rivedrò.
-Oh non preoccuparti, lo riconoscerai, ha una caratteristica inconfondibile: porta sempre un fermaglio per capelli a forma di scoiattolo.
-Porta i capelli lunghi?
-Solo fin sulle spalle... ma li tiene raccolti così...
-Ci farò caso allora-, sorridesti. -Mi sembra un gran dono quello che i miei occhi mi hanno fatto in questo momento: avreste voglia di andare a bere un bicchiere da qualche parte? Per scaldarci un po'?
-Sì, a me andrebbe... troviamo un posto vicino a Concorde, così avrai meno strada da fare in caso dovessi perdere la vista di nuovo-. 

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VantablackWhere stories live. Discover now