IMMAGINAZIONE - 1

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Ti avvicinasti lentamente all'ingresso del Franprix, non era facile essere alti un metro e ottantacinque, avere ottantacinque anni e un piede e la testa che ripiegano su se stessi. Tra le corsie dei dessert comprasti crème brûlé e crema alle uova; poi tra le altre del prosciutto sottovuoto; steak haché; un carciofo foglia grande 3 euro il pezzo; succo d'arancia Tropicana; foie gras ed alcuni formaggi: Camembert, Raclette e Caprice des Dieux. A piccoli passi arrivasti alle casse e poi di nuovo su strada: percorresti Rue de Lourmel per dritto, poi svoltasti su avenue Emile Zola. Arrivato quasi all'altezza del civico 81 a cui abitavi, notasti arrivare dal senso opposto un volto che conoscevi. Era il volontario cinese del Pas Mal, quello che aveva parlato al suo gruppo circa il design dei sedili delle metro. Anche lui ti aveva riconosciuto da lontano, eppure nessuno dei due accennò ad un saluto. Poggiasti a terra davanti al portone le buste della spesa e lo attendesti arrivare. L'altro stava giungendo con espressione concentrata e seria, tenendo come d'abitudine la bocca leggermente appizzata. La sua espressione non mutò quando si fermò davanti a te.
-Bonjour. Ça va Marcel?
-Ça va.. et toi?
-Ça va, ça va... è strano concludere l'anno al Pas Mal con questa nuova che Jean ci hai dato, n'est-ce-pas?-, prese a dirti l'altro. Non credevi di averlo mai visto sorridere e pensasti che ti sarebbe piaciuto vederglielo fare, ma anche che non l'avrebbe di certo fatto ora.
-Ad ogni modo non l'ho trovata una cattiva notizia-, replicasti tutto d'un fiato, che era il modo in cui da circa una decina d'anni parlavi. Sin da giovane avevi avuto la tendenza a mangiare le parole e tanto più ora che col cambio del tuo andamento cardiaco sentivi di dover sbrigarti a parlare prima che il respiro ti terminasse; il ché ti portava inoltre a parlare per frasi corte.
-Sai Marcel, non fraintendermi, ma questa faccenda di dover dare la motivazione... la trovo un po' stupida. Molte persone che erano solite venire non verranno più. Pensi dovremmo votare questa decisione? Sei il volontario che sta per lasciare: terranno conto di quel che pensi.
-No non penso. Penso che Jean abbia deciso. È un'ordinanza. Non può far altro. Penso che sia giusto così.
-Ah bon, d'accord-.
Facesti spallucce: -Ma sì, è giusto... abbiamo avuto quanti? Il 70% di loro che venivano senza scrivere la lettera di motivazione? Jean mi ha detto che due anni fa ne ha avute tre. Tre!-, rincarasti gracchiando. -Quando ero direttore di personale guardavo solo le lettere di motivazione, me ne fottevo del CV e della foto. Il Pas Mal è lì per fare una carità, non per fare un favore a chicchessia... e qualcuno se ne sta approfittando. Ecco tutto. E qualcuno sta levando il posto a un altro. Ecco tutto. Ora non sarà più possibile.
-Sì, ma più motivazioni, più segretezza. Siamo d'accordo? Si pone un problema di segretezza: chi la mantiene?
-Le leggeranno solo Jean e Claudine evidentemente.
-No... non mi piace questo sistema-, fece il cinese.
-Bisogna solo fare attenzione a come si raccontano le cose. Io quando vado a confessarmi dico i miei peccati, ma il modo lo scelgo io. Dico che ho fatto pensieri impuri. Stop. Non dico quali. Eccolo il sistema-.
Parlavate entrambi mantenendo i vostri toni ed espressioni moderati e neutri, nonostante la questione vi prendesse parecchio.
-Ad ogni modo qualcuno penso non lo vedremo più...-, fece il cinese.
-Qualcuno che ti sta a cuore?
-No.
-E allora? In tanti anni sono andati e venuti e solo con due di loro ho mantenuto contatti epistolari o vis à vis. Si quelqun pars c'est juste la vie. Tengo i buoni ricordi e vado avanti a conoscere i nuovi che arrivano e il nuovo che portano.
-Ma il punto Marcel...- ammiccò l'altro: -Chiederanno anche ai volontari le motivazioni.
-No. Lo escludo-, dicesti energicamente.
-Da quanto ne so ce le chiederanno eccome. E spero Jean si ravveda, perché non mi piacerebbe scervellarmi su quale forma e contenuto, di cui parli, dare ai miei affari personali o inventare per far impietosire il nostro ufficio.
-Hai ragione.
-Bene, ci vediamo.
-Posso invitarti a prendere un bicchiere di vino a Il teatro? O altrove più giù su Emile Zola? Lo so che non ti ho prevenuto di una settimana ma tu certe fisime francesi non le dovresti avere. Penso se ti invito sul momento è uguale.
-No, ti ringrazio, ho qualche commissione da sbrigare. Ci vediamo alla riunione di fine anno, ciao Marcel-.
Prima di rincasare fumasti una sigaretta, marchiando ancor più la tua voce scura e rauca. Una volta in casa tua moglie ti disse che per il tuo compleanno i vostri figli non sarebbero venuti: sarebbero rimasti uno a Londra e l'altra a Lione, dove avrebbero trascorso i loro giorni di congedo natalizio concomitanti in quello stesso periodo.
-Alexandre e Domitille devono avercela ancora con me per la questione dell'eredità. Proprio non possono aspettare che questi due vecchi muoiano per passare all'incasso? Hanno entrambi buone entrate e tutto ciò che occorre: non capisco di quali divertimenti ulteriori abbiano bisogno.
-Hanno mutui e bambini. Hai dimenticato quanto costano, Marcel?
-Abbiamo avuto tutti mutui e bambini.
-Se andassimo noi a trovarli?
-Ho ottantacinque anni. Non vado da nessuna parte. Festeggeremo il mio compleanno con alcuni amici del Pas Mal... o da soli, perché no. Ah me ne vado dal Pas Mal proprio ora che hanno reso obbligatoria la lettera di motivazione... mi avrebbe fatto piacere dar loro anche la mia: se fin'ora vi avrei scritto che era per la paura di morire senza amici che ci andavo, ora dovrei scrivere che è per paura di morire con troppi parenti attorno...-, dicesti prendendo Le Point dal tavolino situato al centro del tappeto, davanti alla tua poltrona. Vi sedesti spiegando: -È diventata obbligatoria per tutti gli assidui la lettera motivazionale-, spiegasti a tua moglie.
-Finalmente-, replicò lei uscendo con una vestaglia indosso dalla camera da letto.
-Sai quel che più mi dispiace è non poter vedere i nostri nipoti regolarmente. Con tutti i collegamenti che ci sono tra Londra e Parigi e Lione e Parigi. Manderò loro i soldi per i biglietti e che vengano quando vogliono. Ma che vengano accidenti-, riprendesti poi a dire.
-Aspettati che ti dicano che non è per l'acquisto dei biglietti che hanno bisogno dei tuoi soldi...-, ti ammonì tua moglie ora andando verso lo studio.
-Oh lo so bene. Per un paio di biglietti non serve ricevere l'eredità in anticipo: Alexandre vuole la sua tata e i suoi viaggi e Domitille la sua assicurazione sul futuro per poter liberarsi del marito. Mi chiedo se non gli avessimo dato un'istruzione e un mestiere a quest'ora cosa avrebbero preteso. Forse meno chi lo sa... mi farà stare sveglio stanotte.
-Non sarebbe la prima notte, saranno sette anni buoni che non dormiamo bene...-, replicò tua moglie ora sedendo di fronte a te in soggiorno.
Sospirasti: -Be' auguriamoci di stare sempre bene tu ed io. E di trovare un infermiere con la mano delicata-.
Poi sfogliando il giornale mormorasti tra te:
-Ah oui: Jean con quell'ordinanza ha davvero centrato il punto-.

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VantablackWhere stories live. Discover now