33. Ava

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 Dopo la conversazione con mia mamma, mi sono ripromessa di smettere di pensare quando trascorro il mio tempo con Micah. Voglio essere presente per lui e con lui al cento per cento. Perché se lo merita e non voglio rovinare il nostro rapporto.

Così, quando mi ha parlato all'orecchio per spiegarmi come dovevo tirare quella maledetta palla, ho chiuso gli occhi e mi sono lasciata trasportare dalle sensazione e dalle emozioni di avere il suo corpo premuto contro la mia schiena. Non è la prima volta che ci troviamo così vicini. Abbiamo già dormito nello stesso letto. Solo che è la prima volta che mi concedo di provare qualcosa.

E quello che sento nel basso ventre non è altro che puro e semplice desiderio per questo gigante e scontroso giocatore di football.

Il fatto che poi abbia involontariamente dimostrato di essere geloso di me, ha cambiato tutto. Non so nemmeno spiegare perché. Forse mi ha aperto gli occhi sul fatto che è impossibile non affezionarci l'uno all'altro.

Che gli ho rifilato un sacco di cazzate per istinto di protezione. Me o lui, non ho ancora capito di preciso chi stavo proteggendo davvero.

Ciò che tutti continuano a ripetermi da mesi è che non posso smettere di vivere. Che ho solo ventidue anni e una vita lunghissima davanti a me.

Porterò Rowan nel mio cuore, anche se continuerò a frequentare Micah. E poi è inutile negarlo. Negli ultimi giorni, la mia attrazione nei suoi confronti è schizzata alle stelle. Sono terrorizzata al pensiero di lasciarlo entrare? Assolutamente sì. Eppure questo non mi fermerà.

Lancio la palla da bowling al centro della corsia e abbatto sei birilli. Mi giro piena di entusiasmo verso Micah che sta sorridendo. <<Visto? Imparo in fretta>>, gongolo.

Lui alza gli occhi al soffitto. <<Anche troppo>>, borbotta. <<Perchè non sei una atleta?>>, mi domanda, alzandosi. È il suo turno di tirare. Ovviamente dopo due lanci è già in netto vantaggio.

Mi stringo nelle spalle. Perché volevo essere una cantante famosa. Ma non lo dico. Non ancora. <<Sono pigra. Diventare una atleta come te significa allenarsi tutti i giorni. A parte correre e qualche esercizio a corpo libero, è il massimo che farò nella mia vita>>.

<<E' un vero peccato>>, commenta mettendosi in posizione per lanciare. Strike. Ovviamente.

<<Se non dovessi avere successo come quarterback professionista, puoi sempre giocare a bowling>>, borbotto infastidita.

Si avvicina e mi scompiglia i capelli come un bambino di cinque anni. <<Spiritosa>>.

Terminiamo la partita con la mia netta sconfitta. Sono competitiva di natura e mi brucia non aver battuto Micah. Non è la fine del mondo, ma sarebbe stato divertente vedere la sua espressione. Invece mi tocca subire la sua danza della vittoria.

<<Fai sempre così dopo un touchdown?>>, domando sarcastica.

Mi fa l'occhiolino. <<No, è uno spettacolo privato solo per te, Los Angeles>>.

Sollevo un sopracciglio e trattengo una risata fragorosa. Non so come ci riesco. <<Sono proprio fortunata>>, borbotto.

Afferra la mia mano e mi trascina nella sua folle danza, inscenando un casquette da capogiro. Mi ritrovo faccia a faccia con Micah e il sorriso si allarga sul mio viso. Mi sto divertendo e non riesco a nasconderlo.

Mi rimette dritta e mi tiene contro il suo petto. <<Questo era per il guardone, laggiù>>, borbotta indicando con il mento il ragazzo che lavora qui.

Sbuffo. <<Non ti è ancora passata?>>, domando ridendo della sua irritazione.

<<No>>, risponde secco. <<Hai fame?>>.

<<Sto morendo di fame>>. Mi lascia andare e dopo esserci cambiati le scarpe, usciamo dal bowling. Questa volta non sento minimamente il freddo pungente dell'esterno. <<Un ottimo modo per scaldarsi questo>>, dico indicando la sala alle mie spalle.

Micah ammicca, sollevando le sopracciglia. <<Conosco modi anche più divertenti>>.

Avvampo per l'allusione che ha appena fatto e lo spingo via. Le mie mani si appoggiano sui suoi pettorali di ferro, ma non lo smuovo di un centimetro. Che nervi! <<Sta sera, sei proprio in forma eh?>>.

Sorride, tutto contento. <<Sì, mi sento proprio bene. Grazie per avermelo domandato>>. Mi afferra una delle due mani che tengo ancora contro il suo petto e se la porta alle labbra. Ne bacia il dorso e mi lascia a fissarlo a bocca aperta. Sulla mia pelle si irradia una scossa che mi percorre tutto il braccio. Ci fissiamo negli occhi e mi costringo a fare un passo indietro. No, per questo non sono ancora pronta. Baciarlo sarebbe troppo.

Anche se ci ho pensato alcune volte. Parecchie ultimamente se devo essere onesta, ma è presto. Non succederà stasera. Ci sono ancora troppe cose che Micah non conosce e questo potrebbe cambiare ciò che pensa di me.

Appena saprà la verità, gli sembrerà di non conoscermi affatto. Probabilmente si sentirà anche un po' tradito.

Leggo nei suoi occhi un accenno di delusione, ma la spazza via con un battito di ciglia. Tipico di Micah. <<Cosa ti andrebbe di mangiare?>>.

<<Hamburger nella tua macchina?>>, propongo.

Sorride. <<Ottima scelta>>. Così saliamo in auto e partiamo alla ricerca di cibo spazzatura.

QUALCUNO COME MEWhere stories live. Discover now