3. Ava

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Lasciamo fare al tempo.

(Jane Austen)

Finite le lezioni, torno dritta a casa. Non so perché ho la sensazione di essere seguita. Lo so, sono paranoica, ma non posso farci nulla. È la forza dell'abitudine. Mi guardo attorno ma non vedo niente altro oltre che gruppi di ragazzi che chiacchierano o fumano una sigaretta.

Prima di tornare alla normalità ci vorrà del tempo.

Entro in casa che è già ora di cena. Le lezioni sono state lunghe e faticose, per non parlare del fatto che ho male alla chiappa destra. Sicuramente avrò un enorme livido. Tutta colpa di quel presuntuoso contro cui sono andata a sbattere.

Inoltre, la telefonata che ho ricevuto subito dopo mi ha turbata parecchio.

Maddie è dietro i fornelli che sta tentando di cucinare qualcosa di poco definito. <<Perchè sa di bruciato?>>, chiedo abbandonando la borsa con i libri per terra. Calcio le scarpe e mi dirigo in cucina.

Ella fa una smorfia. <<Ha provato a preparare il sugo per la pasta, ma si è bruciato. Credo che dovremmo cenare fuori. Di nuovo>>.

Alzo gli occhi al soffitto. Le adoro, non fraintendetemi, ma sono abituate ad essere servite tutto il tempo. Io al contrario, un piatto di pasta lo so cucinare. <<Sono troppo stanca per aiutarvi. Mi cambio e usciamo>>, mi arrendo.

Mi infilo nella mia stanza e mi cambio. Fortuna per me, sono riuscita a trovare questo appartamento abbastanza grande da poterlo condividere con le mie amiche. Così, all'ultimo minuto è stato praticamente un miracolo. In più ho pagato tutto l'anno in contanti il primo giorno che siamo arrivate. È stato un incentivo in più a lasciare a me la priorità di questa casa da parte del padrone.

<<Ok, sono pronta>>, dico comparendo in salotto.

Le mie amiche mi guardano. <<Ci vieni così?>>, domanda Ella perplessa.

Mi osservo dall'alto. <<Perchè, cos'ho che non va?>>. Felpa e jeans non vanno più bene? In più fuori fa freschetto.

Maddie inarca un sopracciglio. <<Non lo so, tesoro. Prima non ti saresti mai messa una cosa del genere. Non è da te scomparire in questi vestiti così larghi. Solo, non sembri tu>>.

<<Lo so, sto solo cercando di non dare nell'occhio. Attirare l'attenzione>>.

I loro sguardi si incupiscono. So che capiscono. <<Hai ragione, scusa>>, dice Ella. <<Forza, sto morendo di fame>>.

Nelle ultime sere abbiamo fatto l'abbonamento al Red, un locale che è a pochi passi dall'appartamento ed è frequentato da tutti gli studenti del campus. Ad Ella piace il barista. Se lo sta lavorando da quando siamo arrivate.

Ci sediamo ad un tavolo in disparte. Per fortuna c'è poca gente a quest'ora. Non ho voglia di confusione. <<Cosa avete fatto oggi?>>, domando dopo che la cameriera ha preso le nostre ordinazioni.

<<Abbiamo iniziato questa serie spettacolare, vero Maddie? Poi siamo uscite a fare shopping, ma non abbiamo trovato granchè>>, racconta Ella.

<<Vi manca già Los Angeles?>>. Mi sentirò sempre in colpa per averle tolte alla loro vita.

Maddie sorride. <<Non così tanto e poi potremmo sempre tornare qualche volta. Avevamo anche noi bisogno di cambiare aria. Lo sai>>.

Sì, ed era tutta colpa mia.

<<Piuttosto, dicci, hai conosciuto qualcuno di interessante a lezione?>>, domanda Ella. La sua attenzione però è rivolta al barista.

<<Solo una compagnia di corso. Niente di speciale>>.

<<I ragazzi come sono?>>, domanda Maddie ammiccando.

Faccio una smorfia. A parte l'Adone contro cui sono finita sta mattina, non c'è nulla degno di attenzione. <<Vieni con me domani al campus e lo scoprirai>>.

I ragazzi in questo momento sono l'ultima mia preoccupazione.

<<Che ne dici di quello laggiù che ti fissa da quando siamo entrate?>>, domanda Ella indicando con un gesto della testa il tavolo da biliardo dalla parte opposta.

Sollevo lo sguardo e mi ritrovo a fissare quegli occhi neri. Un'altra volta. Io credevo che non l'avrei più rivisto. Invece è capitato due volte in un giorno. Coincidenze?

<<E' sexy. Davvero figo>>, dice Maddie. <<Lo conosci?>>.

Alzo le spalle. <<No>>.

<<Peccato>>.

Distolgo lo sguardo dall'Adone. Il suo sguardo mi sta scavando dentro e non lo sopporto. Non avrà da me ciò che cerca. <<Oggi mi ha chiamato Rachel>>, dico alle mie amiche.

Si guardano fra di loro. <<Brutte notizie?>>, domanda Ella.

Scuoto la testa. <<Non proprio. Rowan ha chiesto di me sta mattina>>. Il nodo che ho in gola mi sta facendo soffocare. Questo peso non lo sopporto.

Sento che sto per crollare.

Mi afferrano le mani fra le loro. <<Oh, mi dispiace, tesoro. Davvero tanto>>, dice Maddie.

Sbatto le palpebre per ricacciare indietro le lacrime.

La verità è che la mia vita in questo momento è una farsa. Meriterei un Oscar per questa performance che ho messo in piedi per proteggermi. Non so per quanto posso resistere ancora prima di ridurmi in frantumi.

QUALCUNO COME MEWhere stories live. Discover now