22. Ava

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 E' mezzanotte passata, il locale è praticamente vuoto perché a quanto pare la festa post vittoria si è spostata altrove, e io non sono per niente stanca. Vorrei che questa serata -o meglio nottata- non finisse mai.

Inizio ad adorare la compagnia di Micah. La prima opinione che ho avuto su di lui, il giorno in cui gli sono finita addosso, era totalmente sbagliata. Non è un presuntuoso narcisista. Sì, sa di essere bello, ma ha un cuore davvero grande.

È gentile, premuroso, altruista e protettivo. Inoltre mi sa far ridere e in questo momento della mia vita, non è proprio semplice o scontato. Eppure lui ci riesce ogni singola volta.

<<Sei stanca?>>, mi chiede guardandosi attorno e accorgendosi che siamo rimasti solo noi due.

Scuoto la testa. <<No e tu?>>.

<<No, dopo le partite non vado mai a letto presto, però credo che Andrew voglia tornarsene a casa>>, dice indicando il barista che sta iniziando a sistemare i tavoli.

<<Oh>>, giusto non ci avevo pensato. Mi alzo in piedi e raccolgo il mio cappotto dalla sedia. Ella e Maddie se ne sono andate circa un'ora fa. Hanno seguito dei tipi ad una festa. Sono entrambi compagni di squadra di Micah. Lui mi ha assicurato che sono dei tizi apposto e mi sono fidata.

<<Ti va di continuare la serata?>>, chiede Micah, mentre usciamo dal locale.

<<A cosa pensavi?>>. Ti prego, fa che non voglia raggiungere gli altri alla festa. Non voglio stare in mezzo alla confusione.

Si blocca al centro del marciapiedi. Si passa una mano fra le ciocche, scompigliandoli. Sembra combattuto. <<Verresti da me e ci guardiamo un film? Non pensare male. Siamo solo amici, giusto?>>, chiede sollevando le mani in aria in modo ridicolo.

Scoppio a ridere per il suo imbarazzo. Afferro l'orlo della sua giacca in pelle e lo trascino verso la macchina. <<Forza, quarterback. Andiamo a vederci questo film>>.

<<Ok>>, risponde scioccato.

<<Ma voglio i popcorn>>, chiarisco.

Sorride. <<Ai tuoi ordini, Los Angeles>>.

Ci conosciamo da quanto? Due mesi? Eppure non avrei mai pensato che sarei stata contenta di vedere casa sua. Non credevo ci sarei mai entrata. L'ultima cosa che volevo venendo qui, era farmi coinvolgere da qualcuno.

Specialmente un ragazzo.

Osservo Micah accanto a me, rendendomi conto di quanto mi sto sbagliando. Sono già coinvolta. E non capisco se è una cosa buona o meno.

<<Qualcosa non va?>>, chiede preoccupato.

Scuoto la testa. <<No, va tutto bene>>. E ne sono convinta. Andrà tutto bene.

Quando parcheggia in un vialetto, la casa con tanto di giardino che mi ritrovo davanti, è totalmente inaspettata. Credevo vivesse in un appartamento minuscolo. Non certo in una casa a due piani.

<<Vieni, entriamo>>. Mi fa strada dentro casa e rimango un po' sorpresa. È pulita, in ordine e profuma di buono. Da maschio ma è un odore che mi dà alla testa. <<Sembri sconvolta>>, mi prende in giro.

<<Quando immagino due ragazzi vivere nello stesso posto, ciò che mi aspetto non è certo questo>>, dico indicando lo spazio circostante.

Si gratta la testa. <<Abbiamo la donna delle pulizie e poi non passiamo molto tempo qui dentro. Noah è in trasferta con la squadra questo weekend. Ecco perché è in ordine>>.

<<Forse dovresti vedere il mio, di appartamento. Ella e Maddie sono due casiniste. È tutto sottosopra. L'altro giorno ci ho messo un'ora a trovare il mio libro di letteratura>>. Per quanto amo vivere con loro, a volte vorrei strangolarle con i vestiti che lasciano in giro.

<<A Los Angeles vivevi con loro?>>, domanda mentre mi prende il cappotto e lo appende all'ingresso.

Scuoto la testa. <<No, vivevo da sola>>. Più o meno. Spesso dormivo da Rowan o viceversa.

Mi fa strada verso il salotto. <<I tuoi genitori?>>.

Accenno un sorriso. <<Sono splendidi. Sono andata via di casa solo perché volevano la loro indipendenza e la mia vita era troppo complicata>>. Quando mi rendo conto di aver detto troppo, mi blocco. <<Allora, cosa guardiamo?>>, chiedo per cambiare argomento.

Assottiglia lo sguardo. Vedo i punti interrogativi che gli girano per la testa. So che vuole chiedermi di più, ma ancora una volta mi lascia a bocca aperta. Lascia perdere e accende il computer. <<Non lo so, a te cosa piace?>>

Alzo le spalle. <<Tutto? Non ho un genere preferito. Credo dipenda dal mio umore>>.

Mi guarda da sopra lo schermo. <<E di che umore sei?>>

Giocherello con il mio labbro inferire, mordicchiandolo. I suoi occhi fanno uno sforzo enorme per non seguire quei movimenti. Lo vedo da come le nocche gli diventano bianche. <<Felice, spensierata>>.

Deglutisce e il suo pomo d'Adamo va su e giù. Davvero sexy. <<Una commedia?>>

Annuisco. <<Vada per la commedia>>.

Stavamo flirtando, vero? Per un fugace, singolo momento. Ci siamo solo io, lui e il televisore acceso che emana l'unica luce che illumina la stanza. Non sto pensando a Rowan, alla sua morte o alla nostra storia.

C'è solo Micah con il suo sorriso, il suo sguardo caloroso e il suo profumo, ovunque.

Sarebbe così facile se lo volessi. Siamo soli in una casa gigantesca. Io sono attratta da lui. È impossibile non esserlo. Mi basterebbe allungarmi di qualche centimetro e i nostri corpi si toccherebbero.

Le nostre bocche si potrebbero fondere in un bacio pazzesco.

Eppure c'è qualcosa che mi blocca. Chiudo gli occhi e scaccio via questo pensiero. Non posso.

<<Va tutto bene?>>, chiede.

Riapro gli occhi e riporto la mia attenzione sullo schermo. Devo solo concentrarmi nel film. <<Sì>>. Tutto troppo bene.

QUALCUNO COME MEWhere stories live. Discover now