Capitolo 52

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KYLA

Le ombre sul soffitto mi giocano strani scherzi visivi, e il freddo che abbraccia queste mura mi entra fin sotto gli strati di pelle.
Il materasso bianco è scoperto dalle lenzuola, il che non mi permette di poter riscaldare il corpo ormai infreddolito.
Tale situazione mi riporta alla mente le orribili notti che ho passato in questa camera non appena sono arrivata a casa dei Sokolov.
Queste mura sono state per molti giorni una prigionia, ma stavolta temo che ne Zoya e né tantomeno Matvey mi aiuteranno a spezzare le mie catene.

Per non parlare poi dei miei genitori, mia madre sembrava abbastanza contrariata dalla mia idea, mentre mio padre, beh mio padre mi da l'impressione che si sia stancato di controbattere con due destarsi del cazzo come me e Alek.
Sbuffo formando nuvoloni di fiato ghiacciati in questa lunga notte che spero di non passare in bianco, mi sdraio sul letto rannicchiandomi su un lato.
Comprendo la preoccupazione che ha scaturito il mio piano, e so che è da stupidi offrirsi da sola in pasto al lupo.
Ma l'idea che Darla passerà ore, giorni, forse mesi tra le mani sudicie e arrapate di Ilya mi opprime i polmoni, perché so che essere violentate ripetute volte ti porta verso una follia che presto o tardi ti lascerà cadere in azioni sconsiderate del quale potrebbe pentirsi. O peggio ancora la ragione potrebbe annebbiarsi e trascinarla verso quel coraggio che io per nove mesi non ho mai avuto.

La vita di un'altra donna è stata dilaniata da un uomo privo di umanità, e l'animo si affligge in modo tale da recarmi un sofferente taglio nel cuore che non smette di sanguinare.
Il sangue fluisce come un fiume in piena che mi affanna i polmoni, e non posso e non voglio restare ferma a far nulla.
Devo intervenire, e non mi arrenderò di fronte a un no, ma per il momento necessito di uscire da questa cazzo di stanza.

Il buio è una voce che mi bisbiglia pensieri nella testa, che studia la tattica perfetta da poter mettere in atto una volta fuori da questa prigione, se solo Alek ascoltasse il mio piano si renderebbe conto che non ho alcuna intenzione di mettere a repentaglio la mia purezza, e che tutto si svolgerà in completa sicurezza.
Ma ovviamente è un cocciuto di merda e non sentirà ragioni, quindi dovrò fare da sola e lasciargli credere che ho abbandonato l'assurda pazzia.
Provo a riscaldarmi con le mani, almeno avrebbe potuto darmi una coperta quell'irremovibile stronzo!
Chiudo gli occhi e spero che l'inconscio precipiti presto in un caldo sonno, e neanche il tempo di calare le palpebre che la stanchezza mi annienta ogni pensiero, logico e illogico.

Il sole che trapassa dalla finestra mi scalda in questo glaciale giorno, mi sento ancora molto stanca ma decido di alzarmi e urlare a squarciagola, finché Alek non viene a liberarmi dalla prigionia che lui stesso mi ha imposto.
Scendo dal letto e mi blocco non appena noto la porta della camera aperta, procedo verso l'uscita stranita dal rapido ripensamento del pertinace vichingo.
Corro verso la nostra camera pronta per fare una doccia riscaldante, come speravo la stanza è vuota. Non ho voglia di battibeccare per una cosa che in realtà ho già deciso.
Veloce mi libero degli abiti, con i piedi tasto il piatto doccia, per poi girare la manovella e lasciare che l'acqua calda che sprigiona il soffione ricada sul mio corpo infreddolito dalla notte.
Lo getto scroscia sulle spalle gocciolando ai miei piedi, mi rilasso finché non percepisco la presenza di qualcuno alle mie spalle.
Sorrido con gli occhi chiusi e sussulto di poco quando grosse e ruvide mani mi cingono i fianchi, percepisco il respiro di chi mi è alle spalle schiantarsi sul mio collo, e un inquieta sensazione mi accavalla ogni nervo. In un colpo sincronizzato con gli occhi che si sbarrano mi volto in direzione dell'uomo, e quando le pupille si scontrano con un azzurro cupo e ignominioso la paura mi divora, e sobbalzo verso un giorno diverso da quello che sto vivendo.

Il risveglio è brusco, e il cuore è un martello pneumatico che mi fracassa lo sterno.
Mi trascino la mano sul cuore e osservo dalla finestra gli uccellini che cinguettano le dolci melodie mattutine, respiro visibilmente scombussolata e sono grata che il mio sia stato solo un repellente incubo.

Kpokyc 2 (Croco)Where stories live. Discover now