Capitolo 21

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KYLA

La mia esistenza ha perso nuovamente colore, volevo eliminare dalla tela della mia vita il nero della paura e dell'angoscia.
Volevo dipingere il mio mondo con il solo rosso, quello della passione, dell'amore.

Ma l'unico rosso con il quale imbratterò i muri del mio universo è quello del sangue, forse il mio o peggio ancora quello di Rayan che ricadrà sulle mie mani colpevoli.
Fisso il soffitto avvolta nel buio della notte, il freddo m'investe e tiro la coperta fin sopra il mento, un tremito mi sovrasta dove nulla riesce a riscaldare il mio corpo ormai glaciale.
Gli occhi pensierosi virano verso la finestra, dalle sbarre della mia cella osservo il cielo che stasera ha un aspetto sereno, è ricoperto di stelle, mille puntini di luce brillano nell'oscurità di questa camera dal quale si respira un'atmosfera soffocante.

A quest'ora mi chiedo dove sarà Alek?
Ma più di tutti penso a Matvey, prego che sia ancora vivo e che la ferita che gli ha inflitto Kozlov non sia stata mortale.
Di sicuro mio padre si è preso cura di lui, certo non lo ha accolto a braccia aperte quando è venuto in nostro soccorso, ma di certo non ha lasciato che si dissanguasse dinanzi ai suoi occhi.
Conosco mio padre, è un uomo buono, e il suo astio di sicuro non gli ha impedito di salvargli la vita.

Sospiro al pensiero che mio padre abbia del rancore nei confronti dei Sokolov, sapevo che non appena avrebbe scoperto la verità su Alek mi avrebbe ostacolato con tutto se stesso, e se a quest'ora il mio Vichingo è arrivato a casa di Matvey non oso immaginare quello che sia potuto capitare.
Di sicuro mio padre non gli ha dato un amorevole benvenuto, conoscendolo gli avrà mostrato un'inimicizia che spero non duri per tutta la vita.
Perché semmai uscirò da questa prigione ho intenzione di trascorrere il resto dei miei giorni al fianco di Alek, e mi dispiace sapere che mio padre non benedirà la nostra unione.
Perché malgrado il suo dissenso non ho intenzione di rinunciare al nostro amore.

L'alba mi raggiunge e l'insonnia è stata una tortura mentale, i primi raggi di sole vengono per riscaldare il mio cuore cristallizzato dal gelo che impregna questa città.
Mosca è una bellissima città ma troppa cattiveria umana invade le strade di questo paese che perde il suo calore e lascia spazio solo a un'angosciosa vita di sofferenza.
Insieme al giorno che giunge il tormento di ciò che mi aspetta mi spaventa ma allo stesso tempo mi arroventa il sangue.

Ho osato picchiare quella puttana di Vania e sono sicura che presto si vendicherà sull'umiliazione che ho osato infliggergli dinanzi a quegli imbecilli dei suoi amici.
Sebbene non la temo ciò che più mi rende l'animo torrido è il fatto che abuserà di me rendendomi indifesa, perché se solo mi affrontasse nuovamente ad armi pari gli spaccherei quella faccia di cazzo che si ritrova.
Il cielo sereno e la calma tiepida mattina mi avvolge e le palpebre si chiudono mentre il mondo continua a girare lentamente.

Mi sveglio di soprassalto quando il respiro della figura ai miei piedi mi accappona la pelle, il cervello si attiva in modalità panico, e l'istinto mi lascia scattare con le spalle verso la tastiera del letto.
Strizzo gli occhi assonnati per mettere a fuoco la figura indefinita che è piombata in quella che è la mia camera, o la mia prigione. 
Artyom se ne sta lì impalato a fissarmi con uno sguardo che mi lascia drizzare i peli sulla nuca, mi scruta come se fossi uno scherzo della natura.
Forse saranno i capelli arruffati? O forse non saprei.
Quest'uomo sembra che dentro di sé nasconda un qualcosa che non riesco a decifrare.
Gli uomini della Bratva sono tutti un'enigma indecifrabile, un rebus sul quale ti scervelli per ore ed ore senza trovare mai una soluzione per risolvere il mistero.
Sebbene tutti siano impenetrabili e glaciali, Artyom ha qualcosa di diverso da tutti i meschini uomini della Fratellanza che ho incontrato finora.

«Alzati. Plotnikov ti aspetta» Mi ordina e resto ferma nella mia posizione.

«Non voglio costringerti con la forza. Quindi alzati e seguimi» Assottiglio gli occhi.
Da quando uomini come lui mostrano gentilezza?
Tiro via le coperte e per evitare che mi tocchi scendo giù dal letto.

Kpokyc 2 (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora