Capitolo 49

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ALEKSEJ

La gelosia è un sentimento che molto raramente riesco a controllare, o meglio direi che tenerlo a bada mi è impossibile.

E stasera Ilya ha messo a dura prova il mio autocontrollo, se non fosse stato per Kyla gli avrei conficcato senza ombra di dubbio il coltello in una coscia o forse in un braccio, non so dirlo.
Ma qualunque sarebbe stato il posto in cui avrei conficcato l'utensile appuntito, gli avrei procurato senza scrupoli un atroce dolore.
Sono nuovamente il capitano della Bratva e quel figlio di una gran puttana ha osato divorare con gli occhi chi appartiene a me.
Ha addirittura provato a toccarla, e questo mi sta praticamente ammattendo il cervello.

Non avevo mai visto di persona il figlio di Romanov, ma so benissimo chi è, un lurido pezzo di merda al quale suo padre affibbia piccoli affari di droga.
E spero che questa sia la prima e l'ultima volta che mi ritrovo in una stanza in sua compagnia, o meglio che Kyla si ritrovi in sua presenza.
La follia mi offusca il cervello se penso che possa posare nuovamente i suoi sporchi occhi su di lei.

L'America interessante, certo, di sicuro stasera ha trovato interessante una certa americana che non avrà mai e che non rivedrà mai più, perché che io sia dannato se gli permetterò di tenerla a pochi metri dal suo campo visivo.

«Allora Aleksej cosa facciamo?» La pazzia mi ha letteralmente tappato le orecchie, perché non ho capito un cazzo di quello che ha detto Pavlov.

«Quello che va fatto» Dico per non fargli comprendere che non lo ascoltavo.

«Allora dovremmo metterci alla ricerca della moglie di Plotnikov?» Chiede Romanov lasciandomi capire dove era virato il discorso.

«A quest'ora sarà ormai fuori dalla Russia» Annota Novikov.

«E quindi ci poniamo delle barriere?» Domando con un tono rimproverante.

«Certo che no. La troveremo» Pavlov sembra sicuro di sé.

«Per quanto riguarda sua figlia che ha intenzione di farne?» Novikov porge domande che non dovrebbe fare.
Gli ho rivelato di avere Vania solo perché dovevamo accelerare i tempi, ma cosa ne faccio di lei non sono affari suoi, anche se in realtà non ho la benché minima idea di che futuro le aspetti.

«Lei ha Vania Plotnikov?» L'incredulità strabuzza sugli occhi di Pavlov, che è evidente era all'oscuro di tutto.

«Non sono cazzi tuoi quello che ne farò di lei» Arcigno mi rivolgo a Novikov, che in risposta mi fa segno con il capo di aver compreso.

«Si, è mia prigioniera e lo sarà per molto tempo visto che ho intenzione di fargli pagare amaramente ciò che lei e la sua famiglia mi ha fatto» Parlo con astio di una vendetta che non metterò in atto, perché anche se Vania e' legata in un seminterrato buio e freddo nessuno le sta facendo fisicamente del male.

«Quindi deduco che ha anche il ragazzo?» Chiede Pavlov e le folte sopracciglia si straniscono per la sua domanda, e sinceramente non capisco che cazzo gliene freghi?

«Che cazzo è questo un fottuto interrogatorio?» Sputo adirato.

«Mi perdoni ma il ragazzo è mio parente» La rivelazione mi urta sulla faccia stupendomi.

«O meglio lo reputo tale perché è il figlio di un caro amico che anni fa si è trasferito lontano dalla Russia» Continua lui facendo chiarezza nella mia mente, dove in silenzio lo esorto a continuare.

«Iari ogni tanto viene a farmi visita e resta per mesi prima di ritornare in Belgio. É sempre stato un amico di Vania e mi dispiace che per colpa sua si sia ritrovato immischiato in una spiacevole situazione» Conclude lui senza avere il coraggio di dirmi apertamente che vorrebbe lo liberassi.

Kpokyc 2 (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora