Chapter 48

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25 ottobre 1997

Era un giorno grigio e nuvoloso a Taipei. Nonostante fossero solo le tre di pomeriggio sembrava già che il sole fosse pronto a tramontare.

Arrivai a Taipei, la capitale di Taiwan, con due ore di ritardo per via del volo intercontinentale che avevo preso direttamente da Buenos Aires e che aveva fatto scalo in Francia. Con me solamente una valigia e uno zainetto.

Avevo buttato tantissime cose prima della mia partenza. Numerose cartacce nascoste e ammassate nei cassetti del mobiletto sui cui era posizionata la televisione. Vari vestiti usurati che ormai non mettevo più. Ciotole e bacchette che non sapevo dove mettere e che più di tanto non mi servivano. Avevo pulito tutto il mio monolocale, passando la scopa e infine uno straccio bagnato sul pavimento. Ma ormai sulla soglia della porta, con già tutto pronto, osservai per l'ultima volta quelle mura, cercando di immagazzinare quanti più ricordi possibili.

Mi sembrò quasi che in un anno di permanenza lì a Buenos Aires sia riuscito a crescere e maturare di più che in 23 anni di vita. Ormai potevo considerarmi un uomo.

Quasi in uno stato allucinatorio ebbi delle visioni, dei fantasmi del passato che mai mi avrebbero lasciato andare. Pensai a Liang Wu e alle settimane che passò da me, dopo il suo incidente. Momenti di serenità, seguiti da un temporale gelido in grado di inzupparti dalla testa ai piedi. Una morsa mi strinse il cuore, due attimi dopo chiusi la porta sbattendola alle mie spalle. Era tempo per me di ricominciare, di cambiare finalmente capitolo.

Osservai per l'ultima volta la targhetta dorata 2046, posta in alto sopra la porta, indicante il numero dei monolocali della struttura. Lasciai per sempre il mondo 2046, nonostante avessi sempre creduto di non possedere abbastanza forza per farlo.

Al 2046 potrai ritrovare i tuoi ricordi perduti. Le persone andavano lì per quello, prima di te. Questa diceria, professata a bassa voce dal portiere del condominio, dopo essersi sporto verso di me dalla sua cabina, nonostante ci fosse un vetro a dividerci, mi risuonò per mesi nella mia testa, fino a quel momento. Mi ero appena trasferito in quel complesso, quando ebbi quello scambio con il portiere, poco più di nove mesi prima, dopo essermi lasciato nuovamente da Wu.

Quel giorno, proprio perché era da poco che masticavo lo spagnolo, feci realmente fatica a comprendere quello che mi disse. Pensai, tra me e me: Ma come è possibile che possa ritrovare i miei ricordi perduti? Se sono svaniti nella mia mente nessuno può ricostruirli.

Ebbene, cambiai idea con il tempo, finendo per capire realmente le sue parole. La stanza 2046 era diventata il vero involucro del mio corpo, dove io potevo aggirarmi al suo interno per comprendere meglio me stesso. Riuscii a vivere momenti di puro amore, altri di puro odio. Lacrime versate sul cuscino, altre sul mio volto. Rabbia incontrollata, mista a risate isteriche per colmare il silenzio e altrettante risate di gusto, in cui mi sentivo realmente felice. Lì scrissi la lettera a mio padre, lì sentii nuovamente il calore del corpo di Wu sul mio. Se solo l'avessi baciato, tra quelle mura, il 2046 non sarebbe più esistito.

E ora, sdraiato sul letto candido e profumato della camera in cui alloggiavo lì a Taipei, con una sigaretta tra le labbra, ripensai a tutti questi ricordi, sentendo un turbinio di emozioni nel frullamento del mio cuore.

La televisione era accesa, sintonizzata su un canale che non conoscevo affatto. Tutto ciò che mi ero perso in quell'anno, su quanto fosse accaduto in quella parte del mondo, nel sud-est asiatico, in particolare a Taiwan, in Cina e ad Hong Kong, riuscii a recuperarlo in pochissime ore.

Deng Xiaoping era morto da otto mesi, un notiziario ne stava parlando durante un reportage. Neanche un'espressione sul mio volto. Chiusi solamente gli occhi, ripensando al 1989 e al modo in cui i miei genitori non volessero professare alcuna parola sul massacro di piazza Tienanmen.

Hong Kong è ufficialmente una regione amministrativa speciale cinese dal 1 Luglio 1997. Riuscii a leggere nella barra a scorrimento delle news, dopo il telegiornale. Margaret Thatcher, come comune accordo dopo svariati anni, aveva acconsentito al trasferimento della sovranità alla repubblica popolare cinese. Questo per cinquant'anni, fino al 2047. Hong Kong avrebbe mantenuto la sua "autonomia" fino a quell'anno.

E più continuavo a scappare, allontanandomi dal mio luogo di origine, più esso mi rincorreva.

Mi toccai il petto, spostando la mia collanina, intrecciandola tra le mie dita, rimanendo in balia del rilassamento che stavo provando nello stare appisolato su quel letto. E infine spensi la televisione, premendo il tasto rosso del telecomando, decidendo che ne avevo abbastanza di tutta quella moltitudine di immagini a intermittenza.

Ero stato un folle a partire per Taipei, nonostante la mia meta fosse da sempre Hong Kong. Eppure, capii che senza di lui non potevo considerare nessun altro posto casa.

Non sapevo ancora esattamente come rintracciarlo, se non recandomi nella bancarella dei suoi genitori al mercato notturno di Ningxia.
Avrei detto loro: sto cercando vostro figlio. Loro mi avrebbero guardato accigliati, per poi chiedermi se fossi un loro amico. Io, trattenendo il respiro e reprimendo le lacrime amare, gli avrei detto di sì, mettendomi il cuore in pace. Così, dopo avermi servito una ciotola di polpette di pesce, immerse in un brodo di funghi e germogli di bambù, mi avrebbero chiesto il mio nome per poi dirmi che non l'avevano mai sentito pronunciare da Wu.

Tutte parole doloranti, che mi avrebbero lacerato il petto, fino a quando non mi fossi ricordato che Liang Wu non parlava con i suoi genitori e non li vedeva da tantissimi anni.

Ma le cose non andarono propriamente così. Ne fui del tutto felice.

Quello di cui avevo bisogno era ritrovarlo, senza più lasciarlo andare questa volta. Avevo bisogno delle sue labbra sulle mie, del suo respiro sul collo, del suo profumo quando andavo a dormire. Avevo bisogno di vedere il suo volto, ogni giorno, per potermi sentire nuovamente vivo.

E finalmente capii che per amare, per amare Wu, avevo bisogno di amare prima me stesso.

E finalmente capii che per amare, per amare Wu, avevo bisogno di amare prima me stesso

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2046 | Dong SichengWhere stories live. Discover now