Chapter 30

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5 agosto 1997

Ciao papà, sono Sicheng.
Prima che tu possa strappare questa lettera, vorrei invitarti a leggerla, dato che non mi hai dato la possibilità di parlarti al telefono l'altro giorno.

Mi trovo a Buenos Aires da ormai otto mesi. Ho deciso di lasciare momentaneamente Hong Kong, finendo dall'altra parte del mondo per ricominciare. Non ti starai meravigliando di questo mio atteggiamento, ne sono sicuro, è già successo in passato.

Non posso mentirti, mi manca Wenzhou, mi mancate te e la mamma, eppure non posso più tornare indietro, non potrei neanche cambiare il corso delle cose. E questo mi dispiace, perché mi devo arrendere inevitabilmente al destino.

Ogni tanto ti penso. Sei l'unico a credere che ti odio, non è affatto così. Mi manca sentirti soffiare sulle zuppe calde o guardare con te la tv alla sera, appoggiando la testa sul tuo petto e percependo il tuo braccio attorno alla mia schiena. Non mi hai mai dato affetto papà, eppure in quei gesti ora ci ritrovo un calore umano. Mi manca vederti lavorare minuziosamente, dietro ai tuoi tanto adorati modellini e sentire solamente il suono dei materiali. Chissà se ogni tanto ti fermi anche tu a pensare a questi vecchi momenti. Vorrei tanto capire se anche io ti manco e se anche tu provi nostalgia per il passato.

Ti ricordi il giorno in cui sono scappato di casa? O meglio, che tu mi hai sbattuto fuori con una valigia, urlandomi che da quel momento potevo andarmene finalmente ad Hong Kong? E che per te rimanevo solamente un fallito?

Non ho più voglia di mentirti papà. Ecco, ora vorrei rispondere a tutte quelle domande che non mi hai mai osato chiedere. Solo accennate da un tuo sguardo, dalle tue labbra corrugate in una smorfia di delusione.

Sapevi fossi diverso dagli altri, me l'hai sempre detto, che per te non ero un vero uomo. Ero troppo gracile, troppo timido, troppo delicato. Più di una volta mi beccasti a guardare il figlio dei vicini, i miei occhi rivelavano la verità.

Sono partito per Buenos Aires con ormai il mio ex ragazzo, Wu, perché si papà, a me piacciono gli uomini. Ora ne hai la certezza.

Le cose tra me e Wu non sono andate molto bene, sono ormai due anni che ci lasciamo, ci riprendiamo e ci perdiamo nuovamente di vista. Però io sto bene qui, sto lavorando duramente per il mio futuro. A volte non è facile, mi sento inerme e senza forza, ma alla fine riesco sempre a trovare la forza per rialzarmi.

Per concludere questa lettera, dato che forse ne avrai abbastanza di leggere, ti volevo chiedere scusa per quel giorno. Se il nostro rapporto si è rovinato è per colpa mia, ne sono a conoscenza.

Se potessi tornare indietro non agirei in quel modo, non ruberei i soldi al signor Huang. Tu mi avevi trovato un ottimo posto nella sua officina, eravate amici e così ti ha fatto un favore assumendomi. So di aver perso la tua fiducia, spero solamente un giorno di riuscire a riconquistarla.

Sto mettendo da parte dei soldi, non appena li avrò tutti te li invierò, per farmi perdonare. Potrai darli quindi al signor Huang, non so se delle semplici scuse possano bastare, ma io te le farò lo stesso. Mi dispiace, dal profondo del cuore.

Sempre tuo,
Sicheng





<< Come mai hai questa faccia da morto oggi? >> mi domandò Wu del tutto sorridente, passandomi davanti con un vassoio pieno di bicchierini da caffè, pronti per essere serviti nel locale.

Io girai gli occhi. La sua positività mi dava ai nervi, possibile fosse sempre felice?

<< Ce l'ho sempre così >> risposi cercando di non dargli corda.

A Buenos Aires stava facendo sempre più caldo, in modo graduale. Di certo i fornelli sempre accesi, completamente incandescenti e infuocati, non aiutavano a rinfrescarsi.

Sudavo così tanto dalla fronte che dovevo spesso passarmi un fazzoletto, per evitare che i miei capelli si bagnassero del tutto.

<< C'è qualcosa che non va? >> Wu tornò dentro alla cucina con il vassoio vuoto, roteandolo con le dita. Mi sembrò quasi che non si volesse arrendere con le sue ricerche, ma mai gli avrei rivelato il brutto rapporto con mio padre e la lettera che gli spedii per posta quella mattina.

<< No, solo lasciami stare >> continuai zittendo i miei pensieri e finendo di tagliare tutta la verdura richesta dallo chef.

<< Era solo una domanda Sicheng >>

<< Il tuo comportamento mi da fastidio >> non riuscii a regolare il mio impulso e così la mia voce finì per non connettersi con la ragione.

Lui si zittì improvvisamente, pulendosi le mani sul grembiule. Abbassò lo sguardo. Ancora una volta stavo allontanando le persone, per una pura protezione personale. Questo era il mio difetto. Liang Wu voleva solamente essere mio amico, eppure io glielo stavo impedendo, per quale motivo?

<< Volevo solo sapere se stessi bene >> e alla fine se ne andò, prendendo i piatti pronti che lo chef aveva appoggiato sul bancone dritto per l'uscita. Se li posizionò sulle sue braccia e infine aprì la porta a due battenti con la spinta della schiena.

Le mie mani iniziarono a tremare. I miei occhi diventarono improvvisamente lucidi, tanto da dichiarare alcune lacrime, un po' come le nuvole scure quando si formano nel cielo.

<< Liang Wu sembra un brav'uomo, non essere così crudele con lui >> disse lo chef, standosene ancora di spalle, dopo aver sentito la nostra conversazione.



Quella sera arrivai a casa afflitto, completamente frustrato dal mio lavoro. La notte a Buenos Aires, soprattutto tutto il tragitto verso la mia camera, mi metteva così tristezza.

Comunque alla fine chiesi scusa a Wu durante la fine del turno, mentre stavamo sistemando i tavoli. Lui si comportò come se non fosse successo nulla.

Certe volte i suoi comportamenti mi ricordano quelli del mio Wu, che però effettivamente non è più mio. Ritrovo in lui il suo stesso sorriso, le sue stesse fossette ai lati della bocca. Anche l'energia sembra quasi la stessa. Possibile che il destino me l'abbia inviato per ricordarmi che non potrò mai sfuggirgli del tutto? E che forse lui è l'amore della mia vita?

Quella notte, ripensando ai vecchi ricordi in compagnia di Wu, alle sue labbra sulle mie, al modo in cui mi stringeva, al modo in cui io lo facevo godere, finii per masturbarmi, riacquistando quella lieve serenità di cui tanto mi ero privato. La mia tensione si allentò, tutto il mio corpo mi sembrò molto più leggero.

E alla fine mi addormentai, ritrovandomelo in sogno.

E alla fine mi addormentai, ritrovandomelo in sogno

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2046 | Dong SichengWhere stories live. Discover now