Chapter 22

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8 luglio 1997

Il sole era tornato a Buenos Aires, l'inverno era quasi al termine, per un attimo pensai di non essermelo goduto affatto.

Ripensai all'inverno del 1995, quando iniziai a frequentarmi con Liang Wu. Era passato un anno e mezzo, io ero maturato molto, diventando difatti un uomo. Il mio corpo si era fatto carico di dolore durante questo arco di tempo, lo potevo scorgere nei lineamenti duri del mio viso o nella mia tensione muscolare. Forse questa era una prerogativa per diventare grandi.

Ripensai al vento freddo di Kwun Tong e alle raccomandazioni di Wu sul mio abbigliamento. Molto probabilmente, senza i suoi accorgimenti, senza la sua apprensione dettata dall'amore, quell'anno mi sarei preso una brutta influenza.

Odiavo pensare ad Hong Kong, estraniandomi dalla realtà, per poi ritrovarmi lì a Buenos Aires, nella mia stanza, la 2046. Volevo solamente tornare a casa, ma in fin dei conti non ne avevo una, ogni luogo lo consideravo tale, se c'era Wu con me.

E quella mattina fortunatamente lo ritrovai lì, a poca distanza da me, come tutti i giorni precedenti.

Ero intento a pulire il pavimento della mai camera, passando lo straccio ammollato sul parquet sporco. Una bacinella piena d'acqua era ai piedi del mio letto, al di sopra vicino le coperte vi avevo appoggiato la mia maglietta.

Decisi di togliermela, quel lavoro manuale mi aveva fatto sudare, forse per colpa delle temperature più calde rispetto alle scorse settimane.

Inzuppavo lo straccio nell'acqua e dopo averlo strizzato per bene, lo passavo sul pavimento, circoscrivendo l'area attorno a me.

Liang Wu era seduto sul divano, mi osservava, i suoi occhi seguivano ogni mio movimento. Alzava i piedi ogni qualvolta strisciavo lo straccio vicino al suo perimetro. Poi canticchiava, fumando una sigaretta e rilassandosi sullo schienale.

Era agitato, avrei tanto voluto che lo fosse per la mia parziale nudità. E in effetti avevo ragione.

Ad un tratto, spinto dalla sua impulsività, si alzò cautamente in piedi, venendo verso di me. Io gli davo le spalle, non potevo accorgermi delle sue intenzioni, eppure quel gesto mi diede molto fastidio.

Mi rovesciò un po' d'acqua sulle spalle, giusto il fondo della bottiglia che tenevamo sul comodino. Io mi fermai bruscamente, prendendo un lungo respiro per calmarmi. Strinsi gli occhi, ma poco dopo sentii le sue labbra sulla mia schiena. Un brivido freddo mi attraversò tutto il corpo, non mi ero ancora abituato a questi gesti.

Continuò a baciarmi raggiungendo le mie spalle, sfregando la sua guancia sulla mia pelle.

Trattenni le mie emozioni e il muro che avevo costruito come scudo si innalzò nuovamente, limitando la mia impulsività.

<< Cosa fai? >> gli chiesi in modo scontroso. Le gocce d'acqua raggiunsero presto i miei gomiti e poi le mie mani, altre finirono giù sul bordo dei miei pantaloni.

<< Sicheng rilassati >> mi rispose a bassa voce.

<< Perché mi hai rovesciato dell'acqua fredda sulla schiena? >> continuai arrabbiato, finendo per dimenticarmi di quella scia di baci.

Lui sospirò e poi si alzò nuovamente, sfregandosi gli occhi con i polpastrelli liberi dalle fasciature.

<< Volevo solamente avere un contatto con te >> poi deglutì a fatica << Volevo solamente baciarti >>

<< Dovevi pensarci tempo fa, non ora, ormai è tardi, dopo tutto quello che hai fatto >> il mio cuore iniziò a palpitare, alimentato dal dolore.

2046 | Dong SichengWhere stories live. Discover now