Incontro

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T

Dopo essermi rifugiata nella camera degli ospiti, chiusi subito la porta dietro di me.
Non mi fidavo di lui ma soprattutto di me. Non potevo cedere, non ora che avevo cominciato a tenergli testa e a non perdere il controllo.
Quando me ne sono andata da casa sua, sono tornata dai miei genitori. Gli ho raccontato a grandi linee quello che era successo e non erano per niente contenti di sapere che la loro unica figlia era stata ospite di colui che la bullizzava a scuola.
Per non parlare del fatto che a detta loro, "la carne è debole" e secondo mia madre, un uomo può aspettarsi di tutto in quella circostanza. Se solo sapesse...
Sono andata avanti con quella che era la mia vita, finché un giorno incontrai Mark. Era seduto in un bar e mentre andavo a prendere la colazione per i miei, lo vidi. Una miriade di ricordi mi affiorarono di colpo e d'istinto mi avvicinai. Lui mi fissò e non disse nulla perciò fui io a parlare. Era freddo ma non potevo biasimarlo, ero stata orribile con lui e aveva ragione.
Cercai di essere la Teresa di sempre e mi scusai ancora. Lui non parlò per tutto il tempo ma va bene così. Lo salutai e me ne andai e mentre mi dirigevo a casa dei miei, mi arrivò un messaggio.
Quando vidi che non era lui ma Mark, la delusione si fece strada a gran forza. Cosa aspettarsi? Niente di niente!!
Decisi di leggerlo dopo, quando sarei poi stata in camera mia. Ero molto rilassata quando mi chiese di uscire.
Anche se ciò mi sorprese accettai il suo invito e ci incontrammo in uno dei ristoranti in cui avevamo già cenato in passato. Mark era bellissimo e di colpo i ricordi presero il sopravvento e mi ritrovai a parlare con lui di tante cose.
Non so se si aspettasse qualcosa quando finì la serata ma io non gli diedi alcun "invito". Era finita e dovevo mettere un punto per me stessa. Non mi aspettavo mi perdonasse ovviamente ma lo schiaffo che mi diede per avergli detto no dopo che aveva cercato di baciarmi, mi fece andare in stato di schock.
Lui non è mai stato un tipo violento e questo suo lato mi sconvolse..
Non sapevo come sarebbero andate a finire le cose finché non sentìì un colpo sul finestrino e lo vidi. In quel momento ringraziai il suo tempismo perché ne approfittai per scendere dalla macchina.
Quando mi ritrovai fuori faccia a faccia con lui dopo settimane, mi risvegliai dal mio stato mentale e realizzai quanto mi fosse mancato. Era più del previsto e questa cosa mi fece innervosire parecchio. D'altronde però ero innamorata di lui e a quanto pare il sentimento era troppo da gestire.
Era bellissimo e furioso. Specialmente quando era geloso.
Gli dissi di andarsene ma rimase e più gli dicevo di sparire, più non avrebbe mollato, così ritornai a casa sua.
Durante il tragitto sentivo il suo sguardo su di me e mi accese come non mai, anche se lo evitai come potevo e rimasi in silenzio.
Ero spiazzata da questa nuova situazione. Una parte di me sperava che lui rinsavisse e mi venisse a cercare, l'altra attese e cercò di cancellarlo.
Con scarsi risultati, specialmente quando arrivati a casa sua, la tensione crepitò come una fiamma e in un attimo, ci ritrovammo buttati sul suo letto. Era particolarmente tenero e questo mi fece emozionare, non c'era traccia del suo gemello cattivo e a me andava bene così..
Solo che io non ero pronta e così gli dissi di fermarsi e lo fece. Mi vennero le lacrime agli occhi. Non potevamo continuare così, non sarebbe finita bene e saperlo era ancora più doloroso. Era come una tortura perenne, che poteva essere colmata solo dal suo corpo e dalla sua anima. Fin'ora ho sempre rifiutato di ammetterlo ma penso che l'incontro con Gabe, non fosse stato casuale. E se davvero eravamo destinati a stare insieme, nonostante il passato? Per ora fu solo un pensiero sfuggevole che non passò inosservato.
Con un respiro profondo, cominciai a rimettere i vestiti al loro posto e mi misi comoda. Non sopportavo di stare in casa vestita di tutto punto. Magari dopo avrei anche approfittato del silenzio per scrivere sul diario. Non so cosa mi ha spinto a portarmelo dietro, dato che era a casa dei miei da tempo ma, quando l'ho visto, ho deciso che mettere nero su bianco i pensieri non sarebbe stata una cattiva idea. Magari mi avrebbe aiutato a sbloccare un pò di cose..
Dopo un'oretta mi venne fame e decisi di scendere, malgrado non volessi incontrarlo.
Quando entrai in cucina, non ci fu nessuno e ne fui contenta. Dopo aver preparato la cena, mi sedetti.
Ero così assorta nei miei pensieri da non accorgermi di un'ombra silenziosa alla mia destra. Quando la vidi, piantai un mezzo urlo e anche lei sussultò.
Era una donna di mezza età, bionda e con gli occhi azzurri, la copia sputata di Gabe, tranne che per gli occhi. Lui li aveva cangianti, a volte erano castano chiaro, altre sul verdolino.
Lei mi sorrise ed io mi scusai subito.
-" Oddio mi scusi non l'avevo proprio vista! Mi spiace!"-
-" Non si preoccupi, sono io che avrei dovuto farmi sentire.. -"
Da persona educata mi presentai subito.
-" Piacere, sono Teresa! Lei deve essere la madre di Gabe giusto?"-
Mi sorrise, un sorrisetto che non coinvolse gli occhi però. Erano freddi e sentivo gli ingranaggi del suo cervello lavorare a tutto ritmo. Era una calcolatrice, di questo ne ero sicura.
Tipa religiosa a giudicare dai riferimenti in casa e addosso, sembrava anche abbastanza rigida come donna.
Sperai di sbagliarmi ma mi sbagliavo più su quello che avevo sperato.
Quando parlò, la sua voce era più ingessata: -" Esatto, sono Cinthia e si sono la madre di Gabriel, nonché padrona di casa!"-
Me lo disse con tutto lo charme di cui era capace. Era vestita in modo elegante e stava benissimo. Dopo avrei parlato con le ragazze e le avrei implorate di andare a fare shopping, tanto era la mia voglia di rivoluzionare il mio guardaroba, che in confronto mi faceva passare per una senza un briciolo di stile.
Ovviamente non mi sfuggì il suo cambiamento di tono al "padrona di casa" ma non mi sarei lasciata di certo intimorire.
Ci stringemmo la mano e capì del perché Gabe era così intenso, aveva carisma e sapeva attirare tutti nella sua orbita, cosi come sua mamma.
Si sedette di fronte a me, mentre mi fissava perché si, mi stava squadrando da capo a piedi, cercando di capire chi diavolo ero.
Calò il silenzio e fu lei a parlare per prima.
-" Mi scusi ma..ci conosciamo? Lei ha un'aria familiare!"-
Ovviamente, a scuola mi vedeva spesso alle riunioni genitori insegnanti, mentre suo figlio e i suoi compari, cercavano di trovare dei modi per sfottermi.
-" Sono un'ex compagna di classe di suo figlio e in questo momento sua ospite, dopo aver avuto un incidente d'auto."-
Sgranò gli occhi e le disse che le dispiaceva per l'accaduto.
Mi fece altre domande sul mio rapporto con lui e mi sembrò una specie di terzo grado. Io risposi a tutte in modo cordiale ma deciso, perché non avevo di certo nulla da nascondere.
Quando sembrò che avesse finito, chiese la fatidica domanda.
-"Per caso, si sta frequentando con lui?Sarebbe una novità, dato che lui non concede a nessuna di restare!"-
Lo disse in un modo strano, quasi come se sperasse il contrario.
-" Non sono affari tuoi mamma!"
Saltammo tutte e due dalla sedia mentre sbucò Gabe nella cucina.
Grazie a Dio, in quel momento lo ringraziai con lo sguardo, quando incrociò i miei occhi e mi fece un gesto appena accennato con il collo. Vista da fuori sarebbe stato quasi un problema ma il fatto che ci fosse intesa, mi fece sentire più sicura.
Quando posò il piatto sul tavolo per cenare, mi guardò a lungo, cosa che notò anche sua mamma.
Io feci finta di essere da sola in un altro posto, perché la tensione era pesante e inoltre odiavo essere fissata. Mi metteva in soggezione, perciò mi alzai con la grazia di chi vuole scappare a gambe levate e augurai loro la buonanotte.
Appena uscì, sentì subito la voce di Gabe salire e incazzarsi. Non aspettai, corsi alla camera e lì restai, tranquilla sul divano, mentre di là si scontravano due titani. Chissà perché, il loro rapporto non era mai stato dei più rosei. Ricordavo che quando ero al liceo, li vedevo spesso scontrarsi. Lui era sempre arrabbiato e freddo verso di lei, che invece sorrideva come se niente fosse. Lo riprendeva spesso e gli impartiva tanti ordini. Doveva essere successo qualcosa per non voler avere più a che fare con la proprio madre...
Mente aspettavo che le urla finissero, mi addormentai.
Era stata una giornata lunga ma intensa e avevo bisogno di energie.
Quando mi svegliai dopo qualche ora, sentii un silenzio tombale. Pregai che se ne fosse andata! Non volevo altre complicazioni, già mi bastava lui!!
Quando gironzolai per la casa, per andare in bagno, lo vidi uscire dalla sua stanza e mi acchioppò.
Quasi lanciai un urlo ma mi mise subito una mano sulla bocca.
Ci trovammo a pochissimi centimetri di distanza e lui parve incantarsi e perdersi dentro i miei occhi. Sapevo di avere occhi grandi e profondi, mia mamma me lo ripeteva spesso.
Lui tolse lentamente la mano dalla mia bocca e mi baciò.
Era lento e profondo, sentivo la sua lingua muoversi piano, quasi volesse assaporarmi con calma. Era così lento che scatenò una passione travolgente e mi resi conto di essermi già bagnata là sotto.
Volevo assolutamente sentirlo dentro di me. Ci eravamo fermati ore fa perché mi sentivo troppo vulnerabile dopo i momenti che avevo passato ma adesso...lo desideravo con tutta me stessa. Se doveva finire, almeno mi sarei presa tutto quello che poteva darmi e senza pensarci.
Gli misi le braccia intorno al collo e mi strinse ancora più vicina. Volevo toccarlo ovunque e scelsi la schiena. Era così forte e tonico, le sue spalle erano così ampie da farmi sentire minuscola vicino a lui. Scesi più giù, finché non trovai il suo lato b. Era sempre uno spettacolo sentirlo al tatto, era cosi marmoreo, che ringraziai tutti i santi per averlo portato ad allenarsi. Glielo strinsi e lo attirai vicino, in modo da poter sentire la sua erezione proprio dove mi dava più piacere. Lui gemette e sentire quel suono mi mandò fuori di testa. Sapere di avere il potere di farlo eccitare, era così assurdo ma allo stesso tempo così potente da farmi sentire unica. Mi staccai da lui e mi tolsi subito la maglietta. Lui mi guardò a lungo e senza emettere una parola. Quando tolsi anche l'ultimo indumento, vidi che era diventato ancora più duro e grosso.
Non ci pensò due volte, mi prese e mi mise a cavalcioni su di lui.
Si tolse anche lui la maglia e lo guardai ovunque potessi posare i miei occhi. Era una visione, un dio greco accidenti!
Mi sciolsi i capelli e una nuvola castana si aprì dietro la mia schiena. Lui mi accarezzò i capelli e me li mise all' indietro, in modo da poter ammirare il mio seno e toccare un capezzolo. Con una mano ne torturava uno invece l'altro lo leccava.
Il modo in cui mi succhiava il seno era così eccitante che gemetti all'istante.
Lui apriì gli occhi che si erano scuriti per il desiderio e mi guardò in un modo che mi fece tremare le ginocchia.
Quando diede l'ultima leccata al mio seno, si alzò con me attaccata a lui e mi buttò sul letto, mettendomi a pancia in giù.
I capelli erano a ventaglio sulla mia schiena e dopo aver fatto un piccolo urletto, non mi girai subito. Lo sentiì togliersi le scarpe, i pantaloni e subito dopo, il letto si abbassò sotto il suo peso. Sentivo il suo respiro sulla schiena, quando mi scostò i capelli e iniziò a baciarmi il sedere, poi mi girò e iniziò a baciarmi lì sotto. Era così diverso che mi vennero le lacrime agli occhi, mi stava assaporando senza fretta, voleva riprendere da dove ci eravamo interrotti. Quando vennì non mi diede il tempo di elaborare nulla perché mi rigirò e quando lo sentii che si posizionava dietro di me, mi irrigidì.
Lui lo notò, cosi mi accarezzò con dolcezza e mi venne la pelle d'oca.
Sapevo che voleva penetrarmi dal mio didietro, cosa che non avevo mai fatto prima. Un conto era a pecora, un'altro era a pecora ma dal culo!
Poteva essere molto doloroso dal momento che non era come la vagina.
Mi tirò un pochino sù, così da essere a quattro zampe e col sedere che sporgeva in fuori.
Non ero pronta ma non volevo rifiutare questa esperienza. Quando non gli dissi nulla, la camera si fece silenziosa di colpo, c'era solo il mio respiro.
Lo sentiì piegarsi dietro di me e mi sussurò -" Non avere paura, fidati di me. So che ti chiedo molto ma credimi, ne varrà la pena!"-
Ritornò alla sua posizione iniziale e cominciò a stuzzicarmi il clitoride.
Subito ansimai e cominciai a non sapere cosa dicevo, mentre cercava di convincermi. Ero in preda al piacere quando lo sentìi parlare.
-" Dimmi di sì T, voglio esplorare questo tuo bellissimo culo...sentire se è profondo, capire come si starebbe da quest'altra parte, dentro di te!"-
Intanto con la mano, cominciò a muoversi più veloce
-"  Ddddio....Gabe.....o dio sssi, così!"-
Lo dicevo talmente in preda alla sensazione da fregarmene persino della mia voce cosi roca. Sapevo di sembrare come un'animale in calore ma non mi importava. Volevo essere travolta e quando dissi le parole che tanto voleva sentire, mi penetrò nel punto tanto preoccupante.
All'inizio sentivo tantissimo, non sapevo nemmeno se sarei riuscita a farlo entrare tutto, talmente mi riempiva. Quando c'è la feci, ripresi ad ansimare. Lui gemette una volta che fu completamente dentro di me e iniziò a muoversi dapprima dolce, poi sempre più forte. Iniziai a gemere e urlai e lui anche. Si muoveva come se avesse scoperto un qualcosa di bellissimo e doveva assolutamente arrivare alla meta.
Cominciò a sussurrarmi tante cose, che mi fecero venire le lacrime agli occhi.
Poi disse una cosa che mi fece quasi crollare, il "non ti lascerò mai andare via da me!"-
Ero sotto schock. Non sapevo se se ne fosse già pentito ma qualcosa mi diceva che era serissimo. Mi posizionò poi in un angolazione diversa e andò più forte e a fondo, così da farmi urlare ancora di più.
-" Tu non hai idea di quanto cazzo mi ecciti sentirti gemere e urlare.
Potrei stare quì per giorni, settimane, mesi..anche anni. Solo a fare questo!"-
Altro sprazzo di futuro... strano detto da lui. Una trasformazione degna di nota la sua, così come quando si abbassa di colpo e mi prende i capelli in un morsa, tirandoli un pò.
Quando mi tirò verso di lui, inarcai il collo e lui mi regalò un ringhio basso, segnale che c'era quasi.
Decisi di andargli incontro e finì con me che lo scopavo messa a 90. Lui gettò la testa all'indietro e mentre lo guardavo con la coda dell'occhio, disse il mio nome mentre veniva. Io non arrivai all'orgasmo ma sentirselo pronunciare durante il culmine del piacere, mi aveva stordita. Non pensavo che riuscissi ad essere così elastica in quel punto, non avevo provato molto dolore e anche se non avevo goduto, non mi importava. Mi era piaciuto comunque.
Mi sdraiai e lui si posizionò a fianco a me, tracciando linee sulla mia schiena.
Mi sentivo in pace e appagata, così mi rilassai. Lui a un certo punto si fermò e lo sentii muoversi. Dopo un attimo ci fù di nuovo silenzio, poi non ce la feci e lo guardai. Era sdraiato su un fianco e si teneva la testa con il braccio. Mi osservava con quello sguardo con cui avevo cominciato a tremare da quando ero ragazzina.
Non gli chiesi cosa lo turbasse e andai oltre. Iniziai ad accarezzargli il viso, ogni contorno, ogni centimetro. Lui chiuse gli occhi e quando li riaprì, il suo sguardo si fece più sereno. Azzardai un sorrisetto e lui rispose con quello da stronzo. 
In quel momento iniziò a squillare il suo telefono e si alzò per rispondere.
Quando lesse il nome sul display sembrava non volesse farlo ma poi mi guardò e gli feci un altro sorriso. Lui si riconcentrò sul display e rispose.
Quando disse pronto, mi girai e cercai di sonnecchiare sul cuscino. Non ascoltai cosa disse, ero intenzionata a non pensare a nulla. Durò poco però perché sentì la mia roba addosso. Me l'aveva buttata senza problemi e non mi guardava nemmeno.
-" Cosa stai facendo?"-
Gli chiesi girandomi.
-" Vestiti, dobbiamo uscire. I ragazzi ci aspettano. Le tue amiche vogliono vederti."-
Lo guardai accigliata. Avrebbe dovuto cambiare questi modi orribili. Non mi piacevano questi scatti improvvisi.
-" Puoi chiedermelo con "per favore"..ci vuole anche rispetto ed educazione!"-
Lui si girò e soppesò le mie parole.
Avrebbe dovuto farglielo capire sua mamma ma evidentemente lo aveva educato in altri modi.
-" La gentilezza è per i deboli! Ora se la lezione è finita, direi che è il momento di vestirsi. Forza!"-
Mi diede una pacca sul culo e se ne andò, facendomi saltare.
Che personaggio!!

La Mia Vita Senza TeWhere stories live. Discover now