Fatti sotto

2 0 0
                                    

Gabe

Quando sono andato a dormire la sera prima non immaginavo che la mattina avrebbe preso questa piega. Una piega da urlo.
Quando me la sono ritrovata nel mio letto una parte di me ha gongolato. Un'altra che non volevo approfondire, era terrorizzata. Ricordavo l'incubo che avevo avuto, riguardo mio padre e il passato ma ora non volevo pensarci. Lei era quì e il resto non mi interessava. Avevo deciso di lasciare che la convalescenza facesse il suo corso e che la sua gamba guarisse per bene ma se ti ritrovi con colei che alimenta le tue voglie e fantasie nel letto, non te la fai di certo scappare. Ci dai dentro. SUBITO.
O almeno così volevo fare ma quando l'ho avuta sotto di me, non ho saputo capire l'emozione che avevo in quel momento. Non volevo fare le cose di corsa. Volevo assaporare tutto, nei minimi dettagli.
Baciarla in quel modo era pazzesco. Sentirla sotto di me, il modo in cui il suo cuore batteva all'impazzata. Il calore del suo corpo. Andava anche oltre quello che avevo immaginato.
Poi mi staccai e me la misi in braccio.
La volevo guardare negli occhi, capire cosa le passava per la testa. Non volevo che avesse paura di me in quei momenti. Volevo che sentisse di potersi fidare. T era guardinga per merito mio e questo non andava bene. Era diventata troppo diffidente. Io volevo che si abbandonasse totalmente a me, volevo regalarle il sesso migliore della sua vita. Persi il senso del tempo, ci guardammo intensamente. Poi lei prese ad accarezzarmi il viso. La lasciai fare. Scese sul mio petto e sentire il suo sguardo addosso mi fece andare fuori di testa. Mi guardava in un modo...come fossi perfetto. Era incantata ed io lo ero dal modo che aveva di toccarmi e studiarmi, sapeva essere delicata ma anche passionale. Quando mi toccò sugli addominali mi fece fremere dal desiderio. Volevo sbatterla sul letto e aprirla in due. A un tratto scese verso i miei pantaloncini e mi guardò, tirandoli leggermente. Capii che voleva togliermeli ma prima volevo che me lo dicesse e scelse lo sguardo per comunicarlo. Partì una sorta di braccio di ferro visivo. Mi guardò con quegli occhi pieni di desiderio e determinazione e decisi di accontentarla. Volevo vedere fino a che punto si sarebbe spinta. Ero eccitato come un ragazzino.
Mi spostai in modo da ritrovarmela sopra di me. Stare sotto di lei mi permetteva di godermi meglio i suoi seni, se avesse deciso di levarsi la maglietta. Volevo scoparla ma farmi scopare..era un'altra storia. Non so se ero pronto, ero io che avevo il controllo.
La punzecchiai e lei mi rispose maliziosa. Poi fece una cosa che non pensai, prese le mie mani e se le mise sotto la camicetta. Le strizzai subito i seni. Stavo già perdendo il controllo. Sentirli nelle mie mani mi piacque moltissimo. Lei gettò la testa indietro quando le strinsi i capezzoli. Poi mi guardò e lasciai che le mie mani vagassero sul suo corpo. Era bellissima. Non sono mai stato il tipo per queste smancerie ma cazzo se era stupenda. Poi lei scese a baciarmi sul petto, sulle spalle, sul ventre. Quelle labbra erano davvero da infarto cazzo. Quando la presi per i fianchi, le feci sentire meglio cosa succedeva nei miei pantaloncini. Lei emise un suono strano e chiuse gli occhi, poi quando mi guardò di nuovo aveva una luce diversa negli occhi. Ad un tratto scivolò più giù e mi tirò giù tutto. La mia erezione apparì in tutta la sua gloria e lei spalancò la bocca. Era allibita. Io me la ridevo sotto i baffi. Si riprese dal suo stato di schock e si avvicinò. Arrivò gattonando, lentamente. Cristo.Santo. Sarei morto per questo. L'attesa mi stava uccidendo. Poi sempre mantenendo il contatto visivo, mi diede una lunga e lenta leccata. Non so se mi uccise o se il suono che feci era troppo forte ma lo prese in bocca e cominciò a succhiarlo e leccarlo. Come se fosse il suo nuovo gusto preferito. Mi stava divorando e a me piaceva. Ho avuto tante ragazze con cui ho fatto di tutto ma il modo in cui lo faceva lei non so nemmeno descriverlo. Era come se tutta la sua purezza la mettesse in quelle azioni, rendendola unica. Era carnale, desiderio viscerale. So che lo sentiva anche lei perché me lo stava comunicando con i suoi occhi, che in quel momento sembravano due pozzi neri di lussuria. Si vedeva che le stava piacendo e che le piaceva il mio corpo. Volevo che però le piacesse anche altro. Un pensiero su cui in quel momento non volevo soffermarmi.
Aumentò il ritmo ed io cominciai a gemere forte,urlandole "- Si così!"-, -" Cazzo si! Più forte!"- o -"Ci sono quasi piccola-". Lei aumentò ancora di più il ritmo. Sentire la sua lingua e la sua bocca lì andava al di là delle mie aspettative. Era ancora più incredibile di quanto pensassi, dava dipendenza.
Quando stavo per venire, lei mi mise una mano tra i suoi capelli per condurla alla velocità che volevo e glieli strinsi. Quando venni, lo feci con violenza ma lei non si staccò. Io ero frastornato perché ancora non ci credevo. Poi la sentiì venire sopra di me e mi diede un bacio con la lingua. Sentii il mio sapore nella sua bocca e cazzo per poco non mi si rizzò di nuovo.
Non disse nulla. Rimase a fissarmi seduta a fianco a me.
Quando riaprì gli occhi me la trovai che mi fissava. Un'ombra di un sorriso le aleggiava sul volto. La guardai finché lei non si alzò e andò allo specchio. Io mi alzai a mia volta, con il mio amico ancora mezzo sveglio e mi misi dietro di lei. Vidi il suo sguardo addosso, mentre mi percorreva tutto e riprese a spazzolarsi. Funzionava così tra noi. Comunicavano con gli sguardi.
Ad un tratto però fece una cosa.
Sorrise. EH NO CAZZO!
-" Cosa cazzo c'è da sorridere?-"
Le morì subito in viso e mi guardò spiazzata.
-" Ricordati sempre con chi sei T. Non farti strane idee, te lo ribadisco. Non sono il fottuto principe azzurro."-
Lei rimase zitta e riprese a spazzolarsi. Io mi girai e feci pipì. Poi la sentii posare la spazzola e uscire dalla stanza.
Tirai lo sciacquone e diedi un colpo al muro, spaccando l'intonaco. -" CAZZO!"- Urlai. Questa situazione doveva finire. Cosa mi stava succedendo? Non le avrei permesso di piegarmi. Mi stava trasformando in un ragazzino idiota. Lasciai andare quello che sentivo in quel momento. Dovevo sfogarmi ma non con lei, non l'avrei più toccata. Le cose stavano diventando troppo difficili. Chiamai i ragazzi e gli dissi che quella sera sarei uscito. Basta, dovevo assolutamente levarmi dalla testa T.

La Mia Vita Senza TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora