"Confessione"

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Quando mi svegliai, ero sola. Il sole filtrava attraverso le tapparelle e capiì che avevo forse dormito più del previsto. Guardai l'ora ed erano le 15. Si, sicuramente avevo dormito troppo!
Mi misi il pigiama e scesi. La gamba faceva meno male, fortunatamente potevo non usare quasi più le stampelle. Sentiì delle voci accese in cucina e riconobbi subito anche quella di Daniel e Michael.
Quest'ultimo era incazzato nero. Ho già detto che Michael mi stava sulle palle?
Proprio non riuscivo a mandare giù quell'aria da arrogante. Era odioso!
Quando compresi che stavano litigando decisi di squagliarmela ma quello che mi lasciò lì, immobile come un blocco di ghiaccio furono le parole che sentiì.
-" Ti sei bevuto il cervello? Hai dimenticato chi è lei? Non puoi dire sul serio!!-"
-" Non sono affari tuoi Michael!-" disse Gabe alterato. Era incazzato nero. Me ne accorsi da come stava salendo sempre più la voce...
-" Cercate di calmarvi voi due!-"
Si intromise Daniel ma venne zittito dallo zerbino numero 2.
-" Stai zitto tu! Questo si è completamente fottuto il cervello, ormai ragiona con il cazzo!! Quella puttanella sta facendo solo danni da quando è entrata nella nostra vita! Devi finirla o distruggerà anche quei pochi coglioni che ancora hai!-"
Quando non sentì più nulla ma solo una voce soffocata, sbirciai e vidi Gabe che aveva afferrato per il colletto Michael mentre Daniel stava cercando di separarli. Impresa non facile vista la stazza del primo. Ammetto che una parte di me era felice nel vedere Michael avere quello che si meritava ma allo stesso tempo non volevo problemi. Volevo che quello che era successo rimanesse una cosa solo nostra.
-" Non ti azzardare a chiamarla in quel modo, HAI CAPITO??-" La voce calma ma tonante di Gabe era un chiaro segnale che stava per farlo fuori. Quando vide che l'amico aveva gli occhi fuori dalle orbite e non riusciva più a respirare, lo lasciò andare e si allontanò.
-" D'ora in poi statene fuori. Le cose sono cambiate. Non ho dimenticato chi è lei. So cosa sto facendo!Fidatemi di me..-"
Quelle parole mi trafissero. Logico. Dovevo aspettarmelo. Il sorrisino crudele di Michael e l'intesa che ebbe anche con Daniel, mi confermarono che le cose non erano come pensavo. Lui non aveva percepito quello che avevo capito io. Io lo amavo. Amavo Gabe, con tutta la mia anima, ma a quanto pare per lui, ero solo una delle tante. Non rimasi lì a sentire quali altre pugnalate avrebbe potuto tirare al mio cuore ferito. Ero una stupida. Dovevo svegliarmi e accettare che le cose non sarebbero mai cambiate.
Corsi via e mi rifugiai nella mia stanza provvisoria. Ne avevo abbastanza.
Chiamai i miei genitori e gli dissi che sarei andata a stare da loro e che mi sentivo meglio. Esteriormente certo, la gamba andava molto meglio ma il resto..
Dovevo mettere la parola fine a quella storia o ne sarei uscita distrutta definitivamente.
Volevo preservare quel poco di cuore che mi restava e d'impulso decisi di preparare le valigie.
In mezz'ora, avevo finito e le misi sotto il letto, in modo che nessuno le vedesse.
Poi uscì e andai a farmi una doccia.
Avevo bisogno di stare sola, non volevo vedere nessuno.
Pensai a quello che avevo vissuto la notte prima e la mattina presto. Ci eravamo amati. Quella non era stata una scopata e so che anche lui lo sapeva, non avevo dubbi. Il modo in cui mi toccava e guardava...sarebbero stati per sempre scolpiti nella mia anima.
Gabe non era mai stato tipo da troppe parole. Lui ha sempre comunicato con il corpo, soffermandosi molto sullo sguardo. Lui parlava in quel modo, trasmettendo tutto con quegli occhi che mi facevano ammattire.
Da ragazzini quando mi aveva più di una volta preso in giro, riuscivo a capire quanto mi detestasse, così come capivo quando era spensierato con i suoi amici durante le partite di rugby.
Sebbene non avessi dovuto notarlo, capivo subito quando era nervoso o sereno. Non capivo però cosa potesse averlo fatto stare in quella maniera. Era molto introverso, sebbene fosse circondato da tante persone. I fatti suoi non li raccontava se non cose frivole, tipo quante ragazze si era fatto o qualche gossip sui professori. Era per il condividere, a patto che non riguardasse la sua vita. Poi certo, c'era Victoria, la smorfiosa della classe. Non ho mai capito se la loro fosse stata una storia seria o no, si prendevano  mollavano continuamente ma quel che era peggio, è che anche lei mi umiliava. Forse è per questo che andavano così d'accordo. Erano bravi a trattare male gli altri.
Mentre mi insaponai, notai i lividi che mi aveva lasciato, erano leggeri ma c'erano. Non ammettevo cose di questo tipo sia chiaro, non permettevo a nessuno di marchiarmi, nemmeno con dei succhiotti. Ma in quei momenti, mi aveva talmente voluta e desiderata che ho avvertito il modo così possessivo in cui mi ha fatta sua. Era disperato ma allo stesso tempo celebrativo. Ci avevamo girato intorno un bel pò alla fine e ad esser sincera, è stata l'esperienza più bella della mia vita. Se questo è il risultato dopo tante donne beh, non posso certo lamentarmi. Comincio a capire perché la maggior parte non si rassegna.
Se lui era così sempre, sarebbe stato molto difficile chiuderla in quel senso.
Quando sentii la porta aprirsi, mi preparai.
Sentii la porta della doccia aprirsi e la sua mano che mi toccò la schiena, accarezzandomi e scendendo giù.
Si avvicinò e senti il suo calore, così come il suo respiro sul mio collo. Inclinai la testa per permettergli di baciarmi e lo fece, con delicatezza ma anche con passione. I suoi baci erano unici, come se non volesse romperti e allo stesso tempo, ti marchiassero.
Me ne lasciò due sul collo, sempre indugiando un pò. Poi mi parlò.
-" Non mi hai aspettato..-"
Lo disse con una voce così carica di promesse da farmi tremare le ginocchia.
Cercai di rispondere, in modo passibile.
-" Volevo farmi una doccia, avevo caldo..-"
Lui emise una risatina.
-" Non so a quanto ti servirà, visto che non ho ancora finito di "accaldarti"-"
Disse in tono malizioso e sexy da morire.
Fu allora che mi girai e di colpo lo baciai. Lui mi rispose subito, contraccambiando in modo ancora più sfacciato, palpandomi un seno e schiaggendomi il sedere.
Emisi un verso a metà tra un gemito e un urletto e si staccò, sorridendomi sbruffone.
Quell'espressione mi fece per un attimo abbassare le difese che avevo eretto.
Vederlo così giocoso, dopo quello che aveva detto agli altri..come se si stesse scopando una ragazza in una doccia e non gli fregasse niente, mi terrorizzava.
Per lui ero solo un contenitore in cui sfogarsi. Come poteva fare finta? Non capiva che cosi peggiorava solo le cose? In quel momento vacillai e lui se ne accorse. Si accigliò.
-" Che hai?-"
Io abbassai lo sguardo, non volevo guardarlo dritto negli occhi o sarei scoppiata. Non potevo permetterlo.
Non volevo farmi vedere così da lui, mentre piagnucolavo.
Avrei fatto la figura delle patetica e debole ragazzina di un tempo.
-" Niente sono solo poco socievole appena sveglia.-"
Gli dissi e mi girai di nuovo, dandogli la schiena.
Non sapevo se l'avesse bevuta o no.
-" Dobbiamo parlare.-"
Bastò quella frase per farmi capire che la doccia era finita.
Mi rigirai e mentre uscivo gli dissi che non era necessario.
Mentre mi asciugavo, decisi di guardarlo e vidi che stava seguendo ogni movimento che l'asciugamano eseguiva sulla mia pelle. Di colpo arrossì. Non ero abituata a quel tipo di sensazioni e il fatto che potevo farlo impazzire era ancora del tutto assurdo per me, pensando a quello che diceva anni fa sul mio corpo..
Ora, eccolo lì a sbavare su di me! Il karma a volte ha proprio senso dell' humor!
-" Invece si, dobbiamo parlare e lo sai!"-
-" Cosa c'è da dire? È successo, punto. Lasciamo le cose così.. -"
Dissi in tono duro ma ero una bugiarda e sperai che non se ne accorgesse.
Non mollava.
-" Guardami.-"
Col cazzo! Feci finta di niente. Mentre mi asciugavo i capelli, tamponandoli, fece un gesto che mi spiazzò.
Gabe mi abbracciò da dietro.
La cosa mi fece sgranare gli occhi e le braccia tornano giù di colpo, senza forze.
Un gesto così normale, così semplice, fatto da lui beh, non era così scontato. Non ho mai visto nessuno che lo abbracciasse, né il contrario.
Lo faceva sembrare tutto così naturale che il mio cervello non riusciva a elaborare tutto.
-" È inutile che fai finta di niente, ti ho detto di guardarmi.. -"
Lo disse in tono tranquillo, non c'era traccia di autorità in lui, com'era solito fare.
Decisi di obbedire e mi girai. I suoi occhi erano sereni, il suo sorriso anche. Non lo avevo mai visto cosi. Mi spiazzò ma dovevo essere chiara.
-" E io ti ho detto che non c'è nulla da dire Gabe..è successo. Ora che ho fatto la doccia, posso anche vestirmi e andarmene!"-
Sgranò gli occhi ma durò un attimo perché il Gabe stronzo emerse e vidi il cambiamento nello sguardo.
-" Andare dove? Cosa cazzo stai dicendo?"-
-" Beh," - Gli dissi apparentemente tranquilla -" hai avuto quello che volevi no? Ora posso andare via..ho già avvisato i miei, mio padre mi passa a prendere!"-
Mi sorrise, un sorriso che conoscevo benissimo. Quello che usava per ferirmi.
-" Ma certo, il tuo amato paparino viene in tuo soccorso.. e lui lo sa che la sua amata figliola, ha aperto le gambe e ha scopato come un coniglio?"-
Lo fissai sconvolta ma lui continuò, incurante di tutto.
-" Vuoi che gli dica quanto ti è piaciuto essere scopata come una cagna in calore? Oppure vuoi che gli mimi le tue urla e gemiti mentre venivi più volte?
Anzi meglio ancora, perché non glielo fai vedere tu stessa come mi scopi T? Eh? Sono sicuro che in quel caso non saresti più la cocca di papà, vero?"-
Ma perché dire quelle cose? Come poteva anche solo pensarle?
Feci per colpirlo in faccia ma mi bloccò.
Rincarò la dose!
-" Cosa pensavi, che ti avrei lasciata andare senza prima averti detto quanto mi ha sorpreso vederti così arrapata? Sei davvero brava..una porca nata. Ti faccio i complimenti, davvero!
Hai un vero talento, non ci metterai molto a trovartene un'altro credimi..."-
Mi divincolai di colpo e gli tirai l'asciugamano addosso insieme alla spazzola.
Ero distrutta, ferita e volevo andarmene. Che uomo orribile..
Ma prima gliela avrei fatta pagare.
Vidi la TV e la feci cadere a terra, poi passai alle lampade e buttai per terra anche qualche vaso.
Volevo distruggere tutto. Ero diventata piena d'odio grazie a lui e dato che non potevo picchiarlo essendo lui più grosso e alto di me, decisi di ripiegare su quello che avevo intorno
Se non mi fossi sfogata in qualche modo, sarei esplosa e non volevo finire in galera facendolo fuori.
Poi trovai una mazza da baseball, buttata in un angolo e girandomi, mi ritrovai davanti a uno specchio. Senza pensarci, lo colpì e vidi la me stessa riflessa. Era distorta, ferita, distrutta. Ero deformata e vidi Gabe dietro di me, palesemente furioso. Anche lui voleva commettere un omicidio ne ero sicura ma io avrei fatto prima.
Lo affrontai girandomi.
-" Lo vedi anche tu il tuo riflesso nello specchio? Perché è così che sei e sei sempre stato. Io è così che ti vedevo, un immagine frammentata, con tanti pezzi mancanti...mostruosa!
Eri un pezzo di merda Gabe e lo sei ancora adesso."-  Gli dissi con tutto l'odio che potevo provare e sentivo che lo avvertiva forte e chiaro. Ero talmente furiosa ma allo stesso tempo anche rassegnata che più tremavo, più mi caricavo.
-" Per un attimo, ieri notte, ho creduto di aver percepito qualcosa sai? Dio come sono stupida!! È chiaro che l'unica cosa che tu abbia mai davvero voluto dall'inizio era la mia figa. Non so per quale motivo tu mi abbia voluta, visto e considerato il passato ma ti posso garantire che adesso non mi toccherai mai più! Questa è l'ultima volta che mi vedi Gabe!! Maledico il giorno in cui ti ho rincontrato!
Sei uno psicopatico bipolare e ringrazia che questa mazza non la stia usando per colpire la tua di testa!!!Adesso me ne vado e tu mi farai andare via!!"- Gli dissi puntandogli la mazza contro, perché si era avvicinato.
Quando vide i danni, capiì che stava per esplodere, chiaramente senza parole. Gli avevo distrutto una parte di casa, era sbagliato ma se lo meritava! Se avesse provato a toccarmi, le sue palle sarebbero state le prime ad essere colpite.
Non presi nemmeno le valigie, volevo solo squagliarmela.
Quando mi spostai però non calcolai bene lo spazio e quasi caddi per terra inciampando. Fu così che Gabe mi acchioppò e finimmo sul divano del salotto.
Lui sopra di me, bloccandomi le mani.
Io rimasi senza respiro per un attimo.
Lui non disse una parola.
Furono come sempre i nostri sguardi i protagonisti, poi parlò in tono spietato.
-" Devi ringraziare che sei una donna, altrimenti per una roba del genere saresti già morta!Cosa pensi di fare distruggendomi casa? Tu sei pazza!!!"-
-" Semplice, ti ripago con gli interessi. Per tutto quello che mi hai fatto passare!!!-"
-" Dovresti ringraziarmi, ho ravvivato la tua situazione sessuale. Almeno non ci sono più le ragnatele!!"-
Lanciai urletti d'ira nel tentativo di divincolarmi e liberarmi..
-" E sai anche per cosa dovresti ringraziarmi Teresa?-" mi disse in modo quasi roco mentre pronunciava il mio nome -" Per averti fatto capire che la vita è una merda!! Grazie a me ora sei più forte, o mi sbaglio?-"
Ok questa non la capivo..
-" In che senso più forte?-"
Lui rise piano e continuò.
-" Quando tuo padre veniva a scuola a prenderti, ti guardavo salutarlo, tutta felice, coccolosa..così ho deciso di dire basta e di insegnarti che la gente non vive in un mondo tutto arcobaleni e fiori.
La vita per quelli come me, era una merda e beh, penso che ti sia servito no? Hai capito che niente è come sembra, che ci sono pecore senza cervello e capi spietati. Sta a te imparare a vivere e combattere ogni giorno. Ti ho forgiato in modo crudele, sei diventata anche migliore di quanto avessi mai sperato! "-
Pensai alle sue parole ma ero sconvolta. Quindi lui mi guardava ritrovarmi con mio padre all'uscita? Arcobaleni e fiori?
È davvero pazzo! Poi però mi si accende una lampadina e decido di chiedergli una cosa.
-" Tu mi guardavi mentre correvo per andare a salutare mio padre..perciò è per questo che hai iniziato a comportarti in quel modo? Perché come hai detto tu vivevi una vita di merda ed io no? Perché se è così, lo sai vero che questa si chiama gelosia Gabe??? Tu hai fatto tutto quello perché non sopportavi che io fossi felice e tu invece no vero?? Così come hai fatto la sera della proposta!!! Dioo, sei davvero un mostro!!!-" Gli dissi con le lacrime.
Non potevo più frenarle, ero stanca.
-" Mi hai umiliata, trattandomi come la peggiore degli esseri umani. Mi hai fatto sentire insignificante, mai apprezzata, mai abbastanza. Dicendomi che ero brutta, che ero grassa, che non valevo nulla. Mi hai fatto desiderare di non essere mai nata. Vuoi che continui??-"
Gli dissi disperata.
Lui era visibilmente scosso, forse perché non si aspettava di sentire tutto quello, o di vedermi così ma non mi importava.
-" Poi una volta, in mensa, c'è stato l'ultimo episodio che ho vissuto in quella scuola maledetta. Stavo camminando quando la tua fidanzatina di allora, mi ha dato una spallata, facendomi rovesciare tutto addosso mentre stavo andando al tavolo a mangiare e i tuo degni compari, hanno iniziato a dire che me l'ero fatta anche addosso! Tutti risero e non ce la feci più, cercai di scappare ma qualcuno mi fece inciampare e caddi faccia a terra.
Ero distrutta e mi feci coraggio tra le risate sempre più forti e corsi via.
Finché non uscì fuori dalla scuola e dopo il vuoto. Penso che svenni non lo so.
Quando mi svegliai ero davanti la porta di casa mia. Ancora non so come sono arrivata lì, così come non mi so spiegare tante cose strane!! Ma non ha importanza, la colpa è tua e lo sarà sempre!! Da allora ho mollato tutto e devo ringraziare te per questo"-
Lui si mosse e velocissima, lo spinsi via e mi alzai, mettendo più distanza che potei.
-" Adesso vado a prendere le valigie e tu mi lascerai uscire da questa casa o ti giuro che succederà un macello!-"
Non disse nulla e mi fece passare.
Presi subito la mia roba e gli passai davanti, non guardandolo manco in faccia, poteva crepare per me!!
Uscì e chiusi la porta, chiamando poi un taxi. Mentre aspettavo, arrivò Alice e ne fui sorpresa, ma lei mi disse di salire in macchina.
Non parlammo per tutto il viaggio ma non era scema, sicuramente immaginava cosa potesse essere successo.
Quando mi lasciò dai miei, mi sedetti sui gradini. Volevo pensare a cosa dire.
Mio padre aprì e dopo avergli spiegato che mi avevano accompagnato mi abbracciò. Mia madre lavorava, perciò l'avrei salutata dopo. Mi aiutò a sistemarmi e gli dissi che dopo avremmo parlato. Poi caddi sul letto e la diga si ruppe. Piansi per ore, finché non potei più farlo. Ormai non avevo più lacrime, solo un cuore a pezzi.

La Mia Vita Senza TeWhere stories live. Discover now