"Queste gioie violente..."

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Gabe

Non appena lei uscì dalla sala, decisi di togliermi la tuta e farmi una nuotata.
Ero nella merda e non sapevo come uscirne. Quel che è peggio è che non avevo nessuna intenzione di smettere!
Era come una droga e come ciliegina sulla torta, lei aveva capito, anche se non proprio tutto, fortunatamente.
Quando le ho detto tutte quelle cose a proposito del fare la santarellina quando in realtà non vedeva l'ora di darla subito, non lo pensavo veramente.
Cercavo di mettere in discussione le sue scelte per non permetterle di andare più avanti e farla arrivare alla verità.
Lei non può sapere che vuol dire crescere da solo, non potendo sopportare il fatto di non poter avere una famiglia normale e vedere che quasi tutti hanno questa fortuna e tu no!
È vero che il mio piano era quello di divertirmi quella sera al pub ma quando l'avevo vista, le cose sono cambiate. Sapere che aveva una vita piena ed io invece ero rimasto fermo mi ha ingelosito.
Perché la verità è che cazzo, io voglio lei.
Voglio tutto di lei e questo mi spaventa a morte.
Non sono bravo in questo, non so come si faccia a stare con una persona e non ferirla. I miei come esempio di coppia non hanno aiutato. L'amore non è eterno perché tutto è destinato a finire.
Perciò che senso ha condividere cosi tanto, se poi tutto và nel cesso?
Esco dalla vasca dopo che ho fatto lunghe bracciate e mi asciugo.
Mi rimetto la tuta ed esco, pronto per andare in spogliatoio e cambiarmi.

Quando arrivo a casa, noto che la mia segreteria ha tre messaggi.
Uno è di mia mamma, che ignoro totalmente mentre gli altri sono di un numero sconosciuto..
Li ascolto e sento che è Alice che mi chiede di chiamarla.
Strano penso, cosa vorrà mai da me quella rompipalle?
Decido di ignorare anche lei. Daniel deve averle dato il mio numero..
Tempo due minuti e mi richiama.
Ho una voglia matta di mandarla subito a fanculo!
-" Finalmente mi hai risposto! Ma non richiami mai? Perché non rispondi!!"
-" Dipende chi è la persona che mi chiama! Che vuoi? Ho delle cose da fare perciò arriva al punto! Non ho tempo da perdere "- dall'altro lato silenzio. Poi quello che segue mi ammazza.
-"Non so se vuoi saperlo o no ma ho ritenuto giusto dirtelo..
T ha avuto un incidente!"-
Per un attimo mi dovetti tenere al ripiano.
-'"COSA?"
In quel momento cominciai ad avere flash di lei morta e quello che sentiì era troppo forte da poter controllare! Ero sconvolto, arrabbiato con me stesso per averla fatta andare via da sola, avrei dovuto chiederle se aveva bisogno di un passaggio, se era tutto apposto.
Quello che era successo nella Spa mi aveva aperto gli occhi su cosa volevo e sul fatto che non volevo più che fosse soltanto una cosa senza impegno.
Avrei voluto continuare a fare tutte quelle cose con lei per ore, giorni, settimane, mesi..e anche anni! Era diventata la mia droga! Per questo mi sono chiuso a riccio e ho cercato di distrarla quando mi ha sbattuto in faccia quello che aveva capito e che sentiva per me. Ma poi in piscina le cose sono passate ad un altro livello, quando ci siamo lasciati andare e l'ho assaggiata per la prima volta.
Volevo farlo dalla prima volta che l'avevo baciata al pub, quando avevo capito che dava tutta se stessa. Si concedeva con una tale purezza, senza paura di essere considerata troppo fuori dalle righe e quando sapeva cosa voleva, lottava per averla.
Non avrei mai immaginato di dirlo ma provai un gran rispetto e ammirazione per lei.
Ma in questo momento venivano in secondo piano perché sapere che poteva essere ferita o peggio, mi terrorizzava!
-" Lei è.."
-" No Gabe.."-
Grazie a Dio pensai..
-" Ma è in coma."-
Sentivo Alice trattenere un singhiozzo, cercava di non piangere.
Io non sapevo cosa dirle.
Volevo solo vederla!
-" In che ospedale si trova?"
Lei rimase un attimo silenzio, poi parlò
-" Ospedale San Luis!"
Le attaccai il telefono in faccia e corsi.
Andai come un pazzo. Non mi interessava, dovevo vederla.
Non mi sarei mai perdonato se non le avessi potuto dire tutto. Non di nuovo.
Non lo avevo potuto fare con mio padre, non avrei permesso che la storia si ripetesse.
Una volta arrivato, chiesi alla reception in che stanza fosse stata ricoverata.
Mi mandarono al secondo piano e nel corridoio vidi subito Alice, che andava avanti e indietro e dava di matto! Sedute vicine c'erano le altre sue amiche. Due con la testa vicina e la ragazza che avevo visto in palestra, era sdraiata con la testa sulle gambe di una delle due. Erano distrutte e mi sentiì mancare l'aria.
Mi avvicinai e subito Alice mi vide.
Non disse niente ma vidi il dolore nei suoi occhi. Di colpo, mi abbracciò.
Rimasi di sasso per quel gesto ma un secondo dopo mi disse sussurrando:
"Grazie di essere venuto.."-
Le diedi una pacca sulla spalla e si tirò su per guardarmi in viso.
-" Cosa hanno detto i medici?" -
-"Ha avuto un trauma cranico. Stava andando a casa, a quanto pare uno gli ha tagliato la strada e lei è andata a sbattere contro un albero.
La macchina è distrutta. Ci hanno detto che è stata fortunata, poteva andare peggio.. "
Alice rabbrividì e singhiozzò più forte, le lacrime iniziarono a scendere.
Le sue amiche mi fissavano con sguardi sospettosi e una di loro, penso fosse di origini brasiliane, mi stava studiando con attenzione.
La ignorai.
-" Posso entrare a vederla?"
Non mi risposero, così chiesi a un' infermiera che usciva dalla sua camera, se si potesse farlo.
Non so se vide lo stato in cui ero e si fece impietosire- " Può entrare ma solo per un momento!"-
Non me lo feci ripetere due volte.
Andai alla porta e strinsi la maniglia.
La aprì piano, non sapendo cosa avrei visto e preparandomi a ogni scenario possibile.
Non la guardai subito, mi richiusi la porta e solo dopo mi girai.
Rimasi di ghiaccio. Era piena di tubi, aveva diversi lividi sul viso, un occhio nero e una gamba ingessata.
Sembrava così indifesa in quel letto di ospedale che mi fece malissimo vederla in quello stato.
Mi avvicinai e mi sedetti.
Iniziai a studiare ogni più piccolo dettaglio del suo viso, la curva delle labbra, la linea del naso, i lineamenti del volto. Non mi ero reso conto di quanto effettivamente fosse bella, specialmente senza trucco. Era una bellezza naturale e con il trucco la accentuava ancora di più.
Le presi la mano e la strinsi. Non so per quanto tempo rimasi con lei ma era chiaro che all'infermiera questo non piacesse perché mi venne a dire di andarmene,dato che gli orari di visita erano terminati.
Mi alzai senza staccarle gli occhi di dosso. Volevo che si svegliasse, non potevo sopportare di vederla così.
Uscì dalla stanza e vidi che c'era solo Alice fuori,seduta.
Poi quando mi vede si alzò di colpo e cominciò a vomitarmi parole a raffica.
-"È tutta colpa tua brutto stronzo! Lei correva per scappare da te!! Sarah ci ga detto che vi siete incontrati in palestra! Ora cosa sei venuto a fare qui? Non dirmi che ti importa di lei!!"-
Con tutta la mia calma le risposi.
-" Certo che mi importa di lei!"
Lei rimase spiazzata.
-" Al contrario di quello che tu e le sue amiche pensate, io non ho mai voluto vederla così. Non sono il mostro che credete."
Lei mi fissò fumante di rabbia.
Poi presi un respiro profondo e le dissi che sarei tornato domani, dopodichè me ne andai.
Il giorno dopo, tornai e le tenni stretta ancora la mano per tutto il tempo.
Andai a trovarla tutti i giorni e cercai di farlo quando non c'era nessuno a farle visita. La mia vita diventò meccanica, lavoravo, andavo in palestra e andavo da lei in ospedale. Per i ragazzi mi stavo rammollendo, nemmeno le altre donne mi interessavano più.
Passò quasi un mese e le sue condizioni migliorarono.
Finché un giorno, arrivai e stringendole la mano, decisi di parlarle.
-" Cosa fai Pinguino, getti la spugna così facilmente? Non è da te non reagire. Dove è andata a finire la ragazza combattiva e determinata a farmela pagare? Devi svegliarti mi hai capito?
Non accetto un NO come risposta, svegliati..."-
Poi per un secondo mi lasciai andare.. e le dissi quello che anche io sentivo. Ormai ero a terra..il mio mondo non girava più.
-" Ti prego. Non mollare adesso...
Sono quì e non vado da nessuna parte! Se pensi che ti lascerò in pace sei un illusa! Devi combattere mi hai capito? Combatti!"-
Sapevo di provocarla. Era il mio gioco preferito.
Poi uscì di nuovo e andai a casa.
Il giorno dopo ,Alice mi chiamò per dirmi che si era svegliata.
Non so che cosa provai con esattezza ma era un sollievo enorme saperlo.
Non mi affrettai per rivederla finalmente sveglia, ci sarebbe stato il tempo e lei in questo momento ne avrebbe avuto bisogno

La Mia Vita Senza TeWhere stories live. Discover now