CAPITOLO 20

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Leyla

"Mi sei mancata"

Ricordo queste parole che mi ha sussurrato ieri sera prima di addormentarmi, è da quando sono sveglia che ci penso e ci ripenso e mi chiedo se abbia detto la verità.

Non ricordo che sia successo nient'altro ieri, fatto sta che ha di nuovo il suo braccio sul mio fianco e mi tiene stretta a sé, osservo la sua mano con le vene visibili che mi tiene stretta e protetta e involontariamente le mie labbra si incurvano in un sorriso.

Il suo respiro solletica il mio collo e il suo ciuffo di capelli mi solletica l'orecchio destro mentre sento il suo petto alzarsi ed abbassarsi.

Cazzo siamo seriamente attaccati l'uno all'altro.

Mi giro leggermente per vedere la sua espressione da addormentato ma...

"Buongiorno dolcezza" dice sorridente mentre mi osserva.

"Bu-buongiorno, da quanto sei sveglio?"

"Da poco, ma come ti senti?"

"Credo bene, perché me lo chiedi?"

Rimane in silenzio, come se stesse pensando se dire quello che pensava o no.

"Niente di tanto grave, tranquilla"

Perché ho l'impressione che non voglia dirmi qualcosa?

"Sicuro?"

"Sicuro" ribatte

Non dico nient'altro e mi alzo dal letto per dirigermi in bagno a darmi una sistemata.

Una volta finito do un'occhiata al telefono e scorgo un messaggio da parte di Ayla

"Eilà bellezza, come va?"

Digito subito un "Bene Ila, tu?"

La risposta arriva subito e mi dice che va tutto bene e che ci vediamo più tardi a lezione.

"Con chi stai messaggiando?"

"Che ti importa."

"Rispondi"

"Ma da quando ti fai gli affari degli altri!?"

"Solo quando la persona in questione sei tu" ribatte mentre incrocia le braccia al petto

"Pff"

Con grande forza di volontà giro il telefono e gli mostro la chat con Ayla.

"Contento?" chiedo stizzita

"Molto" ribatte prima di avvicinarmisi

"Andiamo a fare colazione" dice prima di aprire la porta e aspettare che esca per prima

Ci dirigiamo al piano inferiore ma aspetta ieri mi ero nascosta e....

Cazzo cazzo cazzo

Sto per girare i tacchi e scappare via ma Aiden mi ferma con il braccio.

"Dove vai?"

"Forse ti sei dimenticato che io non dovrei essere qua" ribatto sbrigativa

"Credo che sia troppo tardi" dice mentre mi indica con lo sguardo le mie spalle

Merda

Quando mi giro vedo tre paia di occhi fissarmi, il biondo seduto al tavolo che regge una forchetta in mano, il moro che è in piedi davanti al lavandino e Arthur che è davanti al frigo, quest'ultimo si riprende subito dal suo momento di uomo-ghiaccio rispetto agli altri che non si sono ancora mossi.

THE DARKNESS behind the maskWhere stories live. Discover now